Bentornati al nostro appuntamento settimanale con In the mood for East, rubrica interamente dedicata al cinema orientale. Oggi vi parliamo di Nightmare detective di Shinya Tsukamoto
Come ormai di consueto, qua su tuttoteK il primo giorno della settimana è dedicato al cinema e ai registi orientali. Ormai le nostre serate sono sempre più casalinghe, tra divano e Netflix. E cosa c’è di meglio per passare il tempo che seguire i nostri consigli con la rubrica In the mood for East?
Oggi torniamo nel territorio dei sogni – o forse sarebbe più appropriato dire degli incubi – dopo esserci occupati di Paprika, capolavoro di Satoshi Kon. Il film con cui lo faremo è però totalmente differente, considerando soprattutto la firma che porta. Shinya Tsukamoto è forse uno dei registi più rivoluzionari e inclassificabili del panorama cinematografico giapponese. I suoi film, come Enrico Ghezzi li ha definiti, sono “discese dentro il corpo, sortite dentro l’anima, l’immaginato”. Difficile accostarlo ad altri autori, orientali e non. Se proprio ci volessimo provare, potremmo definirlo come un David Cronenberg asiatico, in cui il rapporto con il corpo e con i meandri della psiche diventa ancora più intenso ed estremo. Pensiamo a Tetsuo (1988), opera con cui Tsukamoto sconvolge il cyberpunk innestandolo di carne e metallo, oppure alla solitudine metropolitana di A snake of june (2002).
Stavolta abbiamo scelto di parlare di uno dei suoi film, per così dire, meno impenetrabili. Questo non significa che ci sarà un’assenza di contenuti, anzi. Il film di oggi è il thriller/horror Nightmare detective, presentato in Italia alla Festa del Cinema di Roma del 2006. Nel 2008 arriva anche il sequel Nightmare detective 2, diretto dallo stesso Tsukamoto.
Trama e trailer | Nightmare detective
In una Tokyo dai toni lividi e cupi, alcuni strani suicidi stanno sconvolgendo la città . Le vittime, durante un sonno costellato da incubi terrificanti, si infliggono pugnalate fino a togliersi la vita. A investigare c’è Keiko Kirishima (Hitomi), una giovane ispettrice alla sua prima esperienza sul campo. Grazie al suo intervento, si scopre che gli apparenti suicidi sono collegati tra loro: tutte le vittime, poco prima di morire, hanno parlato al telefono con la stessa persona, salvata nella rubrica come Zero. La polizia inizia allora a sospettare che tale persona sia in grado di controllare la mente delle vittime fino a istigarle al suicidio, e decide di seguire due strade per l’investigazione: una tradizionale e una soprannaturale.
Kirishima, che si occupa dell’indagine paranormale, decide di chiedere aiuto a Kyoichi Kagenuma (RyÅ«hei Matsuda), il cosiddetto “investigatore dell’incubo”. Lo schivo e misterioso ragazzo è infatti in grado di entrare negli incubi delle persone e di leggere nella loro mente.
Man mano che le indagini vanno avanti, la stessa Kirishima comincerà a essere perseguitata da incubi inquietanti. Dopo essere entrata in contatto con Zero, le cose peggioreranno, e la donna si troverà intrappolata tra il desiderio di vivere e quello di morire.
Dal profondo della notte | Nightmare detective
Nell’universo dark di Tsukamoto l’incubo diventa terreno fertile capace di rievocare traumi dimenticati e ingigantire ansie e paure che covano dentro di noi. Sono proprio gli incubi a regalarci i momenti di maggiore angoscia e terrore. Il sapiente utilizzo della steadicam e il montaggio nervoso e frenetico ci immergono nel peggiore dei tormenti, in un delirio fatto di depressione, sangue a fiotti e orrore. Cosa appartiene alla realtà , e cosa invece appartiene al mondo onirico?
Entrambi i personaggi, Kagenuma e Kirishima, si ritrovano ad affrontare Zero (interpretato dallo stesso Tsukamoto), prima di tutto affrontando loro stessi, le loro paure e i loro dolorosi ricordi. Le vittime si arrendono, accarezzate da Zero, alle loro pulsioni suicide. Egli riesce a portare a galla insoddisfazione, inadeguatezza, desiderio di morte. E lo stesso killer, nella sua costante ricerca della morte (per se stesso e per gli altri) nasconde un trauma infantile insostenibile.
Tsukamoto si interroga dunque sul nostro rapporto con la morte, sul suo significato, sul suo fascino, in maniera quasi ossessiva. Ci parla della morte come liberazione dalla sofferenza, della morte come vita, ma anche della necessità di non arrendersi ad essa.
Con Nightmare detective ci immergiamo nei desideri più reconditi e spaventosi dell’essere umano, in un abisso di dolore che si cela dietro una maschera, la stessa che ci impone di essere forti e vincenti agli occhi della società .
La decadenza della società | Nightmare detective
La pellicola costituisce un tassello nuovo nel cinema di Tsukamoto, che al contempo conferma le sue ossessioni più frequenti. Il regista ripercorre infatti temi come l’alienazione dell’essere umano, le sue deviazioni e il suo rapporto morboso con la tecnologia (di nuovo Cronenberg). Se ci fate caso, nella cinematografia asiatica ritroviamo spesso riferimenti all’inquietudine della società urbana. Soprattutto da parte di Cina e Giappone, due popoli che soffrono in maniera particolare questo aspetto. Così come la società giapponese è particolarmente sensibile in tema di suicidio, considerato come uno dei maggiori problemi del Paese.
Nightmare detective, come lo stesso Tsukamoto lo descrive, è un film di passaggio tra due momenti diversi della sua carriera e del suo modo di fare cinema, nonostante l’idea alla base del film risalga a molti anni fa. Questo non lo rende il migliore della sua filmografia, ma sicuramente uno dei più accessibili, con dei guizzi d’autore riconoscibilissimi. Gli si perdona anche un finale forse un po’ troppo accondiscendente.
Perché non si tratta di un horror comune, né di un thriller psicologico come tanti. E non possiamo nemmeno definirlo come un semplice noir, o un detective movie qualsiasi. Nightmare detective è qualcosa a sé, come tutte le opere di Shinya Tsukamoto.
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