Dopo un inizio incerto ma interessante, Tower of God continua con un episodio due ben più dinamico e più incline al lato comico. Vediamo insieme se l’anime ha, anche questa volta, reso giustizia al manwha
La serie di SiU è nota principalmente per il worldbuilding ben sviluppato e ricco di dettagli. Non è sicuramente il migliore in piazza, e sicuramente l’autore non ha avuto in testa tutto sin dall’inizio, ma alcuni elementi sono ben riusciti. In questo secondo episodio, fra una gag e un combattimento, ci sono infatti molte più spiegazioni di lore. La serie dei tredici mesi viene nominata con leggero anticipo, mentre lo Shinsoo viene finalmente nominato.
Primi scontri
Come spiegazioni, non abbiamo niente di succoso. Anzi, l’anime ha scelto di riassumere molto gli spiegoni di SiU, dando un ritmo più veloce all’episodio due di Tower of God. Infatti, i venti minuti flano piuttosto lisci, con una serie di rapidi combattimenti nella prima metà e qualche dialogo nell’ultima. Tuttavia, le informazioni che vengono concesse non sono lacunose, bensì essenziali. Non si dilungano troppo e permettono di capire i concetti cardine del mondo.
Il team principale si è formato, e l’interesse di Khun per Baam è molto più evidente rispetto al fumetto. Come relazione, ha una partenza molto più interessante, mostrando il lato capriccioso del ragazzo dai capelli azzurri. Rak, del resto, è estremamente fedele all’originale, e Kenta Miyake fa un ottimo lavoro nel rappresentarlo, con la sua voce rude ma grintosa. Il design in particolare si sposa benissimo con lo stile d’animazione, pur rimanendo con dei colori piuttosto piatti.
Baam è convincente, data la sua fase tenera. I momenti di ingenuità sono resi fedelmente sia dall’espressività che dalla voce. Tuttavia, lo stile di disegno con quel tratto impreciso potrebbe non rendere giustizia alle parti successive, dove le cose si fanno più serie. Uno stile che manca di aggressività , seppur coerente con questa parte di Manwha.
SiU migliora tanto, ma bisogna vedere se lo studio TMS sarà in grado di tenere il passo. Vedremo se anche il doppiatore, particolarmente inesperto, saprà regalarci delle performance adatte.
Pochi tagli e gag – Tower of God, episodio due
Il team adetto all’animazione ha fatto in generale un ottimo lavoro, valorizzando in particolar modo lo Shinsoo nella seconda parte dell’episodio. I movimenti delle onde rappresentate come vera acqua sono decisamente apprezzabili e suggestivi, dando un’ottima rappresentazione della “forza naturale” della serie. Il velo di Shinsoo crea anche dei piaceovli effetti a metà fra l’acqua e la gelatina, interpretando in modo decisamente divertente il concetto di SiU.
I combattimenti, leggermente tagliati, rendono comunque bene il potenziale del prodotto. Lo scontro fra Hatsu e Anak è adattato più che decentemente, con una telecamera che segue in modo lineare ed efficente i movimenti dei personaggi. Ancora una volta, non ci sono cut particolari che mostrano lo stile del regista, né tanto meno prodezze dal punto di vista dell’animazione, ma il prodotto finale si fa comunque apprezzare.
Le gag dell’episodio due di Tower of God funzionano quando sono proposte in modo naturale. Una in particolare però ha fatto cilecca, ovvero quando Hatsu e Anak ignorano Leeso. Infatti, il taglio eccessivamente brusco della regia uccide lo sketch comico, lasciando solo una bizzarra sensazione.
Al contrario, le scene successive sono effettivamente divertenti da guardare, soprattutto per le espressioni estremizzate dei personaggi. Un tipo di commedia comune, ma che funziona sempre, come nel caso di Beelzebub.
Comparto sonoro – Tower of God, episodio due
Per quanto riguarda l’interpretazione dei doppiatori, questo episodio è stato più che convincente. Yuri ancora non riesce a spiccare, a livello di voce, trascinandosi i problemi citati nell’altro articolo, ma Lero Ro ha fatto una grande impressione. Infatti, Kenjirou Tsuda è un doppiatore veterano in grado di fare molte voci diverse, e per questo personaggio ha scelto un tono piuttosto particolare. All’inzio può non convincere, ma più si pensa al personaggio, e più sembra adatta.
Per quanto riguarda le musiche, le basi elettroniche si sposano benissimo con l’ambientazione a metà fra il fantastico e il futuristico. Kevin Penkin non delude, e le sue musiche riescono a conquistare già al primo ascolto. Come del resto, ci riesce la ending della serie, che con lo sfondo di una Rachel che riposa, offre un ritmo malinconico ma decisamente orecchiabile. Per un momento, la ragazza sembra pure carina. Quale diabolico scherzo del destino.
Conclusioni
Questo episodio due di Tower of God ci ha convinto anche più del primo, mostrando i buoni propositi di Crunchyroll e dello studio TMS. Speriamo solo che la serie continui oltre i tredici episodi già annunciati. Leggere il manwha è l’alternativa più “completa”, ma la serie animata non se la sta cavando male. Continuate a seguirci su tuttoteK per ricevere i prossimi aggiornamenti su Tower of God e tanto altro!
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