In arrivo su Netflix il 15 Novembre, The Crown 4 mescola abilmente drammi familiari e dinamiche politiche. Leggete la nostra recensione in anteprima
TITOLO ORIGINALE: The Crown. GENERE: storico-drammatico. NAZIONE: Gran Bretagna, Stati Uniti. CEATORE: Peter Morgan. CAST: Olivia Colman, Helena Bonham Carter, Tobias Menzies. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 15 Novembre 2020.
Sempre più maestosa e ipnotica, con la sua quarta stagione The Crown ci catapulta negli anni ’80, all’ingresso nella royal family di Diana Spencer (Emma Corrin), portando sullo schermo una storia a noi ben nota, non solo perché più contemporanea, ma anche e soprattutto per l’attenzione mediatica ricevuta e per il mistero che ne ha avvolto il tragico epilogo.
Trama | Recensione The Crown 4
Siamo alla fine degli anni ’70. Alla morte di Lord Mountbatten (Charles Dance), vittima di un attentato dell’IRA, il Principe Carlo (Josh O’Connor), seppur nutra ancora dei sentimenti nei confronti di Camilla Shand (Emerald Fennell), si trova costretto a sposare la giovanissima Diana Spencer.
Nel frattempo, sulla scena politica, compare Margaret Thatcher (Gillian Anderson), prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro del Regno Unito, che si ritrova a dover risanare un Paese dilaniato dalla crisi economica.
La stagione di Lady Di | Recensione The Crown 4
Grande protagonista della quarta stagione è senza ombra di dubbio la Principessa Diana di Emma Corrin, che, così come la sua controparte reale, con fascino e carisma, catalizza l’attenzione di tutti, tanto che la stessa Regina (Olivia Colman) è costretta, almeno metaforicamente parlando, a fare un passo indietro, a restare nell’ombra e a veder brillare la nuova arrivata.
Col fare elegante e i modi raffinati, Lady Di era capace di incantare chiunque. L’ampio sorriso, la cordialità e la gentilezza della giovane principessa, infatti, riuscivano ad arrivare al cuore di tutti coloro che avevano la fortuna di incontrarla.
Il ritratto che The Crown dipinge della compianta Lady Diana, però, non è quello di una figura idealizzata, ma quello di una giovane donna intrappolata “in una tundra gelida e ghiacciata; una caverna ghiacciata, buia e senza amore, priva di luce e speranza in ogni dove”.
A first glimpse of Princess Diana’s wedding dress. Emmy award-winning costume designer Amy Roberts wanted to capture the same spirit and style of David & Elizabeth Emanuel’s original design, without creating a replica for Emma Corrin. pic.twitter.com/iYXN66aFjh
— The Crown (@TheCrownNetflix) October 3, 2020
Nonostante, nelle primissime apparizioni, lo sguardo ingenuo e sognatore di Emma Corrin ci restituisca l’immagine della purezza e dell’innocenza (emblematiche, da questo punto di vista, le sequenze in cui la principessa, annoiata e malinconica, danza come una fatina nell’enorme e solitario castello), man mano che la narrazione procede, The Crown ci mostra una giovane donna piena di insicurezze e di fragilità, e mette in scena pregi e difetti di questa controversa figura, alti e bassi nel matrimonio col principe Carlo, momenti di serenità e momenti di debolezza della vita a Highgrove: in una parola, la Diana della serie di Peter Morgan è irrimediabilmente umana.
Margaret Thatcher, la nemesi della Regina? | Recensione The Crown 4
Non solo drammi familiari: nella quarta stagione di The Crown c’è spazio anche per la politica. L’entrata in scena di Margaret Thatcher, di cui Gillian Anderson offre un’interpretazione mimetica, segna un vero e proprio punto di svolta.
Nell’economia della narrazione, il Primo Ministro britannico eletto nel ’79 funge da contraltare per Elisabetta, che per la prima volta vede minata la propria autorità di Regina.
Sebbene ufficialmente la Regina appoggi le dinamiche politiche del Primo Ministro, così come aveva precedentemente fatto coi predecessori della Thatcher, The Crown mostra anche la frattura tra le due che diventa ancor più evidente nell’ottavo episodio, intitolato 48 a 1, quando la differenza di vedute tra Margaret e la Regina rischia di causare un incidente diplomatico.
👋🏻👑 @TheCrownNetflix pic.twitter.com/QwOOsa92XS
— Gillian Anderson (@GillianA) September 29, 2020
Il loro rapporto, tuttavia, è caratterizzato certamente da scontri, ma anche da stima e rispetto reciproco.
Se, negli anni, non sono state evidenziate altro che le loro differenze, la Regina Elisabetta e Margaret Thatcher avevano anche tanto in comune: “la generazione, la cristianità, l’etica del lavoro, il senso del dovere”, ma, sopra ogni cosa, la devozione verso il Paese che entrambe amano.
Vedere Olivia Colman e Gillian Anderson portare in scena le tensioni, le differenze e gli screzi tra Elisabetta e Margaret è elettrizzante. Talmente grande è il talento delle due attrici che diventa quasi impossibile scorgerle dietro i personaggi a cui prestano il volto.
Conclusioni
Ma sarebbe riduttivo parlare solo di Colman e Anderson: ancora una volta l’intero cast della serie originale Netflix riesce a regalare performance straordinarie, che difficilmente dimenticheremo tanto presto.
Proprio per questo motivo, sarà particolarmente difficile dire addio al cast delle ultime due stagioni, che, come già avvenuto tra seconda e terza, verrà completamente rimpiazzato per gli ultimi due anni di messa in onda.
Sarà anche per la consapevolezza che non vedremo più Olivia Colman, Helena Bonhan Carter, Tobias Menzies e Josh O’Connor nei ruoli ormai che calzano loro perfettamente, che la quarta stagione di The Crown risulta particolarmente malinconica e nostalgica.
Tra il disastroso matrimonio di Carlo, il disagio di Diana, il promemoria sempre presente del malessere della Principessa Margaret e la messa in scena del malcontento di un Paese economicamente a pezzi (il quinto episodio, Fagan, è un gioiellino da questo punto di vista), la quarta è forse la stagione più sofferta e drammatica, ma anche la più toccante e coinvolgente insieme alla seconda.
Non vediamo l’ora di poterla condividere col resto del mondo, nel frattempo, hall hail the Queen!
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