Qualche tempo fa vi avevamo parlato della web serie La principessa è in un altro castello realizzata dai ragazzi di Drunken Otters. Eccoci di nuovo tornare sull’argomento per fornirvi l’intervista che questi ragazzi ci hanno gentilmente rilasciato
La Principessa è in un altro castello è una web serie, creata dai ragazzi di Drunken Otters, ispirata ai videogiochi degli anni ’80 e ’90, ed in particolare a Super Mario Bros., The Legend of Zelda, Ghouls ‘n Ghosts e Final Fantasy. Ve ne avevamo già parlato in un nostro precedente articolo, oggi torniamo sull’argomento per fornirvi l’intervista che i ragazzi di Drunken Otters ci hanno voluto gentilmente concedere. Continuate a leggere e scoprirete tutti i segreti di La principessa è in un altro castello e saprete molto di più su questi simpatici ragazzi che si celano dietro lo pseudonimo di Drunken Otters!
La principessa è in un altro castello – Drunken Otters
Drunken Otters parlateci di voi: chi siete, da dove venite e dove andate?
Di base siamo un’idra bifronte: Luca Di Martino e Milcah Marcelo, un marito e moglie molto innamorati e un po’ ubriaconi… da qui il nome della casa di produzione: lontre ubriache. Luca lavora professionalmente come attore, Milcah è un’insegnante di inglese e part-time fotografa. Un’unione fatta in Paradiso: chi ama fotografare e chi ama essere fotografato. Con noi amici e collaboratori di lunga data: ad esempio l’attore Tommaso Pagliarini, che è amico di Luca da quasi 10 anni, durante i quali hanno lavorato insieme in una decina di produzioni. Simili legami di amicizia e pratica professionale si possono dire di tutti i collaboratori del gruppo. Dove si va, per ora, è il 19 Ottobre, data di uscita su YouTube del progetto intorno a cui ci siamo formati: la webserie “La principessa è in un altro castello”. Dopo sarà il riscontro del pubblico a decidere il nostro destino!
La principessa è in un altro castello, la web series a cui state lavorando, pesca a piene mani nella cultura nerd. Come è nata l’idea di creare una serie web e come mai proprio una che trae ispirazione dal mondo dei videogiochi anni ’80 e’90?
YouTube, come notavi giustamente nell’articolo che ci hai già dedicato, sfugge alle logiche di produzione e distribuzione tradizionali, è il canale ideale per chi ha voglia di sperimentare e divertirsi con le tecniche e i linguaggi. L’obbiettivo, dall’inizio, è stato di creare qualcosa di fatto a modo nostro, in cui mischiare ambizioni e competenze professionali per creare qualcosa di cui andare orgogliosi: che fosse ben scritto, che fosse ben recitato, che avesse la scherma e le arti marziali, che desse finalmente a Luca l’opportunità di “giocare” con la stop motion, che è una sua passione personale sin dall’infanzia, e così via discorrendo. Sapevamo di poterlo fare, e abbiamo voluto farlo. Da queste premesse, l’argomento si è imposto da solo… forse anche perché abbiamo ancora l’abitudine di rilassarci spolverando i vecchi Nintento e Super Nintendo! Inoltre i videogiochi di quegli anni, essendo un medium appena nato, avevano un codice narrativo tutto loro, che non cercava ancora di somigliare il più possibile a quello cinematografico: dover sperimentare all’interno dei propri limiti tecnici era un’incredibile carburante per la loro inventiva ed unicità… la stessa formula che secondo noi funziona oggi per il web, che deve trarre forza dalla sua specificità di linguaggio rispetto a televisione e cinema.
Oltre ai videogame vi siete ispirati anche a qualche film o serie televisiva in particolare?
Di sicuro per la tv è doveroso citare “Buffy” di Joss Whedon, per la meravigliosa abilità del suo creatore di costruire un mondo su citazioni, omaggi e sovvertimenti dei cliché narrativi, ma allo stesso tempo rendere quel mondo coerente ed autonomo, un universo che viva di vita propria e non solo in funzione delle sue fonti. Grande influenza ha avuto anche il reboot del 2005 di “Doctor Who”, nel suo spaziare fra generi completamente differenti con una creatività incontrollabile e quasi fanciullesca. A questi si aggiunga il cinema italiano di genere, dal trash del Monnezza fino alla visionarietà barocca e squisitamente artigianale degli horror di Mario Bava… gli Spaghetti Western, la saga di Evil Dead di Sam Raimi, Labirynth di Jimmy Hensen, gli altri classici del fantasy anni ’80 come La storia infinita, Legend o Willow, e praticamente tutta la filmografia del leggendario maestro della stop motion Ray Harryhausen. Senza trascurare le filmografie più “serie” di maestri come Kubrick e Bergman. E, ultimo ma non da ultimo, ovviamente non si fa un prodotto come il nostro senza buttarci a piene mani omaggi alla prima trilogia di Guerre Stellari! Per le webserie, non saremmo qui senza l’esempio di Street Fighter – The later years, un divertentissimo prodotto dei primi anni del canale College Humor, The Guild di Felicia Day e il folle Dr Horrible’s sing along blog, di nuovo di Joss Whedon. Per i fumetti, impossibile non citare Leo Ortolani, i cui lavori hanno avuto un’influenza fondamentale sul nostro stile di comicità. L’ispirazione più importante di tutte, però, è letteraria: Terry Pratchett, l’autore preferito di Milcah, un geniale scrittore inglese, recentemente scomparso, autore del ciclo di Discworld, una lunghissima serie di romanzi fantasy demenziali (ma, quando serve, inaspettatamente profondi). È lui la nostra massima aspirazione rispetto al tono che stiamo cercando di dare al nostro piccolo mondo… il nostro protagonista si chiama Terry in suo onore, e prende molti tratti fondamentali da uno dei suoi personaggi più belli, il Capitano Sam Vimes delle guardie di Ankh-Morpork.
