Mentre La Casa di Carta sta per tornare su Netflix, il 3 aprile con la sua quarta parte, vi proponiamo un articolo di curiosità per rispondere a una domanda: il presupposto economico del piano del Professore è plausibile?
La Casa di Carta è la serie Netflix non in lingua inglese più vista della storia. Uscita nel 2017 in Spagna, ha ottenuto un enorme successo sulla rete Antena 3 (la stessa su cui era trasmesso Un Paso Adelante). È stata poi acquistata da Netflix che ha diviso in due parti la prima stagione, riducendo la durata dei singoli episodi e aumentandone il numero. Da 15 su Antena 3, della durata di circa un’ora, sono diventati 13 e 9, della durata di circa 40 minuti. In Italia è sbarcata tra il 2017 e il 2018.
Le avventure del Professore e del suo “gruppo di disgraziati” hanno avuto tanto successo che è stata rilasciata una seconda stagione, anch’essa divisa in due parti: abbiamo potuto seguire la terza parte nel 2019 mentre dal 3 aprile 2020 verrà pubblicata la quarta.
La prima e seconda parte de La Casa di Carta | Curiosità
Un uomo che si fa chiamare Professore raduna una squadra di “disgraziati”, gente con precedenti penali che non ha nulla da perdere. L’obiettivo è diventare ricchi, attaccando e barricandosi nella Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, a Madrid, stampare 2.4 miliardi di euro e scappare con il bottino. Il Professore dà loro dei nomi fittizi: Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki e Oslo. Una volta barricati nella zecca, verrà mantenuto il contatto radio e il gruppo dovrà seguire fedelmente il suo piano, architettato da anni, e non avere rapporti interpersonali. Il Professore calcola tutto nei minimi dettagli e, seppur lui stesso completamente algido, anche il fattore umano ed emotivo del gruppo. L’impulsiva Tokyo, infatti, inizia una relazione con il giovane Rio; la focosa Nairobi si scontra con il misogino Berlino sul comando della rapina; il saggio Mosca è il padre dell’iroso Denver; la remissiva Monica, segretaria del direttore della zecca, si innamora proprio di Denver; i calmi Oslo e Helsinki sono cugini. Inoltre è costantemente presente il timore che qualcosa vada storto. Il Professore stesso nasconde a tutti di essere fratello di Berlino.
Per contrastare l’attacco, la Spagna schiera le forze di polizia, coordinate dall’ispettrice Raquel Murillo, determinata e forte negoziatrice.
Il piano dura circa 5 giorni, durante i quali vengono stampati miliardi di euro. Il gruppo riesce infine a fuggire, ma con la caduta di Mosca, Oslo e Berlino, e l’ingresso di Stoccolma (Monica, l’ex segretaria del direttore). Il Professore riesce a raggiungere Raquel, avendo instaurato una relazione platonica al telefono.
La terza parte de La Casa di Carta di carta | Curiosità
Dall’isola tropicale dove si è rifugiato, Rio viene catturato dalla polizia. Il Professore presenta al gruppo un nuovo piano: rapinare l’oro della Banca di Spagna. Al gruppo della prima stagione si aggiungono Lisbona (Raquel), Palermo, Marsiglia e Bogotà. L’intento è di negoziare la liberazione di una serie di ostaggi in cambio di Rio, ricattando lo Stato con il furto dell’oro. Stavolta il nemico è l’ispettrice Alicia Sierra, spietata e senza scrupoli.
L’iniezione di liquidità del Professore ha basi solide?
Nella penultima puntata della prima stagione, il Professore spiega a a Raquel le basi economiche da cui parte il suo piano: secondo lui la BCE ha creato denaro, dandolo alle banche, senza che nessuno considerasse illegale la manovra; lo stesso vuol fare lui, ma dandolo direttamente alle persone.
Ti hanno insegnato a distinguere il bene dal male, ma se quello che stiamo facendo noi lo fanno altri, ti sembra che sia giusto? Nel 2011, la Banca Centrale Europea ha creato dal nulla 171 mila milioni di euro. Dal nulla, proprio come stiamo facendo noi. Però alla grande. 185 mila nel 2012. 145 mila milioni di euro nel 2013. Sai dove sono finiti tutti quei soldi? Alle banche, direttamente dalla zecca ai più ricchi. Qualcuno ha detto che la Banca Centrale Europea è una ladra? Iniezione di liquidità, l’hanno chiamata. E l’hanno tirata fuori dal nulla, Raquel, dal nulla. Cos’è questa? Non è niente, Raquel, è carta. È carta, lo vedi? È carta. Io sto facendo un’iniezione di liquidità, ma non alla banca. La sto facendo qui, nell’economia reale, in questo gruppo di disgraziati perché è quello che siamo, Raquel, per scappare da tutto questo. Tu non vuoi scappare?
