Dopo le numerose cancellazioni di diverse serie TV rese note negli ultimi giorni, non potevo che mettermi alla ricerca della causa di tutto questo. Facciamoci un giro tra Studios dalle grandi pretese e servizi di streaming a pagamento e gratuiti
Lo abbiamo chiamato “Giovedì Nero” perché, tra cancellazioni aspettate e inaspettate, siamo rimasti (per molto) a bocca aperta. Dopo la notizia, tra la rabbia dovuta alle cancellazioni e la paura del fatto che magari le mie serie tv preferite possano essere cancellate, ho cercato di trovare il colpevole di tutto questo. D’altronde, come sempre, devo trovare un colpevole soprattutto per non sentirmi in colpa.
Allora è partita la mia ricerca. Tra gli oscuri siti di serie tv e studios ero quasi pronto a perdere la testa, finché il mio fanatismo nei confronti del piccolo schermo mi ha dato la forza di andare avanti. Come Dante mi ritrovai in una selva oscura dove HBO, ABC e la FOX erano le mie fiere; i siti di streaming “gratuito” i miei gironi del inferno; le categorie di Netflix e Amazon Prime il mio purgatorio. Ma io ero comunque alla ricerca della mia “Beatrice”.
Cosa c’è che non va nelle serie TV cancellate?
La cancellazione di Serie TV ha sempre una doppia (o anche tripla faccia). Perchè dico questo? Naturalmente, nei Tweet e nei comunicati, le cause principale hanno il nome di Sharing e Rating. Queste brutte parole, affiancate a numeri, se non raggiungono un determinato livello portano la serie tv alla cancellazione. Questo è quello che sappiamo. Ma nessuno parla di obiettivi (da parte degli studios) impossibili, dei prezzi delle piattaforme e dello streaming illegale.
Per questo il mio (bambino) supereroe interiore mi chiede di uscire ed andare contro tutto e tutti. Capire cosa sta succedendo alle serie tv è un mio dovere, condividere le mie idee e le mie ricerche diventa un obbligo.
Tutti sono colpevoli, chi più e chi meno. Anche tu!
Voglio solo fare una premessa. Sto scrivendo anche come fan di serie tv e come tanti anche io rimango deluso da alcune cancellazioni. Quindi potete capirmi come mi sento quando seguo una Serie TV per 3 o 4 stagioni per poi vedere la serie cancellata. Ed io dall’altra parte dello schermo: “NO! Voglio sapere come finisce questa storia adesso!”.
Parliamo quindi di chi le Serie TV le fa e poi le disfa. I grandi Studios ci hanno portato sul piccolo schermo Serie TV che ci hanno segnato. HBO, per esempio, mi ha regalato un amore eterno con Game Of Thrones; oppure ABC mi ha fatto innamorare con Once Upon A Time. Eppure, quest’ultima è stata cancellata dopo le grandissime attese che i fan riponevano nella settima stagione (dove sono cambiati molti protagonisti). OUAT è stata cancellata per il basso share rispetto alla prima stagione, ed essendo considerata un re-inizio, la ABC si aspettava almeno un seguito simile a quello di sette anni fa.
Ma cosa è cambiato da 7 anni fa? Lo streaming online (legale) non esisteva ancora. Per meglio dire, non esisteva lo streaming che realmente dava un costo ai grandi Studios. Solo nel 2013, infatti, Netflix prende il largo nello streaming online (prima era una società di noleggio DVD). Questo cosa significa?
-  Le società guadagnano dalla propria serie tv se vendono la licenza ad una piattaforma streaming
- La società ha essa stessa una piattaforma streaming (che ha un costo)
Serie TV: come cambia il mercato con lo streaming?
Quindi, partendo dal nulla possiamo capire semplicemente che: nel primo caso, se la serie tv risulta realmente seguita, allora è possibile che una piattaforma streaming (come Netflix) ti paghi anche 50 milioni di dollari per avere la licenza. Soldi che poi aiuterebbero a portare avanti la serie stessa. Nel secondo caso, invece, gli studios non solo hanno costi propri dati dalla piattaforma streaming, ma il guadagno viene “fatto in casa” presso la piattaforma e il proprio canale televisivo (es: ABC). Sicuramente vi starete chiedendo: “E allora?”.
Ecco, mentre anni fa una società come ABC prendeva in considerazione solo i costi e i ricavi nazionali, adesso paga il fatto che deve fare i conti con realtà internazionali. Si, perché prima le prime stagioni erano viste in “live” solamente li in America (riferendoci alla ABC); mentre in europa la stagione arrivava un anno dopo (aspettando che qualcuno comprasse i diritti). Di conseguenza ABC pensava che se negli States la serie veniva seguita da 3 milioni di spettatori era un risultato eclatante; i costi erano più bassi perchè prevedevano un mercato iniziale più piccolo e tutto andava secondo i piani. Adesso, ABC non pensa che 3 milioni di spettatori (live e streaming) siano abbastanza dato che deve fare capo a un mercato globale, e in un momento in cui i costi per mantenere una serie sono aumentati.
Proprio come è accaduto nel nostro Giovedi Nero dove la Fox cancella Lucifer perchè (legalmente) aveva “solo” 3,3 milioni di follower. Allora, sono gli obiettivi e le pretese degli Studios che ammazzano le Serie TV che tanto amiamo? Non solo, uno zampino ce lo mettono anche le piattaforme streaming, ma il perchè ve lo dirò nella 2° parte di questo speciale. Stay Tuned! A presto.
Cerchi nuovi film e nuove serie tv da vedere?
Scopri il nuovo abbonamento a Disney+, la casa dello streaming di Disney, Marvel, Pixar, Star Wars, National Geographic e ora anche di Star. Abbonati ora a soli 8,99 euro al mese su questa pagina.
Bonus: come avere un abbonamento alle piattaforme streaming e risparmiare
Esistono alcuni servizi che consentono di condividere l’account delle migliori piattaforme streaming (Netflix, Prime Video, Disney Plus, HBO Max, Paramount Plus, ecc.) con altre persone, come GamsGo o GoSplit. Grazie a GamsGo e GoSplit è possibile acquistare, ad un prezzo irrisorio, un abbonamento condiviso con altri utenti della piattaforma in maniera facile, veloce e sicura.
Lascia un commento