Guardando il trailer non abbiamo potuto fare a meno di essere incuriositi dai nomi dei personaggi. Diteci qualcosa di più a riguardo, nascondono dei riferimenti particolari?
Sì assolutamente: abbiamo un gusto ossessivo compulsivo per la citazione e l’in-joke, per cui ci riesce praticamente impossibile dare un nome senza costruirci sopra castelli in aria. Il nome del protagonista, Terry, è come già dicevamo un omaggio a Terry Pratchett. Il cognome, Fitzgerald, un riferimento trasversale a “The Legend of Zelda”, tramite il passaggio mentale da un’altra celebre Zelda, Zelda Fitzgerald, moglie dello scrittore Francis Scott. La principessa Goddard, oltre a prendere il cognome dal famoso cineasta francese, ricalca il Godot di “Aspettando Godot” di S. Beckett: in entrambi i casi personaggi di cui i protagonisti sono in attesa (e/o in ricerca) e non si sa se alla fine li vedremo o meno. Il nome Julia è invece rubato, senza troppi complimenti, al love interest di Ken Shiro, dall’omonimo manga e cartone animato: una fanciulla non certo estranea all’essere ripetutamente rapita, con l’eroe in sua ricerca. Pape Satàn, patriarca della famiglia dei cattivi, prende il nome dal celebre “Pape Satàn Aleppe” di dantesca memoria; dei suoi figli, Herbert Satàn, il più fantascientifico, è battezzato dallo scrittore di fantascienza Frank Herbert, autore del ciclo di Dune; Shigeru Satàn omaggia il creatore di Super Mario Shigeru Miyamoto; il nome di Inez Satàn, del castello zombie, viene dallo pseudonimo (Inez, appunto) che utilizzò l’attrice che interpretò il ruolo di Jill Vallentine nelle sequenze live action del primo videogioco di Resident Evil; Delgado Satàn dall’attore Roger Delgado, il primo ad interpretare il personaggio del Master, storico antagonista della già citata serie Doctor Who. E così discorrendo, senza tirare avanti fino a mezzanotte, credo vi siate fatti un’idea!
Di quante puntate e di quale lunghezza sarà composta La principessa è in un altro castello?
Abbiamo prodotto una prima stagione di 8 puntate di circa 5 minuti ciascuna. Ve ne saranno poi altre? Al pubblico l’ardua sentenza.
Quanto tempo ed impegno ha richiesto la realizzazione della serie fino ad ora? Quali difficoltà avete incontrato? Come le avete superate e quali insegnamenti ne avete tratto?
Essendo nata dalle menti di marito e moglie è difficile rintracciare la prima volta che l’idea sia stata buttata lì, ma diciamo che due anni fa è quando ha preso una strutturazione tale da poter dire “ok, si può fare e si farà”. Da lì è partita di buona lena la pre-produzione, che incastrandosi nei momenti di tempo libero che ci lasciavano le attività lavorative vere e proprie ha avuto fasi di bonaccia e di grande accelerazione: ad esempio quando Luca è in tournée passa mesi avendo gran parte della giornata libera, con la possibilità di portare avanti il lavoro invece di girarsi i pollici in albergo. Le difficoltà sono state quelle ovvie e, in tutta sincerità, aspettate in un progetto tanto ambizioso: abbiamo la fortuna di poter contare su professionisti già relativamente affermati nei rispettivi campi di competenza, quindi avevamo tutti quantomeno la forma mentale per affrontare la mole e la complessità del lavoro, prendendoci il tempo di imparare quello che ancora non si sapeva sul campo. Questo significa che gli inevitabili, mille problemi non ci hanno mai preso alla sprovvista e buttati nello sconforto o nel disfattismo: li si è fronteggiati con l’inventiva e la sana incoscienza di chi sa che l’importante è, alla fine, portare a casa la giornata. Da questo punto di vista possiamo dire, non senza un certo orgoglio, che non abbiamo mai avuto intoppi, ma solamente sfide… superate con grande serenità e, ci auguriamo, profitto. Imparare con la pratica è una cosa in cui crediamo molto, e nulla è più bello di poter riscontrare un’evoluzione nella qualità del proprio lavoro, sapendo che le sfide di domani porteranno nuovi margini di miglioramento.
Avete già in cantiere altri progetti o per adesso siete ancora impegnati al 100% sulla fase di post-produzione e marketing de La principessa è in un altro castello?
100% Principessa. Ovviamente le idee non mancano e a volte iniziano anche a girare per l’aria, ma sarebbe davvero mettere il carro davanti ai buoi. Un po’ per scaramanzia e un po’ per oggettivi limiti di energie fisiche e mentali, per adesso, preferiamo non pensare ad altro.
Allora dopo aver letto la nostra intervista cosa ne pensate de La principessa è in un altro castello e dei ragazzi di Drunken Otters? Se voleste approfondire ulteriormente il discorso, vi rimandiamo al loro sito ufficiale e alla loro pagina facebook.
Non ci resta che fare l’in bocca al lupo ai Drunken Otters per La principessa è in un altro castello, che vi ricordiamo debutterà il 19 ottobre 2018 sul loro canale YouTube.
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