Ecco la nostra recensione di Tenet, l’ultimo film di Nolan che condensa esercizio di forma e cinematografia per regalare al pubblico la risposta adatta all’hype creato in due anni di attesa e che ha sancito la riapertura di più di 700 sale italiane nel modo più spettacolare possibile
TITOLO ORIGINALE: Tenet. GENERE: thriller, fantascienza. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Christopher Nolan. CAST: John David Washington, Robert Pattinson, Kenneth Branagh, Elizabeth Debicki. DURATA: 150 min. DISTRIBUTORE: Warner Bros. USCITA: 26 agosto 2020.
Il film che tutti stavamo aspettando è finalmente arrivato nelle sale. Tenet ha per mesi simboleggiato, per noi appassionati di cinema, un faro in mezzo al buio. Data l’emergenza sanitaria e le giuste precauzioni prese, compresa la chiusura delle sale cinematografiche, ci siamo adattati a mesi di streaming, con qualche piacevole soddisfazione certo, ma la riapertura delle sale è stata fin da subito il momento più atteso e siamo molto grati a Nolan per non aver ceduto alle lusinghe di una distribuzione casalinga e di aver atteso il momento in cui le cose fossero state migliori, perchè Tenet è in assoluto il miglior rientro in sala che possiate immaginare.
Tenet si apre immediatamente nel pieno dell’azione. Si comprende che il tema centrale sarà la sicurezza e lo spionaggio internazionale. Un agente ben addestrato si pone al centro dell’azione e dopo la sequenza iniziale è chiaro che sarà il protagonista del film: John David Washington deve fermare quella che potrebbe rivelarsi come la guerra peggiore che il mondo abbia mai visto. Washington non è da solo, viene affiancato da Robert Pattinson, figura criptica ma fondamentale.
L’unico modo per salvare il mondo sembra essere in una misteriosa parola: TENET. Nolan da questo momento inserisce tutto sè stesso nella narrazione, siamo di fronte ad una guerra temporale, che sarà possibile impedire solo domando un meccanismo di inversione temporale la cui formula è nelle mani di un oligarca anglo-russo, interpretato da Kenneth Branagh. Un condensato di fisica e azione per il Nolan più Nolan di sempre.
Un budget multimilionario per la perfezione di Nolan | Recensione Tenet
205 milioni di dollari, il budget più alto mai avuto dal regista, che sono serviti a rendere Tenet l’incredibile e complicato film che è. Tenet, un titolo palindromo e criptico per un film altrettanto misterioso. Se eravamo abituati al feticismo del regista per i paradossi temporali e l’inversione cronologica, come in Interstellar e Memento, qui si arriva al vero e proprio apice della sua capacità di scrittura. Macchinoso, cerebrale ma totalmente coinvolgente, non si tratta più di capire i viaggi temporali su un piano lineare, stavolta viene tirata in ballo “l’inversione” temporale, una sorta di effetto doppler inevitabile ma sconosciuto.
La sceneggiatura si articola su tre livelli: il primo, quello immediato, che segue il filo del film di azione, comprensibile sotto ogni punto di vista. Il secondo, quello che segue il thriller, un po’ più complicato perché molti sono i cambi di rotta improvvisi e i colpi di scena da assimilare. Il terzo, quello che dà la spinta e la forza al filone fantascientifico, sicuramente il più complicato, a tratti incomprensibile, che però è proprio quello che regala al film l’inconfondibile stile di Nolan.
Visivamente “esplosivo”
Il comparto tecnico sfiora la perfezione. La messa in scena totale riesce ad intrattenere lo spettatore per tutta la durata del film senza mai abbassare il ritmo o annoiare, cosa non semplice nelle parti più didascaliche e di linguaggio tecnico-scientifico. La spasmodica ricerca di realismo ha fatto sì che scenografia, costumi e oggetti di scena venissero realmente impiegati nelle riprese, l’utilizzo della cgi, seppur imponente, è a tratti impercettibile ciò riesce a trascinare, anche con la forza, lo spettatore all’interno dell’azione. Le musiche, pur non essendo state curate da Hans Zimmer, sono perfette, perché creano un tale pathos per tutta la durata del film da permettere di non perdere mai il filo della narrazione.
