Kolossal, registi indimenticabili, cinema italiano: questa è Cinecittà, che oggi compie 83 anni di storia, dalla fondazione nel 1937
Gli studi di Cinecittà oggi compiono 83 anni. Il simbolo del cinema italiano, dove hanno lavorato da Fellini, Leone, Scola, Sordi, Visconti, fino a Benigni e agli stranieri Scorsese e Coppola. Ripercorriamone la storia.
Gli inizi
L’industria cinematografica italiana nasce nei primi anni del ‘900, principalmente a Torino, ma anche Roma e Milano. I primi lungometraggi italiani avevano spopolato nel mondo (memorabile il muto Cabiria del 1914, di Giovanni Pastrone, in cartellone a New York per dieci mesi, visto alla Casa Bianca, più di tre ore di spettacolo), per poi essere adombrati dal cinema tedesco e americano. Nel 1931 Mussolini vara una legge per penalizzare le importazioni cinematografiche e stimolare l’industria italiana (anche come strumento di propaganda). Quattro anni dopo un enorme incendio distrugge gli studi della società Cines, vicini alla basilica di San Giovanni, a Roma. La società viene assorbita dalla SAISC (Società Anonima Italiana Stabilimenti Cinematografici) di Carlo Roncoroni, il quale acquista un terreno di 600.000 metri quadri lungo la via Tuscolana.
Il 28 aprile 1937 si inaugurano gli stabilimenti di Cinecittà, su progetto di Gino Perressutti, composti da 73 edifici tra cui 21 teatri di posa. Nel 1938 Cinecittà, in deficit di bilancio, viene rilevata dallo Stato. La produzione continua fino al 1943, quando il cinema fascista si trasferisce a Venezia mentre Cinecittà è occupata dai nazisti e trasformata in un campo di concentramento per civili. Con la liberazione di Roma, l’anno successivo, diviene un ricovero per sfollati. Per contrastare il freddo, purtroppo viene bruciata gran parte dei documenti d’archivio: una grave perdita per la storia del cinema.
Il Dopoguerra
Il primo film girato a Cinecittà nel dopoguerra è Cuore (1947) di Duilio Coletti. In seguito, la produzione americana fa esplodere la produzione: Il principe delle volpi della 20th Century Fox (1948), Quo vadis? (1951) di Mervyn LeRoy e Ben Hur (1959) di William Wyler, sono tre dei capolavori statunitensi girati nella Hollywood sul Tevere. Ma anche registi italiani, ricordiamo Bellissima (1951) di Luchino Visconti, che parla proprio del desiderio comune al Belpaese di lavorare a Cinecittà, e Roma (1972) di Federico Fellini. Dalla fine degli anni sessanta avviene una nuova crisi del cinema italiano, dovuta anche alla crescita della televisione e alla fine della produzione di kolossal.
Le produzioni americane continuano: Black Stallion (1977) di Carroll Ballard, Il padrino – Parte III (1990) di Francis Ford Coppola, Daylight – Trappola nel tunnel (1996) di Rob Cohen, Il paziente inglese (1996) di Anthony Minghella, Gangs of New York (2002) di Martin Scorsese, La passione di Cristo (2004) di Mel Gibson. A Cinecittà si gira il secondo episodio della trentesima stagione di Doctor Who. Dal 2000 ospita la Casa del Grande Fratello, distrutta da un incendio a fine 2013 e poi ricostruita.
Nel 1991 ospita l’Eurovision Song Contest 1991 e due edizioni dell’assegnazione dei premi David di Donatello (1999 e 2000). Nel 2015 è teatro del remake di Ben-Hur e di Zoolander 2 nel 2016, il che comporta il record di fatturato. Un ennesimo incendio devasta parte del set della serie Rome nel 2018. Nel dicembre 2019 apre il Museo italiano dell’audiovisivo e del cinema.
I numeri di Cinecittà
Cinecittà ha indirizzo su Via Tuscolana 1055 a Roma. È la seconda più grande comunità di produzione cinematografica (dopo Hollywood). È un complesso di 21 teatri di posa di varie dimensioni, acusticamente insonorizzati, più 10 ettari di backlot e una piscina di 7000 mq (13.500 metri cubi d’acqua), esteso una superficie di 400.000 mq a circa 9 km dal centro di Roma, raggiungibile con la metropolitana. Sono compresi i laboratori di post produzione, di allestimento delle strutture sceniche, sale di proiezioni, conferenze e servizi vari. Il Teatro più grande è il numero 5, con 2.873,04 metri quadrati. Oggi il direttore è Giancarlo Di Gregorio.
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