Serie TV e musica: il mondo del jazz nel piccolo schermo

Dopo aver fatto un viaggio nelle serie TV più indie e associabili quindi a questo genere musicale, la ricerca continua e va a toccare un mondo quasi sacro, il jazz. Parliamo di mondo, proprio perchè è riduttivo limitarsi all’espressione genere musicale. Il jazz è una filosofia, un modo di vivere, una cultura che nasce nel primo decennio del ‘900 negli Stati Uniti.

La patria del jazz è il New Orleans in Louisiana e il suo nome è una derivazione di Jass, contrazione della parola francese jaser che significa far rumore. Il jazz era proprio ritmo e improvvisazione, un’unione di tutte le influenze musicali europee con i ritmi africani. Per questo motivo, comprendere il jazz dal punto di vista tecnico richiede una grande conoscenza musicale, che parte dalla musica classica, dalle armonie, dal ritmo e arriva fino alle culture musicali di tutto il mondo.

Serie TV e musica: il mondo del jazz

La prima cosa che viene in mente quando si parla di questo genere musicale è l’improvvisazione. Nel jazz si improvvisa, liberamente partendo da una melodia da spartito e andando avanti per minuti interi, in un brano musicale che non è mai uguale a se stesso, è imprevedibile e mai noioso.

Duke Ellington, in un’intervista ha descritto il jazz così, il tipo d’uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia. Un’espressione perfetta anche per associarvi il mondo delle serie TV e alcuni titoli in particolare.

Ci vengono quindi in mente tutte le serie TV che sono imprevedibili, che stupiscono, che contengono al loro interno molte sotto trame e anche molti significati nascosti. Un salto indietro di qualche anno dei prodotti che hanno segnato in modo importante la narrazione seriale e che sono comunque disponibili, sulle piattaforme ondemand Netflix e Prime Video.

Serie TV e musica jazz

Dr House

Se si parla di essere imprevedibili e di cattivi ragazzi, è il caso di nominare il Dr House, il medico, apparentemente cattivo ragazzo del piccolo schermo e per questo molto amato. Conosce le regole, la tecnica, le basi e non le segue, anzi le conosce così bene che sa anche molto bene come non seguirle e come creare al massimo caos e scompiglio. Dr House è un musicista jazz, che per ore può andare avanti a suonare una melodia sempre imprevedibile, così come lo sono i suoi comportamenti in ospedale che mettono costantemente in subbuglio, pazienti e colleghi medici. Nonostante questo, lui rimane comunque una guida, sia per chi lo segue che per chi vuole ribellarsi ai suoi metodi non ortodossi.

Al suo personaggio si addice una delle evoluzioni che il jazz ha conosciuto a partire dagli anni ’60, il new thing, un jazz totalmente improvvisato, senza schemi formali e punti obbligati che inizialmente erano comunque presenti del jazz e libertà totale a tutti gli strumenti in modo uguale, compresi quelli ritmici.

Proprio perchè House è dedito all’improvvisazione, insevitabilmente anche i personaggi attorno a lui vivono in questo sistema, soprattutto i suoi colleghi, che per quanto molti vogliano comunque rispettare le regole, imparano anche quando è il caso di farlo e quando invece di stravolgere il sistema.

Dr House è Ornette Coleman, il padre di questo movimento, saxofonista, provocatorio al punto da suonare con un saxofono di plastica, dapprima per questioni economiche, poi perchè gradiva maggiormente il suo suono più morbido rispetto a quello in metallo.  Inizialmente criticato dagli altri musicisti jazz e considerato un totale folle per quello che creava sul palco con i suoi quartetti e quintetti, è stato poi apprezzato per la rivoluzione a lungo termine che ha portato in questo ambito musicale.

Scandal

Non solo il titolo, ci rimanda alla musica jazz, ma anche tutto ciò che accade all’interno di Scandal, serie TV nata dalla mente di Shonda Rhymes. Ogni episodio di Scandal, dalla prima all’ultima stagione, è una corsa sulle montagne russe e questa è l’unica certezza che si ha. Una strutura certamente c’è ed è quella dei casi di scandali politici e diplomatici che Olivia Pope e la sua squadra trattano in ogni episodio e che spesso vanno ad incrociarsi con la Casa Bianca.

