Eccoci di nuovo all’appuntamento dedicato agli anime, in particolare quelli del catalogo VVVID, e al loro raffronto con i manga: in questa occasione vi presentiamo Death Note, il thriller psicologico di Tsugumi Ōba
Quando si parla di manga, si parla del Giappone. La cultura orientale è ricca di storie, tradizioni e abitudini distanti da noi, che inserite all’interno di fumetti hanno da sempre reso il Giappone e i giapponesi estremamente interessanti agli occhi del pubblico occidentale.
Tra le tante opere pubblicate e la grande varietà di generi, si nascondono dei veri e propri capolavori. Personaggi ben costruiti, storie ricche di sfaccettature, etica e morale mixata con scene d’azione e combattimenti psicologici.
Se penso a tutto ciò, non posso che citare Death Note; un thriller psicologico dove giusto e sbagliato coesistono, divisi solo da una sottile linea immaginaria.
Death Note è un vero e proprio cult per ogni appassionato di manga, avendo segnato la storia del fumetto giapponese. Ideato e scritto da Tsugumi Ōba e illustrato da Takeshi Obata, inizia la pubblicazione nel 2003, per concludersi nel 2006 con un totale di 108 capitoli suddivisi in 12 volumi (più un tredicesimo volume intitolato “Death Note 13: Guida alla lettura”, pubblicato postumo). In Italia, i diritti del manga sono stati acquistati da Planet Manga, che ha pubblicato i dodici volumi di Death Note dal 2006 al 2008.
L’adattamento animato di Death Note, diretto da Tetsurō Araki e animato dalla nota Madhouse, andò in onda in Giappone dal 2006 al 2007 per un totale di 37 episodi. In Italia, la serie è stata importata e trasmessa da MTV.
L’anime è disponibile in streaming sulla piattaforma on demand VVVVID e Netflix.
Trama | Death Note di Tsugumi Ōba
La storia si concentra su Light Yagami, un brillante studente delle scuole superiori che un giorno trova un quaderno dai poteri soprannaturali chiamato Death Note. Il quaderno, gettato sulla Terra dallo Shinigami Ryuk (un dio della morte, imponente e spaventoso), dona al possessore il potere di uccidere chiunque scrivendone semplicemente il nome all’interno, a patto di conoscerne anche il volto da associarvi.
Light, che diventa anche l’unico a poter vedere lo Shinigami e parlarci, assaggiato il potere del Death Note e compresane la portata, intende usarlo per eliminare tutti i criminali e creare un mondo libero dal male. Tuttavia, i suoi piani vengono presto contrastati dall’intervento di Elle (o L), un investigatore privato chiamato a indagare sulle numerosi morti misteriose.
Intorno ai due scaltri ‘giocatori’ gravitano, come pedine di una scacchiera, la polizia giapponese e L’FBI; alleati di Elle e inconsapevolmente vicini a Light, saranno pressoché fondamentali nel duello decisivo.
Il Dio del Nuovo Mondo | Death Note di Tsugumi Ōba
“Io sono Kira. E soprattutto, sono il Dio del nuovo mondo. Un mondo in cui Kira è la legge, e in cui solo Kira può mantenere l’ordine. Oggi, io sono la Giustizia. Sono la speranza del genere umano. Nessuno è in grado di costruire un nuovo mondo…soltanto io.”
Il successo di Death Note deriva tutto dalla caratterizzazione del personaggio principale. Light Yagami, pur essendo il protagonista, non possiede i tipici tratti distintivi dell’eroe; anzi, commette dei veri e propri crimini con cui è difficile simpatizzare, ma che lo rendono al tempo stesso più umano e credibile.
Il grande senso di giustizia in cui crede fortemente Kira – questo lo pseudonimo del ragazzo – lo convince dell’idea che possa creare un nuovo mondo, privo di malvagità, diventandone il Dio assoluto.
Light mostra una natura assolutamente priva di pentimenti e scrupoli, fermamente convinto di essere nel giusto. Soltanto la coscienza di Light sa chi è bene uccidere e chi no, senza sentire il bisogno di confrontarsi con altri, senza dare a chi decide di uccidere la possibilità di potersi difendere.
