Terminata The Boys 2 su Amazon Prime Video, vi presentiamo la recensione della serie sui supereroi più irriverente al momento
TITOLO ORIGINALE: The Boys. GENERE: commedia, drammatico. NAZIONE: Stati Uniti. IDEATORE: Eric Kripke. CAST: Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Dominique McElligott, Jessie Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Aya Cash. DURATA: 55 – 65 min circa ad episodio. DISTRIBUTORE: Amazon Prime Video. USCITA: 4 Settembre – 9 Ottobre 2020.
Nella prima stagione Eric Kripke e i suoi collaboratori si sono divertiti a smontare i miti generalmente associati ai supereroi senza macchia che siamo abituati a vedere nei cinecomic. Con abbondanti dosi di irriverenza e brutalità, scadente spesso e volentieri nello splatter, l’esordio di questa serie basata sull’ononimo fumetto è stata in un certo senso una ventata di aria fresca per chi, amante del genere, avrebbe voluto da tempo vedere qualcosa di diverso. Nella seconda stagione, appena conclusa, la componente ironica e satirica (sempre molto splatter) è andata di pari passo con l’intento di introspezione dei personaggi e di spiegazione del mondo distopico in cui vivono. Questo approccio avrà funzionato? Proviamo a dare una nostra opinione in questa recensione di The Boys 2.
La trama | Recensione The Boys 2
Partiamo dalla premessa: nel mondo esistono i supereroi. Costoro, tuttavia, invece che essere idealizzati, sono persone comuni che, come facilmente potrebbe succedere di fronte al possesso di superpoteri, ne abusano. La corruzione della loro moralità, tuttavia, è sempre ben celata anche grazie all’aiuto della multinazionale farmaceutica Vaught che ha inventato la formula (composto V) che dà poteri sovraumani e che agisce da manager per quelle che sono, a tutti gli effetti, gli idoli del momento. Questo il mondo immaginato da Garth Ennis, e a pensarci è inquietantemente realistico.
I super sono delle star sui social, hanno brand di giocattoli e alimenti e sostanzialmente non hanno freni. I più influenti sono “I sette”, capitanati dal Patriota (Anthony Starr), un Superman senza scrupoli. In questa seconda stagione nel gruppo si impone però anche la presenza di una nuova supereroina, Stormfront (Aya Cash), che sembra minare il ruolo del leader, anche relativamente al consenso tra le folle. Non tutti però sono cechi agli abusi dei super, ed invero un gruppo di reietti, guidati da Billy Butcher (Karl Urban) trama nelle tenebre per fermarli definitivamente.
La ripresa dopo il finale col botto | Recensione The Boys 2
L’esordio di una serie così folle è stato eclatante, tanto da riuscire a stupire anche chi aveva dimestichezza con il The Boys a fumetti. L’idea di fondo è stata perfettamente trasportata all’epoca moderna dei social e dei meme, in cui come mai prima è l’immagine a contare più di tutto. In questo contesto era difficilissimo, se non impossibile, rispettare lo stesso standard. È infatti naturale che dopo il crescendo continuo della prima stagione e il suo finale col botto fosse necessaria un’opera di ricostruzione. E così gli sceneggiatori hanno preso una decisione saggia: cambiare, parzialmente, rotta.
Non è mancata l’azione irriverente già vista precedentemente. Non è mancata soprattutto l’iperviolenza che aveva caratterizzato la serie fin dall’inizio. Poi ci sono state delle variazioni sul tema: un primo elemento di novità è dovuto nella seconda stagione all’introduzione di un nuovo villain, assolutamente credibile, che ha saputo anche mescolare le dinamiche tra i protagonisti. Un secondo è stata l’introduzione di un concorrente della Vaught, una setta di stampo ecclesiatico che in facciata punta alla redenzione di super che hanno fatto degli errori, ma in realtà vorrebbe spodestare dal trono la rivale.
Un nuovo sguardo sui super | Recensione The Boys 2
Soprattutto in questa seconda stagione si è palesato un nuovo intento, quello di sviluppare i personaggi. Nella prima stagione, infatti, tutti i protagonisti sono stati presentati in medias res, senza una storia dietro e senza precisare quali fossero i motivi che li spingessero a comportarsi in questo o quel modo. Nell’ultima stagione invece le cose cambiano, e i produttori si prendono tempo per caratterizzare i protagonisti, anche in retrospettiva. Così si scopre che ognuno dei super ha in realtà una storia diversa, diversi sentimenti e diversi modi di vivere la loro condizione. Anche se diventa sempre più palese che, anche loro, sono in verità schiavi della manipolazione dei media.
Infine una menzione va fatta sulla sceneggiatura. Non sempre è impeccabile, spesso nelle parti di dialogo più lungo dimostra i suoi limiti, ma bisogna ammettere che, anche avuto riguardo al fatto che si tratta di una serie tv, riesce ad affrontare in modo sagace diversi argomenti. Dalla facilità con cui si può montare una campagna populista appellandosi alla protezione da supposti invasori, alla facilità con cui si possono radicalizzare determinati tipi di soggetti sottoposti al fazioso bombardamento di fake news, alla facilità di portare avanti ideali nazisti, semplicemente non usando quella parola lì.
Conclusioni
Arrivati alla fine della nostra recensione, non possiamo che promuovere The Boys 2. La seconda stagione, rilasciata in più settimane (scelta rivedibile) è iniziata un po’ lentamente, con l’introduzione di un villain ambiguo e una relativa scarsezza di azione, ma è proseguita in un crescendo che ha anche permesso di comprendere alcuni punti della prima stagione. Saggiamente gli sceneggiatori hanno preso del tempo per caratterizzare ogni personaggio. Il finale pienamente all’altezza dimostra che The Boys, insieme a pochissimo altro, rappresenta una serie sui supereroi di livello. Una rarità che senza dubbio vale la pena non perdere.
Punti a favore
- La costante irriverenza
- L'introduzione di nuovi super
Punti a sfavore
- Alcune parti della sceneggiatura sono deboli
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