Il Pinocchio di Guillermo del Toro è un’emozionante rilettura, in grado di conquistare anche i più scettici, ecco la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Guillermo del Toro’s Pinocchio. GENERE: animazione, fantastico, avventura. NAZIONE: Stati Uniti d’America, Messico. REGIA: Guillermo del Toro, Mark Gustafson. CAST: Gregory Mann, Ewan McGregor, David Bradley, Tilda Swinton, Ron Perlman, Cate Blanchett, Finn Wolfhard, Christoph Waltz, Tim Blake Nelson. DURATA: 121 minuti. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA : dicembre 2022.
Volevo dire che Pinocchio deve essere amato senza cambiare. Pretendere che qualcuno si trasformi come requisito per amarlo mi sembra un ricatto terribile. Inaccettabile.
– Guillermo del Toro
Ad alcuni mesi dalla sua uscita, è arrivato il momento di parlare di uno dei film d’animazione più emozionanti del 2022, Pinocchio di Guillermo del Toro. Se inizialmente, l’uscita di un ennesimo remake dedicato al burattino di legno poteva sembrare solo un rifacimento di qualcosa di già visto (tra l’altro a pochissime settimane dall’uscita del live-action Disney, dedicato proprio a questo personaggio), una volta visto, non si può far altro che accettare di aver giudicato molto prematuramente il film. Il Pinocchio di del Toro è un vero e proprio capolavoro d’autore, consigliato a chi vorrebbe emozionarsi di fronte ad una pellicola conosciuta, come se la si vedesse per la prima volta.
Una rivisitazione non banale | Recensione Pinocchio di Guillermo del Toro
Partiamo subito con il parlare dell’emozione che questa pellicola è in grado di suscitare. Esse non scaturiscono da elementi classici, basati sul fattore nostalgia, ma dal contesto nuovo in cui questo film è inserito. Del Toro estrapola il cuore della fiaba di Collodi, rielaborandola e donandole un senso profondo, in grado di colpire anche chi, con Pinocchio, è cresciuto. Il tutto dona alla pellicola originalità e profondità, anche grazie ad elementi già presenti in origine, ma mai approfonditi, senza dare l’impressione di voler strafare. Le caratteristiche tipiche di Pinocchio, come la sua incredibile capacità di cacciarsi sempre nei guai, cedono il passo a tematiche più mature, in grado di colpire il pubblico sin dai primi momenti del film. Il Pinocchio di Del Toro non nasce in un momento di “divertimento” di Geppetto, ma dalla disperazione, dalla rabbia e dal dolore di un padre, a cui la vita ha giocato un brutto scherzo. Pinocchio dovrà lottare costantemente contro le aspettative che gli altri hanno di lui, per cercare di sentirsi all’altezza. Affascinante anche il parallelismo tra Pinocchio e Gesù in croce. Sono diversi i momenti in cui le due figure vengono messe in contrapposizione fra loro.
In questo film le sfumature sono più oscure, rispetto alle versioni precedenti. Queste non vengono espresse soltanto attraverso gli avvenimenti che si susseguono, ma impregnano anche altri aspetti della pellicola. Ne sono un esempio l’estetica dei personaggi e il periodo storico in cui le vicende sono ambientate. Elementi che differiscono notevolmente con le versioni a cui siamo abituati, specialmente nella versione cartoon, ma che permettono di affezionarsi ai personaggi sin dai primissimi minuti in cui questi appaiono sullo schermo.
Un’estetica cruda | Recensione Pinocchio di Guillermo del Toro
È chiaro come l’intento di Del Toro non sia quello di creare un film bello esteticamente. La bellezza, utilizzata spesso, soprattutto nei prodotti per bambini, qui lascia spazio a personaggi ed ambientazioni crude e grezze, ma altrettanto (se non maggiormente) appaganti. Pinocchio non è il dolce burattino dall’aria curiosa e simpatica che siamo abituati a vedere, bensì un personaggio spigoloso, ruvido, con i chiodi conficcati nella schiena e un buco nel petto, fatto di un legno nodoso e scheggiato, che sembra quasi debba spezzarsi da un momento all’altro.
Lo stesso vale per gli altri personaggi, caratterizzati da un’ estetica più matura. Un esempio lampante è rappresentato dalla fata turchina, che in questo caso abbandona le sembianze di una giovane fanciulla luminosa, per vestire i panni di uno Spirito del bosco, dalle sembianze di un angelo biblico, con ali ricoperte di occhi. Lo stesso si può dire per il Grillo Parlante e il suo volto sicuramente meno dolce e aggraziato rispetto ad altre versioni. La tecnica di stop- motion mista a CGI utilizzata aiuta molto nell’impresa.
Un po’ d’Italia | Recensione Pinocchio di Guillermo del Toro
La sola idea di riproporre una storia divenuta un classico, ambientandola nel periodo storico a cavallo tra la Grande Guerra e l’ascesa del Fascismo, rende la pellicola ancora più interessante. Soprattutto se gli eventi storici servono a muovere la storia ed hanno un forte impatto sulla vita dei personaggi. Del Toro è stato in grado di inserire la storia di Pinocchio in un nuovo contesto, senza però che esso risulti troppo preponderante o fuori luogo. Ciò non significa che questi cambiamenti non siano marcati. Un esempio su tutti è quello di trasformare il Paese dei Balocchi in una Caserma Militare.
C’è poi da sottolineare un dettaglio, che agli spettatori italiani ha fatto sicuramente piacere. La pellicola è ambientata in Italia, probabilmente in onore delle origini del burattino, nato dalla penna del fiorentino Carlo Collodi. In questo modo, la cornice che fa da sfondo alla trama è ricco di elementi che trasmettono italianità, facendoci sentire un po’ a casa, tra piazze, strade ed ambienti, come quello della Chiesa, molto presenti nel contesto italiano. La ricchezza di particolari permette all’occhio di perdersi nei diversi ambienti, arricchendo non poco il tutto.
Conclusioni
In conclusione, possiamo affermare che questo è una delle migliori versioni di Pinocchio mai fatte prima d’ora. È l’esempio di come si dovrebbe gestire un film che ha per protagonista un personaggio già conosciuto, senza incappare nelle solite copie di trame viste e riviste, che nulla aggiungono alla versione originale. Il film di del Toro dimostra che riprendere in mano sapientemente storie, ricreando trame emozionanti e non banali si può. Il regista è stato in grado di farlo magistralmente, rivisitando la storia in maniera più matura e mai banale. Pinocchio è stato un pretesto per portare in scena temi forti come il pregiudizio, l’accettazione di sé e la perdita, tutti temi profondi, che si spingono oltre la semplice volontà di “diventare un bambino vero”. Per chi se lo fosse perso, ricordiamo che Pinocchio di Guillermo del Toro è disponibile in streaming, sulla piattaforma Netflix. Correte a recuperare questo piccolo gioiellino in stop-motion, vincitore agli Oscar, agli Annie Award, ai Critics’ Choice Awards, ai BAFTA e ai Golden Globe, come Miglior Film d’Animazione. Non ve ne pentirete.
Punti a favore
- Rilettura originale, matura ed emozionante
- Aggiunta di particolari che donano profondità alla trama
- Il periodo storico e i luoghi scelti donano ancora più emozione ed unicità alla trama
Punti a sfavore
- Nessun elemento negativo da evidenziare
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