Anche qui, si parla di cattivi ragazzi, anzi di una squadra di cattivi ragazzi, politici, ex agenti della CIA, cecchini, avvocati, pronti a tutto per raggiungere il loro obiettivo. In Scandal non ci sono buoni che rimangono tali in tutte le loro scelte e le loro azioni, ma ci sono personaggi che giustificano le loro azioni per il raggiungimento di una buona causa.

Scandal è quel jazz bebop degli anni ’50, quel tipo di influenza che ha voluto stravolgere le caute armonie degli inizi, con ritmi veloci e incalzanti e i suoi due maggiori esponenti Dizzy Gillepsie e Charlie Parker. Sono stati anche gli anni in cui quel mondo è stato toccato dalla trasgressione e dalla droga, per questo ci riconduciamo nuovamente a Scandal e al suo mondo di politica, dive la trasgressione i ritmi velocissimi anche dei dialoghi sono la regola, unica, di ogni episodio.

Homeland

Se House è il cattivo ragazzo delle corsie d’ospedale, non può mancare una versione femminile nel mondo della CIA e dei servizi segreti e questa è certamente Carry Mathison di Homeland. Carry vive in un mondo di regole, protocolli, briefing, riunioni, reporting dettagliati e segretezza, ma nella sua mente regna il caos: bipolare, emotiva, impulsiva, allergica ai comandi quando il suo istinto le dice che deve fare esattamente l’opposto.  La protagonista è jazz anche con tutta la sofferenza e la malinconia che si porta dietro, una vita fatta solo di lavoro, di rapporti personali e professionali squilibrati e continuamente strappati dalla sua condizione psicologica, ma è anche tremendamente brava nel suo lavoro e nel mondo che riguarda in modo più ampio la sicurezza nazionale. Carry, come un musicista jazz, conosce le regole della musica, ma segue l’istinto e improvvisa, in modo folle e libero, sapendo anche, di non sbagliare praticamente mai nelle sue intuizioni.

Chet Baker, sarebbe l’autore di una probabile colonna sonora delle sue gesta e della sua vita, con quella sonorità che negli anni ’50 segue il bebop e intende tornare alle origini del jazz malinconico e mansueto. Sebbene Carry non sia calma per attitudine, è però malinconica in una solitudine che caratterizza comunque sempre la sua vita.

Downton Abbey

Downton Abbey è il jazz più classico, il primo degli anni ’20 con Louis Amstrong come protagonista. Ritmo, sperimentazione ed eleganza di questi primi anni di jazz è quello che troviamo anche nell’apparante classicismo di Downton Abbey. Una nobile famiglia britannica ai piani alti e il suo personale di servizio nei sotterranei, raccontano con la loro eleganza e anche l’omertà dell’epoca, molti tematiche che spaziano dal ruolo della donna nella società, la sessualità, l’indipendenza, il mondo delle regole. E anche questa serie TV a modo suo, sa rompere le regole e stupire, con i suoi numerosi personaggi e le loro diverse estrazioni sociali.

Questa serie TV si associa quindi alle melodie di Louise Amstrong uno dei capisaldi di questo movimento che ha saputo rivoluzionare il mondo della musica, pur tenendo bene a mente le regole del jazz anche quando i movimenti successivi hanno cercato di stravolgerle e superarle.

Orange is the new black

Orange is the new black apparentemente non sembra così vicina al mondo del jazz, ma se si parla di imprevedibilità, improvvisazione, all’interno di un mondo che ha comunque le sue regole, allora è la serie TV giusta. Perché siamo in carcere, perché la trama è basata esclusivamente sugli esseri umani, le loro decisioni e il loro libero arbitrio all’interno di un sistema chiuso, è normale pensare quindi che in Orange is the new black nulla può essere confortevole e regolato.

Per questo, si avvicina a quel jazz degli anni più recenti, dai ’70 in avanti, con l’incontro con il mondo e le influenze del rock. In quegli anni ci sono stati i Weather Report, negli anni più recenti queso fusion è portato avanti da altri gruppi come i Dave Matthews band, che mescolano ritmicità a malinconia. In particolare con riferimento alla relazione di Piper con Alex, suo amore del passato che ritrova in carcere, con delle situazioni che alternano equilibrio a rabbia e sbilanciamento ognuna verso le debolezze dell’altra. Un vero cullarsi dentro i brani di questa band fusion, in particolare Crash into me.

Ritmo e malinconia sono proprio due elementi tipici di questa serie TV, che non annoia mai, sebbene racconti storie umane all’interno di una scatola corrotta.

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