Il trailer dovrebbe essere un indizio del film che vedremo al cinema. Dovrebbe, ma spesso è menzognero o contiene spoiler: è davvero un’arte dimenticata?
Quante volte hai visto un film incuriosito da un trailer ben condito? E quante volte sei rimasto deluso da un film, avendo visto un’anticipazione piena di spoiler? Se ti è mai capitata un’esperienza del genere, segui questa personale disamina su quello che è l’antipasto di un film: il Trailer.
Trailer: il Ponte tra verità e inganno
Non di rado si assiste a trailer che anticipano parti che nella pellicola vengono mostrate di sfuggita, o addirittura scene appartenenti all’ultima parte di film. Un esempio che mi salta subito alla mente è il caso riguardante Un Ponte Per Terabithia, pellicola uscita nel lontano 2007. Il film fu presentato come un classico fantasy per ragazzi pieno di creature fantastiche: orchi, troll, folletti e giganti. Tutto lasciava presagire che i due protagonisti sarebbero entrati fisicamente in un’altra dimensione e avrebbero combattuto contro orde di esseri malefici, perché il trailer del film mostrava questo. Niente di più lontano dalla realtà: le uniche scene della pellicola in cui si vedevano creature fantastiche erano, guarda caso, quelle del trailer.
Perché creare un trailer menzognero? La risposta può essere questa: assecondare la richiesta di mercato che il periodo esigeva. La competizione era alta, con film come Harry Potter e l’Ordine della Fenice, La bussola d’oro o Pirati dei Caraibi- Ai Confini del Mondo, usciti tutti nello stesso anno: come si faceva conoscere al pubblico una pellicola che, pubblicizzata in modo differente, non avrebbe avuto lo stesso successo? Semplice, confezionando un trailer che potesse stuzzicare il potenziale spettatore, anche a costo di illuderlo.
Il Trailer Secondo Nolan
Ma non sempre il trailer è fatto male, anzi te ne posso citare uno emozionante, intrigante e, in parole povere, ben fatto: il trailer di Dunkirk. La pellicola di Nolan, già regista della trilogia del Cavaliere Oscuro, o si ama o si odia: personalmente non l’ho apprezzata. Dal trailer, montato alla perfezione, poco si capiva del film: un assaggio di quel che sarà come ben pochi sanno fare, un “corto” che lasciava intendere la vera protagonista della pellicola, l’ansia. Poco mi bastò per convincermi a visionare l’ultima opera di quel regista che ho apprezzato con Batman e che ho amato con Interstellar.
Ma uscendo dalla sala le mie aspettative date da quel perfetto trailer si scontrarono con un film che trovai intricato in modo esasperato: mentre in Inception la cripticità funzionava bene, qui era inutile. Ma parlando di trailer, quello fu uno dei più belli che vidi.
https://www.youtube.com/watch?v=73SdpQeWMps
Certo, sono lontani i tempi in cui i trailer venivano studiati a tavolino, magari dallo stesso regista, vedi Hitchcock con il suo Gli Uccelli, e troppo spesso questa “forma d’arte dimenticata” segue schemi prevedibili e annoianti: voce fuori campo, esplosioni, battute d’impatto di un protagonista et similia. Eppure, molto del successo che un film ha lo deve proprio ai trailer, capace di invogliare lo spettatore ad investire il suo tempo nella visione di quella pellicola, purtroppo anche a costo di imbrogliarlo. E non posso non citare quello che secondo me è l’emblema di questo problema: Star Wars Episodio VII.
Star Wars Episodio VII: trailer di un risveglio assonnato
Mi ricordo quando vidi per la prima volta quel teaser trailer: il Millennium Falcon che ritornava ad essere protagonista di rocambolesche acrobazie. Poco bastò, per un fan della saga come me, a suscitare emozioni degne del più appassionato fanboy: quel nuovo film doveva essere bellissimo a priori.
Ma qui la delusione: il film non era, strano a dirsi, all’altezza del trailer. Un film già visto, letteralmente copia del capostipite del 1977, che non pochi fan hanno bocciato a discapito di un botteghino da record. Parlando di trailer, però, quello di Episodio VII era ben orchestrato: fattore nostalgia, promesse di nuove ambientazioni e nuove storie erano nascoste dietro quelle immagini. La realtà dei fatti è che fu solo uno specchietto per le allodole: il film, pur essendo io un grandissimo fan, non mi piacque affatto.
Il trailer: un’arte dimenticata?
Siamo alla fine di questa personale disamina, alle ultime battute che lasciano ad una considerazione: il trailer è la prima forma di arte, un assaggio di quel che sarà. È una prima pubblicità di un nuovo film, un sussurro con cui il regista ti invita a sederti in sala, ti incuriosisce e ti premia per aver così atteso un suo prodotto. Ma se l’assaggio di un pasto non corrisponde al pasto stesso, il consumatore lo avverte: l’onestà con cui viene pubblicizzato un prodotto come può essere un film deve rispettare lo spettatore, senza ingannarlo e senza creare (troppo) l’effetto hype a tutti i costi. Già Kojima ci “imbrogliò” ai tempi di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty denunciando, tra le altre cose, quello che i trailer ci mostravano: bastano davvero un paio di scene di presentazione per declamare un film come capolavoro?
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