The Lonely Orbit è il cortometraggio animato prodotto dalla Svizzera presentato in concorso al Trieste Science+Fiction Festival 2020. Ecco la recensione di The Lonely Orbit
TITOLO ORIGINALE: The Lonely Orbit. GENERE: animazione. NAZIONE: Svizzera. REGIA: Frederic Siegel, Benjamin Morard. DURATA: 9 min. DISTRIBUTORE: Bonobostudio. DATA DI PRESENTAZIONE: 30/10/2020.
The Lonely Orbit è uno dei cortometraggi in concorso al Trieste Science+Fiction Festival 2020, di produzione svizzera e interamente animato. Per una durata totale di nove minuti, questo cortometraggio animato è rivolto ad un pubblico adulto, per il messaggio finale che vuole raccontare e che fa capo al suo stesso titolo.
Trama | Recensione The Lonley Orbit
La trama ruota attorno a un tecnico di satelliti, che trasferitosi per iniziare il lavoro dei suoi sogni, combatte la solitudine mandando in continuazione messaggi ai suoi vecchi amici. La sua negligenza fa sì che un satellite abbandoni la sua orbita, causando così il collasso delle reti mondiali.
La sinossi stessa del cortometraggio e il suo titolo, vogliono raccontare una storia di solitudine e di alienazione: il protagonista non vive la realtà quotidiana, il suo presente, è incastrato ad un passato che non è più nella sua vita. Proprio questo passato, è quello che segnerà la sua carriera, il suo futuro e la sua reputazione.
Malinconia, alienazione, solitudine, sono i tre elementi compresenti in questi cortometraggi e sono accompagnati da una produzione grafica fatta di colori scelti con attenzione. Il bianco, il blu e l’arancione, sono i tre colori che regnano in questo cortometraggio, il bianco è il non colore, che rappresenta il vuoto, la solitudine, il blu è la calma, ma anche malinconia e tristezza e poi l’arancione, che dovrebbe essere l’elemento di attività di reazione, che per il protagonista esiste, ma solo rivolto al passato. I contorni dei soggetti e delle ambientazioni sono poco definiti, slacciati e malinconici come il tema alla base di questa storia.
Una graphic novel da sfogliare | Recensione The Lonley Orbit
Questo cortometraggio rientra nel gruppo di corti del Trieste Science+Fiction Festival 2020 che vuole narrare la tendenza dell’essere umano verso l’immortalità, il suo voler costantemente fuggire al peso della morte. E infatti, in The Lonley Orbit, l’alienazione è un tentativo a fuggire da una realtà pesante, una realtà che ci porta sottoterra e ci toglie gioia e spirito.
L’assenza di dialoghi, ma la presenza di brusio e rumori di sottofondo si prestano molto bene a racocntare questo tema centrale, che è sottolineato anche dalla presenza del colore bianco, il vuoto e l’assenza.
La grafica complessiva ci riporta al mondo dell’illustrazione classica, con immagini statiche, in cui i dettagli sono però ben definiti sulla scena e ci potremmo immaginare la stessa storia da sfogliare tra le pagine di una graphic novel. I produttori, infatti Frederic Siegel e Benjamin Morard, sono illustratori e visual artist e si occupano di un mondo principalmente di immagini e colori, che poi successivamente, come nel caso di questo corto, vengono messe in movimento per raccontare una storia più complessa.
Conclusione
In conclusione, The Lonley Orbit è un prodotto piacevole, che riesce in nove minuti a raccontare tanti temi che fanno parte dell’essere umano contemporaneo e che riguardano non solo il suo rapporto con la tecnologia e il progresso, ma anche i rapporti sociali e il passaggio tra le singole sensibilità e il mondo esterno. La grafica è sicuramente coerente con la narrazione complessiva e così anche la scelta registica di assenza di dialoghi. L’unica pecca è una mancanza di fondo di coraggio nel voler raccontare un messaggio nuovo, diverso dal solito, sebbene mantenendo gli stessi temi di partenza, quelli di alienazione e di solitudine.
Punti a favore
- La grafica
- I colori tenui
- L'utilizzo di rumori di sottofondo
Punti a sfavore
- Mancanza di originalità nel messaggio finale
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