Vi proponiamo la recensione di The Bad Guy, serie tv distribuita da Amazon Prime Video in due tranche di tre episodi, tra l’8 e il 15 dicembre, che segue la tragicomica avventura di un Pubblico Ministero che, accusato ingiustamente di essere corrotto, si infiltra a sua volta nella mafia
TITOLO ORIGINALE: The Bad Guy. GENERE: Commedia, Drammatico, Legal drama. NAZIONE: Italia. REGIA: Giuseppe G. Stasi, Giancarlo Fontana. CAST: Luigi Lo Cascio, Claudia Pandolfi, Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane. DURATA: 8 episodi di circa 50 minuti. DISTRIBUTORE: Amazon Prime Video. PRODUTTORE: Amazon Studios, Indigo Film. USCITA STREAMING: 08-15/12/2022
L’uscita di The Bad Guy conferma la volontà di Prime Video di portare in Italia qualcosa di diverso rispetto ai prodotti più convenzionali della fiction italiana. La nuova serie prende un tema conosciuto e riconoscibile come quello della mafia, due volti di spicco quali quelli di Claudia Pandolfi e Luigi Lo Cascio e li inserisce in una storia originale e diversa dal solito. Ne deriva una proiezione a metà tra il serio e il faceto, girata magistralmente, che intrattiene e si discosta nettamente dal panorama di infinite ripetizioni dell’uguale, di serie identiche, soprattutto sul tema della mafia in Italia.
La trama e il trailer | Recensione The Bad Guy
La trama di The Bad Guy è in realtà un qualcosa di già visto: un magistrato siciliano, Nino Scotellaro, che lotta aspramente contro la mafia, viene accusato ingiustamente di essere colluso con il boss Mariano Suro, che ha sempre cercato di catturare e che addirittura ha mandato l’omicidio del suocero, anche lui Pubblico Ministero. Dopo una pesante condanna, viene trasferito presso un carcere calabrese, ma durante il viaggio sullo stretto di Messina, il ponte (in una scena distopica ma inquietantemente verosimile), da poco costruito, crolla. Nino si salva rocambolescamente, ma tutti lo credono morto. Approfitta così della situazione, per mettere in atto uno spietato piano di vendetta sotto mentite spoglie, infiltrarsi nella mafia e dare la caccia a Mariano Suro.
La premisi non è poi così innovativa, ma dalla visione dei sei episodi si rimane quasi increduli da quante idee originali e trovate fantasiose sono condensate in una produzione nostrana, che neppure ha ricevuto una sponsorizzazione aggressiva nelle ultime settimane. A partire dal deus ex machina identificato nel crollo del fantomatico ponte sullo stretto di Messina (che ha scaturito le ire nientemeno di Matteo Salvini), che condensa in modo inquietante l’italianità della serie e l’affondo delle sue radici nel marcio che c’è nel Paese. Ed anche il quartier generale della sceneggiatura, il parco acquatico Wowterworld, triste monumento all’economia della mafia (di cui Colapesce e Dimartino hanno realizzato il jingle) ed emblema della decadenza pseudoecologica postmoderna.
Commedia o dramma? | Recensione The Bad Guy
Un po’ di leggerezza e un po’ di serietà caratterizzano questa serie ambivalente. The Bad Guy, diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, va oltre le convenzioni e gli stereotipi delle serie di mafia, in particolare quelle made in Italy. Perché The Bad Guy, nonostante nelle premesse condivida con altre serie e film moltissimi stereotipi, cerca nel suo sviluppo una sua strada nuova, la crea e la porta avanti con continui colpi di scena che si inseguono un episodio dopo l’altro.
Nascono così le scene e le situazioni più leggere e divertenti che non ridicolizzano il tutto ma lo valorizzano rispetto al racconto convenzionale. Ma anche le scene più serie ed anche violente, che tengono lo spettatore incollato allo schermo e danno spessore alla produzione. Naturalmente in questo giocano un ruolo fondamentale le interpretazioni, in primis di un convincente Luigi Lo Cascio sia nel ruolo dell’eroe positivo, del magistrato impeccabile Nino Scotellaro, che del suo alter ego cattivo il cugino Balduccio Remora. Ma anche Claudia Pandolfi, che colora di spontanea romanità e sensualità le atmosfere siciliane della serie in un collegamento diretto dai luoghi del potere dell’Italia con i bassifondi in cui operano le manovalanze della mafia.
Perché guardare la serie Prime Video? | Recensione The Bad Guy
Se quindi vi state chiedendo perché guardare The Bad Guy su Amazon Prime Video, soprattutto temendo il pregiudizio degli attori da fiction o “dei vecchi attori del cinema italiano”, vi possiamo dire che dietro una trama anche banale, in realtà, si sviluppa in un modo che è l’esatta antitesi del banale. La sceneggiatura punta infatti su una grottesca follia costruttiva che spezza la monotonia delle serie moderne. Dal primo istante all’ultima immagine la serie sfida lo spettatore senza mai forzare una scena. Anche quelle più improbabili sono perfettamente incardinate nella struttura generale della serie.
Lo stupore e il piacere di assistere a una narrazione così stravagante scardina il paradigma dei prodotti seriali italiani quasi sempre abbozzati, approssimativi o estremamente derivativi. Certo, anche in The Bad Guy come detto i riferimenti non mancano, ma la sensazione è che gli autori abbiamo agito in un territorio di libertà inedita. Fino a poco tempo fa sarebbe sembrato quasi sacrilego pensare a una storia di mafia raccontata con un impianto da dark comedy. Ed invece il pazzo viaggio vendicativo del protagonista è totalmente sopra le righe in un modo anche tristemente verosimile.
Conclusioni
Possiamo concludere questa recensione di The Bad Guy affermando che la serie originale Amazon Prime Video chiude il 2022 in bellezza, con una sferzata di aria fresca nel panorama televisivo. Ottime le interpretazioni, ottima la sceneggiatura e la colonna sonora, ricca di chicche anche da film del passato e molto evocativa. La trama, sospesa tra dark comedy e thriller, è avvincente, e il finale (senza anticipare troppo) lascia alla serie un retrogusto amaro e disilluso. L’epilogo è infatti un chiaro rimando alla premessa e un chiarissimo riferimento a quello che già era stato narrato nella Sicilia (ma naturalmente il discorso è estensibile all’Italia intera) da Il Gattopardo: ancora una volta, le cose non sono cambiate e il frastuono che ha portato a quel punto non è stato più utile della sua narrazione. Ci sarà una seconda stagione di The Bad Guy probabilmente. Certo è che questa serie farà ancora parlare di sé per del tempo a venire.
Punti a favore
- Le ottime interpretazioni
- La colonna sonora
- L'originalità della scrittura
Punti a sfavore
- Il ritmo non sempre è costante
- Il finale lascia un po' l'amaro in bocca
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