Il nostro consueto appuntamento con la retro-recensione di un grandecclassico oggi ci porta a riscoprire uno dei film più famosi dei fratelli Coen: Il Grande Lebowski. Inizialmente poco apprezzato da critica e pubblico, negli anni è stato però rivalutato ed è diventato un fenomeno di costume decisamente molto famoso. Scopriamo di più nel nostro articolo
TITOLO ORIGINALE: The Big Lebowski. GENERE: commedia. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Joel e Ethan Coen. CAST: Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, John Turturro. DURATA:117 min. DISTRIBUTORE: Cecchi Gori Group. USCITA CINEMA: 1997.
Chi non ha mai sentito parlare del Grande Lebowski e del suo tappeto che da “un tono all’ambiente”? O chi non ha in mente l’iconica scena di Drugo che in accappatoio davanti al frigo del supermercato compra il latte? Bene tutti questi momenti cult altro non sono che parte di uno dei film più particolari e nichilisti del cinema dei fratelli Coen, ecco dunque la nostra retro-recensione del Grande Lebowski.
Trailer e trama | Retro-recensione Il Grande Lebowski
Siamo nei primi anni ’90 a Los Angeles Jeffrey Lebowski, detto Drugo (maldestra tarduzione dell’originale Dude) è un disoccupato che occupa le giornate fra il salotto e la sala da bowling con gli amici Donny e Walter. Drugo è un uomo semplice, fin troppo, tanto da uscire in accappatoio per andare al supermercato. Un giorno la sua normale routine viene sconvolta dall’arrivo di un gruppo di uomini che vogliono dei soldi indietro, un sacco di soldi, ma li rivogliono da un suo omonimo estremamente ricco. Gli uomini se ne vanno, ma prima di andarsene uno di loro decide di orinare sul tappeto di Drugo. Il protagonista vuole essere rimborsato perchè quel tappeto “dava veramente un tono all’ambiente”, avviene così il primo incontro fra gli omonimi Lebowski. Ovviamente Drugo rimane coinvolto in storie di rapimenti e grosse somme di denaro che non faranno che creare sempre più problemi all’uomo più pigro del pianete e ai suoi due “strani” amici.
Fratelli Coen, i maestri della settima arte | Retro-recensione Il grande Lebowski
È come una grande stanza mirabolante di quel museo-galleria degli sfigati e bizzarri del mondo in cui viviamo e che abbiamo voluto come è
Goffredo Fofi sul Morandini definisce così Il Grande Lebowski in relazione al cinema e allo stile dei fratelli Coen. In un primo momento il film fu infatti accolto tiepidamente facendo dichiarare a qualcuno che fosse incredibile che gli stessi che l’anno precedente avevano vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale potessero aver scritto quella di questo film così lacunoso e confuso.
Negli anni però anche i più reticenti si sono ricreduti. Il Grande Lebowski è un virtuosismo cinematografico di grande abilità, una storia completamente assurda con una sceneggiatura ancor più assurda che però riesce ad essere così netto e chiaro a chi lo guarda. I fratelli Coen si sono chiaramente divertiti a prendere in giro tutti coloro che vedevano del buon cinema solo in seriosi film d’autore. La fotografia è perfetta, ogni scena ha un suo equilibrio come se potesse esistere indipendentemente dal film stesso. Gli attori sono di una bravura straordinaria, in particolare John Goodman alle prese con un personaggio molto irascibile ma allo stesso tempo fragile, ha saputo caratterizzarlo anche grazie ad una fisicità importante. La colonna sonora e le musiche scelte sono assolutamente confuse, proprio come il film in sè, virano dal pop al rock al jazz, ma sempre perfettamente inserite all’interno delle scene.
La sceneggiatura parzialmente ispirata a Il Grande Sonno di Raymond Chandler, Ethan Coen poi dichiarò che il film era nato per essere incentrato sulla relazione fra Drugo e Walter e proprio da questa dichiarazione è stata sviluppata una singolare teoria.
Donny non esiste, la recente teoria | Retro-recensione Il grande Lebowski
Donny, il personaggio interpretato da Steve Buscemi, è il “terzo incomodo” del film. Drugo infatti non solo non si rivolge mai a lui direttamente o lo ignora, ma quando parla non si gira nemmeno dalla sua parte, le interazioni maggiori avvengono fra Drugo e Walter o fra Walter e Donny. Alcuni fan del film sono arrivati a teorizzare che Donny in realtà sia una proiezione di Walter, una sorta di disturbo post-traumatico dovuto alla guerra di Vietnam.
Quello che infatti sembra è che Drugo voglia assecondare Walter per non traumatizzarlo ulteriormente nel suo parlare con Donny. I fratelli Coen non hanno mai confermato questa teoria, ma riguardando il film più volte sembra sempre più credibile, se così fosse, il film oltre ad essere un capolavoro visivo diventerebbe un vero e proprio tranello dei registi per spingere lo spettatore a non fermarsi all’apparenza, così come i malviventi del film hanno fatto la figura degli stupidi sbagliando la persona delle loro ritorsioni affidandosi al nome.
Un trip mistico nel cinema concettuale
Un film all’apparenza tanto semplice, nasconde l’estrema abilità di chi l’ha realizzato nel renderlo semplice e accattivante. Le sequenze oniriche o la sfrontatezza del personaggio di Julianne Moore, il dubbio sull’esistenza di Donny e la presenza di un personaggio chiamato Lo Straniero che pur ricoprendo un ruolo marginale riveste il ruolo più importante, rompe la quarta parete e si rivolge allo spettatore nelle vesti di un Dio super partes e onnisciente, subito dopo aver parlato qualche secondo con Drugo. Tutto nasce e muore nel tempo del film, non esiste un prima e un dopo Il Grande Lebowski, esiste solo il tempo cinematografico. Non a caso nel 2014 è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, ossia un registro che contiene al massimo 25 film per anno con l’unico criterio dell’essere film “culturalmente, storicamente o esteticamente significativi”, mettendo in mostra la gamma e la diversità del patrimonio cinematografico americano.
Per noi Il Grande Lebowski è un cult senza tempo, a voi è piaciuto? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguirci per tutte le novità dal mondo del cinema e non solo, come l’annuncio che il San Diego Comic-Con 2020 si svolgerà in streaming!
Punti a favore
- Regia eccellente
- Sceneggiatura divertente
- Attori in parte
- Fotografia curata
- Sottotrame interessanti
Punti a sfavore
- Di non semplice interpretazione
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