La retro-recensione della settimana è dedicata a Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) di Alejandro González Iñárritu. Un film decisamente particolare ma che ha saputo conquistare pubblico e critica fin da subito. Scopriamo di più nel nostro articolo
TITOLO ORIGINALE: Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance). GENERE: commedia. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Alejandro González Iñárritu. CAST:Michael Keaton, Emma Stone, Edward Norton, Naomi Watts DURATA: 119 min. DISTRIBUTORE: 20th Century Fox. USCITA CINEMA: 5/02/2015.
Birdman ha aperto la 71ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 27 agosto 2014 ed è stato nominato a nove Oscar nel 2015, vincendone quattro: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia.
Trama e trailer | Retro-recensione Birdman
Il protagonista è Riggan Thomson, un attore caduto nel dimenticatoio dopo aver interpretato il supereroe Birdman. Sente sulle spalle il peso del fallimento e decide di darsi al teatro per ritrovare l’arte della recitazione nella sua forma più pura. Broadway è spietato e l’ombra della critica si abbatte inclemente su di lui.
L’opera che vuole mettere in scena è “What We Talk About When We Talk About Love” di Raymond Carver, un’0pera che lo distacchi dal personaggio che lo ha reso famoso, ma nonostante i tentativi, Birdman è sempre una presenza ingombrante. Lo spettacolo si interseca con le vicende dei protagonisti, da Riggan a sua figlia agli altri attori della piece teatrale come Mike. L’assurdo è a portata di mano e la follia è l’unica via d’uscita.
Esercizio di stile | Retro-recensione Birdman
Lasciando un attimo in secondo piano la trama leggermente articolata, possiamo godere di quello che per Alejandro González Iñárritu è stato un divertente esercizio di stile costruendo l’intera narrazione sul piano sequenza. Un piano sequenza “apparente” che non si interrompe mai nel corso del film e che segue il protagonista della scena da vicinissimo, tendenzialmente un punto alle sue spalle, come ad inseguirlo finché non trova posa. L’utilizzo magistrale del teatro come mezzo di continuum per il piano sequenza stesso è ciò che rende affascinante il film. Scenografia e fotografia, che solitamente con il piano sequenza tendono ad esser sacrificate per questione di praticità sono invece perfettamente curate, in particolare nei momenti di “crollo” psicologico del protagonista.
Abbiamo anche pubblicato unapprofondimento dedicato al piano sequenza di Birdman.
La sceneggiatura è perfetta, in particolare i monologhi affidati alla Stone e Norton hanno un andamento crescente che si conclude sempre con un climax sentito e impetuoso. Raramente quando un film punta così tanto sui tecnicismi ha anche un messaggio tanto potente alle spalle, in questo caso però la sceneggiatura la fa da padrona, in particolare il finale è quanto di più bello possiate trovare nel cinema contemporaneo. Non a caso lo abbiamo inserito anche nei migliori film del decennio passato.
L’assurdo e il clichè | Retro-recensione Birdman
Birdman affonda le sue radici in un clichè di Hollywood: l’attore iconico per un solo personaggio che cade in rovina quando il personaggio che lo ha portato al successo smette di avere qualcosa da raccontare. La scelta di Michael Keaton nei panni del protagonista non si può certo dire casuale, visto il passato ingombrante da Batman. Infatti, proprio con il ruolo nel film di Iñárritu, Keaton ha trovato una seconda popolarità riprendendo ruoli di grande spessore come in The Founder o ne Il caso Spotlight. Il bello di Birdman è il ricordo all’assurdo e irreale, ci sono scene come un volo in mezzo a New York, che trascinano di peso lo spettatore nella sempre più profonda follia di Riggan, incapace di reggere la pressione per l’imminente debutto.
Ritmo e frenesia
Birdman è un film carico, frenetico al limite del nervoso. Tutte queste emozioni vengono prese e riprese anche grazie al rullo di batteria in sottofondo nelle scene più importanti, da menzionare che il batterista finisce per essere inquadrato sul finire del film. Siamo chiusi in un vortice di emozioni ed eventi insieme ai personaggi stessi. Tutto questo è stato possibile anche al genio inarrivabile di Lubezki come direttore della fotografia che come detto precedentemente è stato in grado tramite luci e set di costruire una sorta di labirinto dentro al quale i personaggi si muovono ma non escono, alla stregua di topi in trappola. Virtuosismi, ma controllati, il piano sequenza non è reale, il montaggio è però talmente ben fatto da permettere la costruzione continuativa della narrazione senza infastidire la visione. Realismo fuso con l’assurdo reso perfettamente dall’ultimo sguardo di Emma Stone nel finale.
Il doppio di Riggan è applicabile sia a Keaton che a Iñárritu stesso. Un volo pindarico di regia che atterra senza intoppi grazie ad una sceneggiatura praticamente perfetta. Un film assolutamente imperdibile. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!
Punti a favore
- Piano sequenza perfetto
- Sceneggiatura geniale
- Fotografia
- Effetti sonori
- Montaggio
Punti a sfavore
- Trama un po' articolata
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