I supereroi hanno indubbiamente caratterizzato, tra incassi fantasmagorici e critiche spesso aspre, il cinema del nuovo millennio: analizziamo insieme questo fenomeno
Il cinema è caratterizzato, nelle sue varie stagioni, da un genere che più degli altri definisce quel dato momento storico. Guardando al passato possiamo pensare al filone western, o per meglio dire spaghetti-western, che ha caratterizzato gli anni ‘60, o al genere poliziesco che ha invece spopolato negli anni ‘70. Tornando ora al presente, se devo dire qual è il genere che più di tutti ha definito il cinema negli anni post 2000, non posso che affermare che sia il filone dei supereroi.
I cinecomic o film supereroistici non sono altro che un sottogenere del cinema d’azione, ma hanno avuto uno sviluppo così esplosivo negli ultimi anni che meritano una classificazione a se stante.
Volendo trovare un punto di inizio a questa epoca e un capostipite a questo nuovo genere, il nome che mi vieni in mente è Spiderman di Sam Raimi del 2002. Non che non ci fossero già stati film con protagonisti personaggi dei fumetti, sia ben inteso, per citarne uno il primo Batman di Tim Barton è del 1989, ma erano fenomeni embrionali, non ancora strutturati e lontanissimi da quel progetto Marvel a tutto tondo che era ancora molto lontano dal venire.
Quello Spiderman del 2002 diede invece il via ad un vero filone, si contano infatti 2 seguiti diretti, l’inizio della saga degli X-Men, dei Fantastici 4, la nuova trilogia di Batman targata Nolan e poi tutti i vari altri progetti Marvel fino ad arrivare agli Avengers ed i suoi seguiti.
Ma come si diceva proprio nel film dell’uomo ragno, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Il successo mediatico e di pubblico avuto da queste pellicole si è spesso accompagnato a critiche feroci da parte degli esponenti del cinema più serioso.
Supereroi e dichiarazioni al vetriolo
I cinecomic sono veleno, un genocidio culturale che tartassa il pubblico di esplosioni e ca***te simili – Alejandro Gonzalez Iñárritu
Andare al cinema è diventato come andare al luna park. La scelta degli studi cinematografici di realizzare pellicole dai contenuti mediocri per compiacere le masse e gli azionisti è l’equivalente del fracking [la fratturazione idraulica del suolo per estrarre petrolio o gas, n.d.r.]: si ottiene un risultato eccellente nell’immediato, ma è un danno per il terreno. Sta rovinando le abitudini cinematografiche degli spettatori americani e del mondo intero. [Non girerò mai, n.d.r.] un film di supereroi da 200 milioni di dollari – Jodie Foster.
Mi ha talmente depresso l’idea di disattivare la mia mente del tutto pur di diventare un demente fruitore di un simile B movie che alla fine mi sono liberato di quella tortura che attanagliava la mia vista e sono uscito dal cinema pur di riveder le stelle e sentire di nuovo me stesso e potermi illudere che il cinema non sia davvero diventato tanto di scarto – Gabriele Muccino in riferimento a Captain America: Civil War.
Ovviamente ci sono anche i difensori del cinema a tema supereroistico che spesso sono intervenuti in questo botta e risposta. Un esempio ci viene da James Gunn, regista di Guardiani della Galassia recentemente scaricato dalla Disney per la terza pellicola del franchise.
Credo che Jodie Foster abbia un’idea antiquata del cinema, in base alla quale i film spettacolari non possano fare riflettere. Spesso è vero, ma non sempre. Il suo modo di pensare è diffuso e non è del tutto privo di fondamento. Dico ciò perché molti dei franchise prodotti dai vari studi mancano abbastanza di anima, cosa che rappresenta un grave pericolo per il futuro del genere. Ma ci sono anche delle eccezioni. Per la sopravvivenza del cinema, credo che i film spettacolari debbano avere una visione e un cuore che tradizionalmente non hanno. E alcuni di noi stanno facendo del loro meglio in tal senso. Creare film spettacolari che siano innovativi, ricchi di umanità e che invitino alla riflessione è ciò che mi fa amare il mio lavoro – James Gunn in risposta a Jodie Foster.
Supereroi: in medio stat virtus
Ma quindi la verità qual è? Stiamo veramente tutti guardando cinema spazzatura o il successo dilagante dei supereroi ha attivato critiche esagerate? Come sempre la verità sta nel mezzo. Sarebbe obiettivamente ridicolo dire che tutti i cinecomic siano capolavori degli di Oscar, ma anche bocciare in toto il genere non è giustificabile.
Data la mole di film usciti è chiaro che ci siano state produzioni meritevoli, altre senza infamia e senza lode ed altre ancora che sarebbe stato meglio non avessero mai visto la luce, o per meglio dire il buio di una sala cinematografica. Ma questo vale non solo per i supereroi ma per qualunque altro genere.
Definire la trilogia di Batman targata Nolan un veleno è obiettivamente impossibile, così come Captain America: Civil War non è certo un B movie. Anche i più recenti Black Panther e Avengers: Infinity War non possono essere classificati come cinema spazzatura, indipendentemente dai gusti personali. Ci sono poi ovviamente i punti bassi del genere, vedi l’ultima iterazione dei Fantastici 4 e lo sfortunato crossover DC Comics Justice League.
La modesta opinione di chi vi scrive è che il genere supereroistico ci abbia regalato alcuni dei migliori film d’azione degli ultimi anni e che abbia avuto il merito di creare, almeno nel caso Marvel, un universo narrativo vasto ma integrato e coerente. Ci sono poi state pellicole in grado di elevarsi dalla semplice connotazione di film d’azione fino ad arrivare a toccare temi delicati come la politica e l’integrazione razziale.
Chiaramente il genere nel suo insieme non può, e sinceramente neanche deve, snaturarsi per entrare in competizione con film che per natura e connotazione hanno un registro più impegnato, drammatico o serio.
In definitiva non si può bocciare o promuovere un intero genere. Quello che si deve fare è analizzare e giudicare ogni singolo film per quel che è, consapevoli comunque che, volenti o nolenti, pro o contro, sostenitori o detrattori, i cinecomic siano il genere di questo nuovo millennio.
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