Disponibile su Disney+, Red il nuovo film d’animazione targato Disney – Pixar. Diretto dalla regista cino-canadese Domee Shi; una simpatica commedia di formazione metafora della pubertà femminile e la ricerca di sé. Ecco per voi uno speciale dedicato, con piccole anteprime
Un vero e proprio ibrido, a metà tra un grande classico Disney e un omaggio allo stile orientale giapponese. Red, ultimo capolavoro disponibile in esclusiva sulla piattaforma Disney+; racchiude queste semplici ma efficaci premesse. Diretto dalla giovane regista Domee Shi; una pellicola in pure stile Disney pronto a raccontare ad adulti e piccini, il significato di crescita e di scoperta di sé.
Prodotto da Lindsey Collins, vede come produttore esecutivo Pete Docter (già noto per Inside Out e Soul).
Disponibile a partire dall’11 marzo sulla nota piattaforma Disney+, vanta di un ricco cast di voci che daranno vita al film, tra cui: Chiara Fabiano (Mei Lee); Daniela Calò (Ming); Federico Russo; affiancati nel ruolo delle cugine di Mei, Ambra Angiolini e Sabrina Impacciatore.
Quali sono i punti cardini e l’obiettivo della pellicola, lo vedremo più avanti in questo speciale dedicato. Nel frattempo, ecco un ripasso veloce del trailer.
Red: Rosso, non solo il colore della passione
Scatena il tuo lato selvaggio. Così il trailer di Red lancia un grande assist alla storia.
Ambientato in Canada nei lontani primi anni 2000; protagonista della storia la giovane tredicenne Mei Lee. Brillante e intelligente, circondata da amici e dotata di un grande senso dell’umorismo; è l’ incarnazione della figlia perfetta. Ma sotto le perfette apparenze nasconde la sua vera natura: un animo ribelle pronto ad esplodere, attraverso passioni e amori lontani dalle sue tradizioni. Pressata dalle enormi aspettative che la madre ripone in lei, e vittima delle grandi tempeste ormonali della pubertà; Mei si ritrova a far fronte ad un enorme problema: ogni volta che si agita troppo, si trasforma in un Panda Rosso di grandi dimensioni.
La Causa? Un legame mistico e antico che lega la sua famiglia all’imponente animale.
Anche questa volta Disney presenta un lavoro tutt’altro che semplice, analizzando uno dei fattori che chiunque di noi ha dovuto fronteggiare nella vita: la crescita.
Con uno stile atipico e contraddistinto, ma ricco di valori Disney, la giovane regista porta avanti una pellicola in grado di raccontare in modo diretto il dramma della pubertà e la scoperta dell’adolescenza, con annessi e connessi. Un racconto pulito, diretto e senza tabù, custodito in un buffo e goffo Panda Rosso.
Come ammette la stessa Domee Shi:
Ho scelto il panda rosso perché è un animale molto carino e perché è la perfetta metafora per la pubertà: io all’età di Mei Lee ero sempre rossa, per l’imbarazzo, per la rabbia… e poi è rosso anche il ciclo! Lei è com’ero io alla sua età, un po’ nerd, passai anch’io dall’essere la brava bimba con tanti bei voti a scuola, al trauma della trasformazione fisica, anche se a me non piacevano le boy band ma ero più in fissa con Harry Potter e gli anime
La metafora della trasformazione viene dunque esplorata in un’alternanza perfetta, fatta di riflessione ed ironia, attraverso uno stile narrativo variopinto e una scrittura ben strutturata, senza mai sfociare nel banale o bambinesco.
Red: trovare il proprio posto nel mondo
Red è anche l’esplorazione metaforica del trovare la propria dimensione nel mondo circostante, imponendo le proprie idee e passioni, al costo scontrarsi con le tradizioni di appartenenza. Non a caso la trasformazione fisica e simbolica riportata nella pellicola della figura della giovane Mei Lee, rappresenta il tumultuoso rapporto e confronto madre-figlia. Uno punto di vista universalmente condiviso da molti, come dalla stessa regista. Ispirata dal complesso rapporto da lei avuto con la madre, anch’essa si è ritrovata in bilico tra due culture (orientali e occidentali). Spinta dalla voglia di ricercare la propria identità e autodeterminare le proprie ambizioni e aspirazioni, ha saputo portare a termini i proprio obiettivi, opponendosi alla rigidi aspettative senza rinnegare la sua origine.
Per tale ragione, la manifestazione del Panda Rosso rappresenta in modo tangibile la voglia di Mei Lee di scindersi dalle forti pressioni da lei percepite, scardinando il falso equilibrio fino ad ora esistente.
Tuttavia, la voglia di definire sé stessi non deve essere percepito come un rifiuto dei propri valori tradizionali; quanto una unicità da valorizzare ed esaltare. Come spiegato da Domee Shi:
E’ importante che Mei Lee possa alla fine essere in grado di convivere con il suo “panda rosso”, la sua identità più profonda, che magari le passate generazioni hanno dovuto sopprimere, ma che con i tempi che cambiano può essere impugnata come una forza
Nelle scelte fatte non si è mai diversi, seppur fuori dalle linee guida. Un percorso difficile con enormi avvallamenti e tensioni, che ogni generazione (da giovani fino agli adulti attempati, senza distinzione) ha affrontato. Tutto è parte della crescita per conoscere il vero Io.
Accettarsi ed essere accettati per la per la persona che si è, senza il bisogno di forzature o finzioni, lasciando andare emozioni e sentimenti puri e incontaminati.
Red: la rivoluzione al femminile
Domee Shi è considerata la prima donna alla regia di un cartoon Disney-Pixar. Già nota per aver diretto il corto animato Bao, (uscito vincitore nel 2019 agli Oscar in qualità di miglior cortometraggio) ha da subito fatto notare l’enorme potenziale in lei racchiuso.
Affiancata da Lindsey Collins nel progetto di Red, Domee Shi afferma:
Tutte le sezioni di quest’industria sono state a lungo guidate da soli uomini, ma oggi c’è più apertura verso sguardi diversi e il numero delle ragazze che si interessano di animazione è in continuo aumento. Insomma, vedrete che, dalla Pixar, verranno fuori sempre più prodotti firmati da donne
Entrata in Pixar nel lontano 2011 per seguire uno stage nel settore storyboard, ha voluto tener fede alle sue origini, proponendo nel suo primo debutto una pellicola che fosse tanto sua quanto a specchio per gli altri. Dando fondo ai ricordi personali e le influenze culturali ricevute (da Kafka fino agli anime giapponesi), ha da subito spronato gli animatori Pixar a toccare con mano uno stile differente. Sfida accolta con grande entusiasmo e voglia, pronta a portare grandi venti di novità verso nuovi orizzonti.
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Angi
16 Marzo 2022 alle 17:35Bello