Bentornati al nostro appuntamento settimanale con In the mood for East, rubrica interamente dedicata al cinema orientale. Oggi vi parliamo di Tokyo Godfathers di Satoshi Kon
Ragazzi, il Natale è alle porte. Quest’anno sarà un Natale molto diverso dagli altri: niente feste, niente cenoni, niente socialità. Per essere sinceri, in un certo senso non vediamo l’ora che finisca per lasciarci finalmente alle spalle questo difficile 2020. Nonostante le mille difficoltà, nelle nostre serate casalinghe avremo comunque sempre il cinema a farci compagnia.
Anche su In the mood for East, la nostra rubrica settimanale dedicata al cinema asiatico, abbiamo deciso di festeggiare proponendovi un film natalizio. Non sarà però uno dei soliti film che affollano i nostri palinsesti televisivi durante le festività! Se siete stanchi di vedere per l’ennesima volta Una poltrona per due, Mamma ho perso l’aereo o Miracolo nella 34° strada, questa proposta farà sicuramente per voi.
Nel corso dei nostri appuntamenti vi abbiamo già parlato di Satoshi Kon, proponendovi il surreale Paprika – Sognando un sogno, del 2006. Questa volta ci dedichiamo a un altro dei suoi capolavori d’animazione, facendo un passo indietro. Il film di oggi è Tokyo Godfathers, uscito in sala nel 2003, e diretto con la collaborazione di Shôgo Furuya a partire da una sceneggiatura di Keiko Nobumoto. È curioso pensare che siano già passati diciassette anni, e dieci anni dalla morte di Satoshi Kon. Tokyo Godfathers rimane tuttora una delle più belle favole di Natale del cinema contemporaneo.
Trama e trailer | Tokyo Godfathers
È la vigilia di Natale. Tre senzatetto vagano in una Tokyo notturna ricoperta dalla neve. Hana è un transessuale, ex drag queen, sensibile e un po’ piagnucolone. Gin è un uomo di mezza età con problemi di alcolismo e di gioco, a causa dei quali ha abbandonato la propria famiglia. Miyuki è una ragazzina scappata di casa dopo un tragico scontro con il padre. Insieme formano una strana famiglia, e tra litigi, fame e freddo, si proteggono l’un l’altro.
In mezzo ai rifiuti fanno un ritrovamento inaspettato: una neonata abbandonata. Gin e Miyuki vorrebbero portarla immediatamente alla polizia, ma Hana è convinta che la bambina sia un dono divino, un simbolo di rinascita, e li persuade a tenerla almeno per quella notte. Il giorno dopo, i tre vagabondi decidono di mettersi loro stessi sulle tracce dei genitori della piccola. Incominciano allora una serie di avventure, che li porteranno a scontrarsi, confrontarsi e affrontare le proprie storie personali lasciate in sospeso.
Natale da outsider | Tokyo Godfathers
Il terzo lungometraggio diretto da Satoshi Kon è tratto dal romanzo del 1913 Three Godfathers, di Peter B. Kyne. Diversi furono gli adattamenti per il cinema, ma quello che più influenzò l’animatore giapponese fu sicuramente la versione di John Ford del 1948, In nome di Dio. Un western atipico che lo ispirò a tal punto da creare una delle più belle favole d’animazione dei nostri giorni. In Tokyo Godfathers c’è tutto: l’amore, la speranza, la famiglia, il dolore e la disperazione, tutti visti attraverso gli occhi dei nostri tre outsider per eccellenza.
I tre protagonisti sono delle persone ai margini della società, ognuno con un pesante fardello da portare sulle spalle. Il viaggio che compieranno per far sì che la piccola Kyoko si ricongiunga con la sua famiglia – come dei novelli Re Magi – non sarà solo un pretesto per compiere un’opera di bene. Nella settimana che va dal giorno di Natale all’ultimo dell’anno, ognuno di loro, per una serie fortuita di coincidenze, ritroverà qualcosa che aveva perduto negli anni, e dovrà fare i conti con il proprio passato e con i propri fantasmi. I personaggi di Tokyo Godfathers sono sì animati, ma dotati di un’umanità così vera e profonda da darci l’impressione di avere a che fare con persone in carne e ossa.
Coincidenze e destino | Tokyo Godfathers
Dall’altro lato, le avventure dei nostri protagonisti non potrebbero essere più in linea con il cinema di Satoshi Kon. Tra avventure rocambolesche e assurde, e momenti poetici e toccanti, Tokyo Godfathers lascia da parte un po’ di surrealismo per entrarci davvero nel cuore. Nell’ora e mezza di film scorrono storie vere narrate come in una favola, una bellissima favola di Natale. E le storie con cui abbiamo a che fare – nonostante l’assurdità di alcuni avvenimenti – ci sembrano davvero reali, tanto sono tragiche. Famiglie distrutte, rimpianti, disperazione. Ma solo Satoshi Kon poteva raccontarci tutto questo con una tale leggerezza e sensibilità.
Perché c’è un’incredibile ironia di fondo, tra le coincidenze che capitano ai tre protagonisti. O forse per qualcuno sarebbe meglio chiamarli segni del destino. Come gli incontri fortuiti: padri, figlie, persino tassisti. O un biglietto della lotteria vincente. O il parlare di suicidio mentre alle loro spalle una donna tenta di buttarsi giù da un ponte.
Conclusioni
In Tokyo Godfathers ci sono tutti gli ingredienti giusti. Un comparto tecnico eccellente, personaggi straordinari, un tocco di magia, una profonda umanità. E ancora calore, speranza, incanto, sentimentalismo mai melenso. Un vero e proprio inno alla vita. Tutto ciò lo rende il film di Natale perfetto, se durante queste feste volete farvi un bel regalo.
Con Tokyo Godfathers vogliamo augurarvi un buon Natale, invitandovi come sempre a seguire i nostri speciali dedicati a cinema e serie TV su questa pagina!
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