Bentornati ad un nuovo appuntamento della rubrica “Voce alle donne”, uno spazio interamente dedicato all’universo femminile. Oggi abbiamo deciso di parlarvi della miniserie L’altra Grace
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento di prodotti interamente dedicati alle donne: film, ma anche serie TV di grandissimo successo, che sono riusciti a portare sul piccolo e grande schermo alcuni dei “drammi” e delle difficoltà dell’essere donna. Per questo motivo, con la nostra rubrica “Voce alle donne”, vogliamo parlarvi di quelli che, secondo noi, sono i film e le serie tv che meglio rappresentano il mondo delle donne e le loro battaglie per la parità dei diritti.
Il nostro appuntamento di oggi è dedicato alla miniserie L’altra Grace (Alias Grace), tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood, autrice di The Handmaid’s Tale. Se quest’ultimo racconto ci mostra l’oppressione delle donne in un futuro distopico, L’altra Grace, invece, fa un passo indietro nel tempo, per riportarci ad uno spaccato di vita reale dove le donne venivano emarginate e incriminate ingiustamente per il solo fatto di essere nate donne.
Trama e trailer – L’altra Grace
L’altra Grace racconta la storia della giovane Grace Marks imprigionata nel 1843 per l’omicidio del suo datore di lavoro Thomas Kinnear e della domestica (e amante) Nancy Montgomery, incinta di Kinnear. La ragazza venne condannata al carcere a vita, mentre il tuttofare e stalliere James McDermott, esecutore materiale del delitto, viene condannato a morte e impiccato. Nonostante le prove che la inchiodano siano inconfutabili, Grace sostiene di essere innocente. La storia si ispira a fatti reali, ma al contrario della realtà – dove la Marks fu liberata dopo 29 anni – in L’altra Grace la protagonista trova un alleato nello psichiatra Simon Jordan, incaricato di dimostrare la sua innocenza. Il dottor Jordan invita la giovane a parlargli di quello che preferisce, cercando tutti i possibili indizi che possano dimostrare un disturbo psicologico. Grace parla quindi della sua vita prima degli omicidi, avvenuti quando lei aveva appena sedici anni. Nonostante i suoi ricordi antecedenti ai delitti siano estremamente dettagliati, Grace sembra non rammentare nulla del giorno in cui il suo datore di lavoro e la governante sono stati assassinati.
Il ruolo marginale della donna e la crudeltà dell’uomo – L’altra Grace
L’altra Grace fa un ritratto forse un po’ crudele ma abbastanza realistico della società del diciannovesimo secolo. L’uomo è crudele, quasi barbaro, sporco. Ne sono una prova gli stessi abiti fangosi che riflettono un animo altrettanto sporco. Si tratta di un mondo fatto di uomini crudeli, dove l’essere nata donna è una condanna. Le donne, infatti, sono relegate solo a ruoli marginali, il cui unico scopo è quello di appagare l’uomo. Ma cosa succede quando questo meccanismo si inceppa e una donna decide di ribellarsi? In L’altra Grace vediamo, infatti, l’incapacità e l’incredulità degli uomini di fronte a una donna che è stata in grado di rompere gli schemi e sottrarsi a quella vita di abusi a cui era costretta. E sebbene questo l’abbia portata a subire ulteriori soprusi, Grace rimane comunque una donna libera, che è stata capace di dire basta. Perché quando l’uomo ha paura di una donna la sua prima reazione è quella di farla apparire pazza e in quanto tale rinchiuderla in carcere o in manicomio.
Grace e il ritratto di una società – L’altra Grace
Sarah Gordon è chiamata a interpretare un ruolo non semplice, quello di una donna dalla doppia natura, forte e debole, crudele e sottomessa, senza mai farci capire quale delle due sia quella reale o se addirittura entrambe lo siano. Proviamo subito una forte attrazione per la fragile e sfortunata Grace e non possiamo fare a meno di sentirci empatici nei suoi confronti, al di là dei crimini di cui è accusata. Nel corso della sua giovane vita, Grace ha subito più volte violenze e soprusi; una vita difficile con un susseguirsi di privazioni, di ingiustizie, di violenze e di abusi. Grace rappresenta molte donne dell’epoca, costrette a subire ogni genere di violenza – da quella fisica a quella psicologica. Tra tutte, l’esperienza del manicomio è una delle realtà più tristi e buie della nostra storia, che tante volte abbiamo vista rappresentata sul piccolo e grande schermo. La pazzia della donna o l’isterismo, come veniva chiamata, era infatti la soluzione a portata di mano per gli uomini che volevano sbarazzarsi delle loro donne “scomode”.
Un femminismo velato – L’altra Grace
Sebbene L’altra Grace non ci mostri una battaglia aperta contro l’oppressione delle donne, è permeata da un femminismo sotteso che ci porta a riflettere sul ruolo che le donne hanno avuto nella società di un tempo. Grace rappresenta una spaccato di società fragile ed emarginato, che non aveva diritto a rivendicazioni o pretese. Alla fine poco importa se Grace abbia commesso o meno i crimini di cui è accusata, ciò che vorremmo è vederla libera da tutte quelle catene mentali che hanno creato in lei quella doppia natura al tempo stesso crudele e docile. Anche lo stesso dottor Jordan ci appare incapace di capire realmente la natura e gli stati d’animo di Grace perché ci rendiamo conto che guarda Grace con lo sguardo di un uomo e non con quello di un essere umano unicamente interessato alla salute di Grace.
Perché vedere questa serie
L’altra Grace è una piccola perla da recuperare nel catalogo di Netflix, tuttavia non è una serie per tutti. Si tratta di una miniserie cupa e dai toni oscuri, che mostra poca azione e si concentra, invece, sullo stato mentale della protagonista. L’altra Grace è però una serie intrigante e ben realizzata sotto tutti i punti di vista e in grado di fare dubitare le sicurezze dello spettatore. Inoltre, la serie mostra uno spaccato di vita reale del XIX secolo molto interessante con una precisione e dovizia dei particolari; una ricostruzione fedele e piena di dettagli.
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