Questo il ragionamento alla base de La Casa di Carta, ma qui vogliamo rispondere a una curiosità: il Professore ha ragione?
Perché si stampa denaro?
Ogni anno la BCE e le banche centrali nazionali calcolano quanto denaro va stampato per soddisfare la domanda di banconote. Ebbene sì: esattamente come un’azienda produce di più per soddisfare una maggiore richiesta del proprio prodotto, così fa la BCE quando il mercato ha bisogno di più contante (ad esempio nei periodi di festività). Al contempo vengono ritirate tutte le banconote usurate, danneggiate o da sostituire con una nuova serie, magari con maggiori sistemi anti-contraffazione o la firma del nuovo presidente della BCE. Se questo non avvenisse, circolerebbero solo banconote strappate e rovinate.
Il sistema del pooling decentrato fa sì che le stime sull’immissione di denaro soddisfino realmente la domanda dei singoli paesi. L’accordo viene approvato dal consiglio direttivo della BCE e sono infine gli istituti addetti alla stampa a sobbarcarsi i costi (materiali, inchiostri, macchinari, stipendi).
Insomma, nessuno crea ricchezza “dal nulla”.
Il denaro va alle banche?
Il denaro va sia alle banche sia alla grande distribuzione. Tramite i versamenti in banca o tramite l’acquisto nella GDO, restituiamo i contanti, che potrebbero essere usurati. Una serie di controlli fa sì che le banconote rovinate, vecchie, danneggiate o contraffatte siano sostituite con nuovi pezzi, reimmessi negli sportelli bancari o nella GDO. Quando ritiriamo al bancomat, infatti, le banconote sono sempre nuove o seminuove.
Insomma, nessuno regala soldi alle banche.
La BCE crea dal nulla?
Nel 2011 c’è stata una produzione complessiva di 171,3 miliardi di euro; per il 2012 sono stati stampati 184,5 miliardi di euro; poi, nel 2013, invece, 145 miliardi di euro. Il Professore cita le medesime cifre ma, come abbiamo visto, queste banconote vengono sostituite. L’eventuale stampa “in più” è in accordo con i mercati, in base all’aumento di popolazione o di sportelli bancomat, che richiedono più contante, ma non più ricchezza “dal nulla”.
Insomma, non si “crea dal nulla” ricchezza ma liquidità, e in quantità controllate.
Il Professore ha ragione?
La BCE si occupa di mantenere l’inflazione attorno al 2%, senza farla salire eccessivamente né farla scendere (deflazione). La Comunità Europea si basa, tra le altre cose, su questo meccanismo di sicurezza.
L’iniezione di liquidità citata dal Professore ne La Casa di Carta non è una stampa “dal nulla” di denaro regalato alle banche. Gli Stati pagano i propri debiti vendendo titoli di Stato. Normalmente questi sono acquistati da persone o da istituti di credito. Dal 2015 anche la BCE ha acquistato titoli di Stato, abbassandone i tassi di interesse e, a catena, rendendo i prestiti delle banche a noi popolo più convenienti, facendo ripartire consumi e investimenti. Questa operazione era il quantitative easing voluto da Mario Draghi. peraltro applicata dal 2015 e non dal 2011 citato dal Professore.
L’iniezione di liquidità non è una regalìa di denaro.
Curiosità La Casa di Carta: le banconote sono solo carta?
Sì e no. Fisicamente sono solo carta stampata, questo è ovvio, e il nostro contante ha un valore rappresentativo, diversamente dall’antica moneta d’oro, che aveva valore intrinseco (il peso dell’oro). Non è nemmeno vero che stampare una banconota da 500 euro costi alla zecca 500 euro. Il valore della banconota è mantenuto dal rapporto fiduciario delle istituzioni bancarie: a ben pensarci, avere 1.000 euro in cartamoneta oppure su un conto online, il numeretto, è la stessa cosa. Noi possiamo liberamente cambiare una banconota da 50 euro (con il suo costo di stampa) con 10 banconote da 5 euro (con un costo di stampa totale probabilmente maggiore) perché il valore rappresentativo è il medesimo.
Le banconote sono fisicamente solo carta, ma rappresentano il loro valore.
Reale banconota da 0 euro, 2017, per tutti gli appassionati di numismatica
Perché non posso stampare denaro per i fatti miei?
La contraffazione di denaro è punita per legge perché l’ammontare a livello nazionale o europeo è deciso dalla BCE, organismo sovranazionale, e dalle banche nazionali. Se ciascuno stampasse denaro per sé, esso si svaluterebbe, perdendo il valore rappresentativo.
In definitiva con questo articolo di curiosità su La Casa di Carta vi diciamo che il Professore e la sua banda di disgraziati stampano denaro senz’altro illegalmente. Scopriremo nella quarta stagione le loro sorti, a partire dal 3 aprile su Netflix.
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