Eccoci pronti per un nuovo ed imperdibile appuntamento con Anime Breakfast, stavolta alle prese con Nadia – Il mistero della pietra azzurra
Jean, la scienza è una cosa meravigliosa: rende possibile l’impossibile, però deve assumersi la responsabilità dei crimini commessi da quelli che hanno assaggiato i frutti del sapere.
– Capitano Nemo
Continua il nostro incredibile viaggio attorno al mondo delle serie TV con un nuovo imperdibile appuntamento con la nostra rubrica Anime Breakfast. Dopo aver dedicato la prima puntata al cult Neon Genesis Evangelion, passando per Tengen Toppa Gurren Lagann, per poi affrontare generi più teen come l’iconico Marmelade Boy, conosciuto anche come Piccoli problemi di cuore e Rossana, oggi cambieremo nuovamente genere. Lasciati da parte (almeno per il momento) combattimenti fisici all’ultimo sangue, ambienti apocalittici, superpoteri e drammi amorosi, oggi ci concentreremo su un anime che ha fatto del rapporto tra natura e scienza uno dei suoi temi più caldi. Vogliamo infatti riportare alla vostra memoria un altro grande classico, che sicuramente in molti di voi ricorderanno: Nadia: Il mistero della pietra azzurra.
Questo anime, originariamente chiamato Fushigi no umi no Nadia (“Nadia del mare dei misteri”), divenne celebre nel resto del mondo con il sottotitolo The Secret of Blue Water, mentre nel Bel Paese conobbe la notorietà con il nome “Il mistero della pietra azzurra”. Nato nel 1990, è uno dei tantissimi show di successo prodotti dallo studio Gainax e diretto da Hideaki Anno, lo stesso regista di Neon Genesis Evangelion e Le situazioni di Lui & Lei, solo per citarne alcuni. Sbarcato per la prima volta in Italia nel 1991, Nadia: Il mistero della pietra azzurra venne, come molti altri anime, trasmesso su Italia 1, allietando i pomeriggi di tanti bambini, oggi divenuti nostalgici di quei bei tempi andati. Se anche voi, tornati da una lunga giornata di scuola, non vedevate l’ora di riprendere il viaggio con lo strampalato gruppo di personaggi protagonisti di questo show, allora mettetevi comodi. É giunto il momento di ricordare quei momenti.
Un’anime in terra europea
L’uscita di questo anime coincide con un periodo d’oro per l’animazione giapponese, che aveva trovato terreno fertile non solo in terra nipponica. Anche l’Europa e in particolare l’Italia, accolse l’arrivo di questi show a braccia aperte, per non lasciarli più andare. Ma in un periodo così florido per questo tipo di intrattenimento, cosa ha fatto di Nadia – Il mistero della pietra azzurra un successo? Sicuramente il fatto che l’avventura narrata parte proprio a “due passi” da casa nostra. Non si tratta di una storia ambientata in Giappone, in America, in mondi immaginari o in galassie lontane, ma in Europa, più precisamente a Parigi.
La storia comincia all’ombra della tour Eiffel, proprio nel periodo della sua nascita, il 1889. In quell’anno, in città, si sta tenendo l‘Esposizione Universale di Parigi e un curioso ragazzino, chiamato Jean, giunge con lo zio per assistere alle moderne tecnologie esposte. Qui incontrerà Nadia, un’acrobata circense, in fuga da una banda interessata ad una preziosa pietra che la ragazza porta con sé, in grado di indicarle le situazioni di pericolo. Deciso ad aiutarla, Jean intraprenderà con lei un’incredibile avventura, che lo porterà a visitare luoghi misteriosi, a bordo del sottomarino Nautilus.
L’impronta di Miyazaki | Nadia – Il mistero della pietra azzurra
Forse non tutti sanno che questo manga ha alle sue spalle una personalità di spicco dell’animazione giapponese: Hayao Miyazaki. Avete capito bene; il regista, creatore di opere indimenticabili come La città incantata (2001) e Il castello errante di Howl (2004), è autore del soggetto originale di questo anime. Sono molti i fan del regista che hanno scovato, in questa opera, tratti comuni con altri suoi grandi successi. Il regista era, ad esempio, un grande appassionato di volo, un tema costante nei suoi film più celebri e massicciamente presente anche qui. Un caso? Forse no.
Lo stesso Miyazaki si ispirò a celebri racconti come Due anni di vacanze, del 1888 e Ventimila leghe sotto i mari, del 1869-1870 di Jules Verne. Il risultato è un anime intriso di avventura, che fa del mare un vero protagonista. Naufragi, sommergibili e navi sono sempre presenti. Innegabile l’ispirazione al capitano Nemo e al suo sottomarino, il Nautilus, sinonimo di efficienza ed avanguardia. Non dobbiamo dimenticare i temi dedicati all’esplorazione e alla lotta alla sopravvivenza, in situazioni avverse. Tutti argomenti cari allo scrittore francese.
Temi attuali | Nadia – Il mistero della pietra azzurra
Il luogo in cui le vicende prendono il via non è affatto casuale. Sin da subito è chiaro come la vera protagonista dell’Esposizione sia la tecnologia. Ad essa si affianca una controparte tutt’altro che trascurabile: la natura. I due mondi sono in costante collisione per tutta le durata dei 39 episodi, portando con sé un grande interrogativo: ci sarà mai armonia tra i due? Il contrasto è sviluppato su diverse dimensioni, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni e i personaggi.
Il mondo di Jean e di Nadia è in costante antitesi. Oceani sconfinati e isole in cui la natura spadroneggia incontrastata, si scontrano con ambientazioni in cui l’uomo è stato in grado di arrivare, proprio grazie alla scienza: il cielo e il mare. Molteplici sono le scene che hanno per protagonisti aerei e sommergibili, in grado di sorpassare l’idea che l’uomo non sia adatto a sopravvivere in luoghi come le profondità degli oceani o a sfrecciare come se avesse un paio di ali. Il dualismo è rappresentato costantemente anche dai due personaggi protagonisti: Jean e Nadia. Il primo è affascinato dalla tecnologia e dai benefici che essa potrà portare all’uomo; vive la vita con entusiasmo, con gli occhi sempre rivolti al futuro e al progresso. La seconda è invece una convinta vegetariana, amante della natura e pacifista convinta. La ragazza vive in un profondo stato di incertezza, dubbiosa di quello che sarà il suo futuro, ma ben consapevole della pericolosità dell’essere umano.
Viaggio e crescita | Nadia – Il mistero della pietra azzurra
É incredibile come i temi trattati siano, ancora oggi, più che mai sentiti. Questo è uno dei motivi che rende Nadia: Il mistero della pietra azzurra un anime in grado di mantenere inalterato il suo valore. Rivedere le puntate che ci hanno fatto compagnia nei pomeriggi della nostra infanzia potrebbe rivelarsi davvero appagante.
La storia di Nadia riesce in questo intento: far venire voglia di viaggiare, di partire all’avventura di mondi nuovi e sconosciuti. Solo così potremo arricchirci scoprendo luoghi e persone diverse e trovando la nostra strada, sempre in compagnia di amici fidati. In fondo, che cos’è questa storia se non una grande metafora? Intraprendendo il nostro personale viaggio, con al fianco le persone giuste, potremo sconfiggere le nostre paure e capire chi siamo e cosa vogliamo.
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