Il potere del quaderno lo convince ancor di più che ripulire il mondo sia il suo compito ultimo. Anche se, questa sua nuova fonti di divertimento, lo spinge a diventare superiore a tutti gli uomini, anche con la forza.
Privo di qualsiasi valore morale, per raggiungere il suo ambizioso obiettivo finale, finirà per diventare tutto ciò che ha cercato di debellare dall’umanità fino a quel momento.
In Death Note, la morale del singolo regna sovrana sulla secolare giustizia, dettandone di conseguenza le regole. Light si impossessa di questo concetto, finendo per credersi l’unico in grado di poterla piegare al suo volere e alla sua visione del mondo.
Giustizia | Death Note di Tsugumi Ōba
Non si può non approfondire ulteriormente il concetto di Giustizia in Death Note; venendo così mostrate due versioni antitetiche, ma parallele, di come applicarla.
Elle, il detective
In questa serrata e delicata lotta sul filo del Bene e del Male, è impossibile non trovarsi a provare fascinazione per un personaggio controverso come Light. La sua idea di giustizia, però, contrasta del tutto con quella di un altro straordinario personaggio della storia: Elle.
Se da un lato Light incarna l’ideale di giustizia biblico, dall’altro Elle veicola una versione del concetto più moderata e ‘giusta’ (o quella con cui noi, più facilmente, ci identificheremmo). Per Elle, non spetta al singolo decidere come punire i criminali: esistono gli stati e le leggi per questo.
Agli occhi di Elle, Light non è altro che uno spietato assassino.
Elle è un ragazzino sciatto, niente affatto socievole, con una personalità dai tratti ossessivi. Due occhiaie marcate, vestito in modo trasandato e amante dei dolci, che ama mangiare seduto in modo del tutto scomposto. Mai giudicare un libro dalla copertina però; infatti, ben presto, si rivela il personaggio più brillante di Death Note.
Ryuk, lo Shinigami
Tra tutti, è Ryuk ad emergere da Death Note come personaggio perfetto.
La sua noia, accompagnata dalla curiosità per il genere umano, mostra una creatura soprannaturale che si diverte a giocare con gli uomini e con la loro sorte. Scopre con Light quanto sia influenzabile e facilmente manipolabile la mente umana, arrivando addirittura a provare fascinazione per lo spietato senso di giustizia del ragazzo.
Lo Shinigami interpreta senza remore il ruolo di divinità tentatrice che agisce solo per mero tornaconto personale: trovare un diversivo piacevole che plachi lo strazio della sua natura di essere immortale.
Tra manga e anime, la perfetta trasposizione
L’originalità di Death Note nei contenuti, nello stile, nei temi affrontati, così come l’ottima resa della versione animata e la grande caratterizzazione psicologica di personaggi, hanno saputo intercettare perfettamente i gusti di una nuova generazione di lettori.
Sicuramente, questi sono solo alcuni dei motivi per cui dopo ben 15 anni dall’uscita continuiamo a sentire l’eco della sua importanza.
I disegni, opera del famoso fumettista giapponese Takeshi, mostrano una cura maniacale per il disegno, precisione nei dettagli, e la scelta di tinte molto scure, capaci di evidenziare la natura oscura della storia. L’anime rispecchia fedelmente lo stile di Takeshi Obata e le animazioni mantengono standard altissimi.
Soffermandoci sulla serie animata di Death Note, può essere divisa in due atti: la battaglia psicologica con Elle, dal primo episodio all’episodio 25; lo scontro con i ‘successori’ di Elle, ovvero Near e Mello, dall’episodio 26 all’episodio 37; comprendendo, così, tutto l’arco narrativo del manga.
Sebbene la seconda parte risenta di un calo stilistico nella narrazione, portando quasi ad una ripetizione degli eventi espressi con minor rigore, l’opera in sé per sé entra di diritto nella storia dei miglior fumetti pubblicati all’interno dell’enorme mondo dell’editoria giapponese.
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