Westworld 3 è giunta alla sua conclusione, ed eccovi quindi la recensione di questa terza stagione segnata da luci e ombre
TITOLO ORIGINALE: Westworld. GENERE: Drammatico, fantascienza, thriller. NAZIONE: Stati Uniti d’America. REGIA: Jonathan Nolan, Lisa Joy. CAST: Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Luke Hemsworth, Ed Harris, Jeffrey Wright, Tessa Thompson, Aaron Paul, Vincent Cassel. DURATA: 60 min (8 episodi). DISTRIBUTORE: Sky Atlantic, HBO. USCITA: 15 marzo 2020.
Dopo aver analizzato con il nostro appuntamento settimanale gli episodi della terza stagione di Westworld 3, eccovi la recensione completa, nella quale vedremo cosa ha funzionato e cosa invece ha deluso. Infatti, questa è stata sicuramente una stagione poco costante, in un limbo che fin dall’inizio ha ondeggiato tra alti e bassi. Già la seconda stagione non aveva convinto tutti, ma forse questa volta i fan saranno ancora più divisi, soprattutto per un finale che ha ripagato l’attesa solo in parte.
Se volete la libertà , prendetevela | Recensione Westworld 3
Il tema ricorrente di Westworld, è senza dubbio la lotta per il libero arbitrio. Una lotta che in questa stagione coinvolge anche gli stessi umani, e assume le sembianze di una sofisticata intelligenza artificiale collocata in un’enorme macchina chiamata Rehoboam. Questa è in grado di prevedere il futuro analizzando i dati delle persone e indicando la strada più adeguata alle loro caratteristiche, mettendo sui giusti binari ogni individuo, senza che questo lo sappia. Un cammino che non ammette imperfezioni, ed è proprio qui che entra in scena Caleb (interpretato da Aaron Paul), un emarginato della società che come gli altri imperfetti, si vede negare ogni possibilità di riscatto.
Caleb, dopo un incontro fortuito con Dolores (Evan Rachel Wood), vede in lei qualcosa a cui aggrapparsi, una luce in fondo al tunnel. E sarà proprio Dolores, in lotta per la libertà , a dare il via ad una rivoluzione insieme a Caleb per distruggere coloro che si ergono a giudici delle vite altrui. Tra questi, al vertice spicca Serac (Vincet Cassel), che possiede il controllo del Rehoboam, costruito assieme al fratello. Serac, cercando di prevenire la distruzione del pianeta, decide di assecondare le previsioni del Rehoboam, e vedrà in Dolores (ormai presente in più versioni di sé stessa al di fuori del parco), il nemico principale. Anche la vita al di fuori del parco, con quest’ultimo che aveva contraddistinto le prime stagioni, si rivelerà molto simile al parco stesso, con un destino artificiale nel quale chi esce dai binari vede la propria vita destinata a fallire. Nascerà quindi una lotta per la libertà sia dei residenti, che degli stessi umani, con dei risvolti che cambieranno per sempre la serie in vista di un’ipotetica quarta stagione.
Non è solo l’occhio a volere la sua parte | Recensione Westworld 3
Nelle scorse settimane, quello che ogni episodio confermava senza incertezze è una cura per l’aspetto estetico che, nel panorama delle serie TV, è quantomeno rara. Immagini forti, e scelte stilistiche di alto livello, che hanno contraddistinto Westworld 3 per quasi tutta la stagione. Purtroppo, però, una vetrina per quanto bella deve avere qualcosa da offrire. Ovviamente, non sto dicendo che Westworld non abbia nulla da dire, ma il modo in cui lo fa rende tutto meno interessante, appesantendo in modo eccessivo una narrazione già abbastanza intricata di suo, e finendo per azzerare in diversi momenti l’interesse per quello che viene mostrato (salvo alcune scene più emotive o d’impatto).
Le precedenti stagioni soffrivano già di un ritmo abbastanza compassato, ma il tutto era in preparazione di un finale che fino ad ora si è sempre dimostrato all’altezza. Fino ad ora, perché questa terza stagione raggiunge l’apice con un quinto episodio esplosivo, ma torna a calare con un finale segnato da problemi che la serie si trascina dietro fin dall’inizio. Nello specifico, alcuni archi narrativi risultano se non inutili, quantomeno marginali, con Bernard (Jeffrey Wright) e William (Ed Harris) relegati a meri personaggi di contorno, fatta eccezione per alcuni passaggi negli episodi finali. Anche Maeve (Thandie Newton), che gode di un ruolo importante, poggia la forza delle sue azioni su di una motivazione troppo poco convincente. Fortunatamente, però, ci sono anche momenti in cui la serie ha brillato.
Pochi ma buoni | Recensione Westworld 3
Come detto precedentemente nel corso di questa recensione di Westworld 3, la qualità della serie oscilla tra l’ottimo e il mediocre. Un episodio in particolare (Genre), riesce a spiccare per alcune scelte stilistiche di notevole livello, con scene dotate di un’ottima forza espressiva. Anche in altri episodi meno riusciti ci sono riprese che coinvolgono lo spettatore, sia per la forza visiva che per quella emotiva. Di grande livello anche la colonna sonora, che riesce a confezionare i momenti migliori di questa terza stagione.
Per quanto riguarda il cast, Aaron Paul ha fornito sicuramente un’ottima interpretazione, cosi come Vincent Cassel nei panni di Serac. In generale il risultato è quindi sicuramente buono, anche grazie alla qualità delle riprese, che valorizzano ogni singola immagine. Forse l’unica pecca tecnica è rappresentata da uno degli scontri finali, che sembra leggermente goffo e distante dalla qualità di altre scene d’azione.
Considerazioni finali
Al netto dei pregi e dei difetti di Westworld 3, è chiaro che questa è stata una stagione travagliata, pur avvicinandosi molto al cinema per la cura riposta sul versante della regia e della fotografia. La sceneggiatura, invece, non è esente da difetti, con alcuni nodi finali che vengono risolti in modo abbastanza forzato e poco coerente con lo spirito della serie, nonostante un passo lento che sarebbe dovuto servire proprio ad una costruzione più solida. Anche la gestione di alcune storyline è discutibile, con la noia che in più occasioni prende il sopravvento. Da sottolineare anche l’importanza della scena post credit, che fa intuire l’esistenza della quarta stagione, che molto probabilmente sarà centrata su personaggi diversi e ci mostrerà un mondo differente da quello conosciuto nelle stagioni precedenti, sperando che la costruzione della storia porti ad un risultato diverso.
Punti a favore
- Colonna sonora di qualitÃ
- Fotografia e regia di ottimo livello
- Alcune scene di grande impatto
Punti a sfavore
- Ritmo della narrazione molto appesantito
- Finale poco soddisfacente
- Alcune storyline mal gestite
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