Anche in esse è stato sapientemente usato un celato effetto doppler che rende il tutto ancora più sublime. La fotografia è forse l’unico dettaglio tecnico in cui si è speso meno, non c’è la meraviglia che poteva regalarci con Interstellar ma poco importa quando la regia è talmente ben studiata e il montaggio tanto azzeccato da non far perdere nemmeno un dettaglio dell’azione serrata. Siete già euforici? Siamo solo a metà della nostra recensione di Tenet!
Entropia, inversione, tempo | Recensione Tenet
Cosa sarebbe un film di Nolan senza un po’ di macchinosità? Ebbene Tenet condensa in sé tutto il meglio della filmografia del regista: lo sfasamento cronologico di Memento, la relatività del tempo di Interstellar, i livelli di narrazione di Inception, l’azione della trilogia del Cavaliere Oscuro e l’illusionismo di The Prestige. Ci si trova davanti ad un vero e proprio esercizio di forma che trae in inganno lo spettatore, nonostante il trucco sia sotto gli occhi di tutti, più volte spiegato ma di non semplice comprensione. Tutto torna al suo posto, tutti hanno un destino designato e non possono far altro che seguirlo come se fosse già accaduto. Si parla di entropia e inversione della stessa, di paradosso del Nonno, di teoria dell’elettrone di Feynman, di teoria di Wheeler e della teoria della casualità inversa di Putnam.
Il protagonista è un po’ uno spettatore attivo, viene a conoscenza di tutto insieme al pubblico e ne è disorientato e confuso, fino a quando non comprende quali fili tirare e da che parte guardare per poter essere lui a gestire il tempo a suo vantaggio.
Le performance degli attori sono assolutamente sublimi, a partire da Washington che regala un personaggio che riesce ad evolvere umanamente e psicologicamente. Pattinson riesce a interpretare con astuzia il personaggio che Nolan ha scelto per far interagire il pubblico con supposizioni e un finale decisamente poco chiaro. Kenneth Branagh veste i panni del villain perfetto con un’interpretazione intensa e senza scrupoli, ma è Elizabeth Debicki a stupire più di tutti donando una prova attoriale intensa, forte, profonda e tenendo da sola l’unica linea narrativa “umana” di tutto il film.
Epico ma non privo di difetti | Recensione Tenet
L’epicità, l’azione, il pathos e l’intera messa in scena fanno di Tenet un film di altissimo livello, probabilmente il film più imponente della filmografia di Nolan, ma la voglia di inserire così tanto ha creato qualche difetto. Tenet risulta difficile da comprendere alla prima visione, la velocità con cui si svolgono i fatti non permette, ad una prima visione, di entrare pienamente nel meccanismo di cui si parla nel film. Il regista ha voluto chiaramente strafare, rischiando però di diventare un film non adatto a tutti e immotivatamente complicato.
Non ci sono spiegazioni chiare della tecnologia di cui si parla per tutto il film se non qualche momento “spiegone” che però non basta a far entrare pienamente lo spettatore nel mood mentale necessario. Altro difetto, che però può passare in secondo piano, è la freddezza, dimenticatevi il finale alla Interstellar, Tenet è un film cerebrale e netto e manca un po’ di empatia verso il pubblico. Infine se si può recriminare qualcosa alla scrittura del film è il fatto che una volta entrati nel meccanismo molte scene risultano un po’ scontate e intuibili, ma è esattamente ciò che Nolan descrive: deduzione e intuizione altro non sono che l’una l’inversione temporale dell’altra.
Buona Visione!
Come avrete capito Tenet è l’espressione di Nolan alla massima potenza, della sua macchinosità e anche della sua capacità registica e di scrittura assolutamente sopra la media del cinema contemporaneo. L’intera durata del film passa senza rendersene conto. Tenet è un diamante, durissimo in superficie, soprattutto da comprendere ma che va ammirato in ogni sfaccettatura per rimanerne ammaliati e incantati dalla preziosità di un lavoro a dir poco “gargantuesco”. Questa era la nostra recensione di Tenet. Voi cosa ne pensate? Andrete a vederlo? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di continuare a seguirci!
Punti a favore
- Regia
- Montaggio
- Sceneggiatura
- Cast
- Messa in scena
Punti a sfavore
- Macchinoso
- Poco empatico
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