Tratto dall’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo, Non mi uccidere è la risposta italiana alla saga di Twilight: leggi la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Non mi uccidere. GENERE: horror. NAZIONE: Italia. REGISTA: Andrea De Sica. CAST: Alice Pagani, Rocco Fasano, Silvia Calderoni, Fabrizio Ferracane, Sergio Albelli, Giacomo Ferrara, Anita Caprioli, Federico Ielapi, Esther Elisha. DURATA: 90′. DISTRIBUTORE: Warner Bros. Entertainment Italia. USCITA: 21 Aprile 2021.Â
Alice Pegani e Rocco Fasano sono Mirta e Robin in Non mi uccidere, il film coming of age dalle tinte horror che strizza l’occhio al fenomeno Twilight e a tutte le altre opere che mescolano l’amore immortale al fascino delle atmosfere dark e gotiche.
Disponibile per l’acquisto e il noleggio sulla maggior parte delle piattaforme streaming (Apple Tv, Sky Primafila, Amazon Prime Video, YouTube, Timvision), il film di Andrea De Sica si rivolge principalmente a un pubblico di giovanissimi e di inguaribili romantici, che troveranno nella storia tra Mirta e Robin pane per i loro denti.
Trama | Recensione Non mi uccidere
Non mi uccidere è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dell’autrice italiana Chiara Palazzolo, il primo volume della trilogia dell’orrore che racconta dell’inquietante mondo dei sopramorti.
Mirta e Robin, interpretati dalle amate star di Baby e Skam Italia, Alice Pegani e Rocco Fasano, sono due adolescenti innamorati che rimangono intrappolati in una storia d’amore tossica e malsana.
Dopo essersi avvicinati al tunnel della droga, i due protagonisti perdono la vita in circostanze violente e drammatiche. Mirta, però, si risveglia improvvisamente dal sonno eterno: spaesata, impaurita e sola, scopre suo malgrado di essersi trasformata in una sopramorta, una sorta di zombie che, per poter sopravvivere, è costretta a nutrirsi degli altri esseri umani.
Con l’aiuto di Sara (Silvia Calderoni), una sopramorta che diventa sua mentore, Mirta cercherà di rimanere viva seguendo le regole di quel nuovo mondo fatto di cacce, fughe e sangue.
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Il Twilight nostrano | Recensione Non mi uccidere
La storia narrata nella pellicola di Andrea De Sica si colloca sul filone di quelle opere in cui il soprannaturale diventa un puro e semplice espediente per raccontare l’amore adolescenziale, quello passionale e incredibilmente doloroso, che ci fa percepire ogni bacio e ogni carezza come la fine del mondo, che ci porta a idealizzare l’altro e a diventare totalmente irrazionali quando si tratta di lui, quello per cui smettere di vedere la nostra dolce metà è come smettere di respirare.
In questo senso, Mirta e Robin non sono diversi dai vari Bella ed Edward, Elena e Stefan, Julie e R. Come in Twilight, ne Il diario del vampiro e in Warm Bodies, infatti, anche in Non mi uccidere il centro nevralgico della storia risiede nel legame (letteralmente) immortale dei due protagonisti, un rapporto che li travolge a tal punto da mettere a repentaglio la loro stessa vita.
È curioso il fatto che anche dal punto di vista estetico il film tratto dal romanzo del 2005 di Chiara Palazzolo ricordi Twilight: la somiglianza tra Robert Pattinson e Rocco Fasano è impressionante!
Suicidio romantico | Recensione Non mi uccidere
C’è un dettaglio da non sottovalutare in Non mi uccidere che rende la pellicola piuttosto controversa. Il plot stesso si presenta come estremamente problematico nella messa in scena del binomio amore/morte.
Il film di Andrea De Sica offre una visione dell’amore sbagliata sotto ogni punto di vista, perché un amore che passa attraverso la violenza, la sofferenza e perfino la morte non può essere definito tale. Per quanto durante l’adolescenza ogni sentimento sembri amplificato, un film, soprattutto se destinato ai più giovani, non può far trapelare il messaggio che il suicidio sia un gesto romantico.
Impossibile rimanere indifferenti di fronte alla sequenza in cui un adolescente si toglie la vita nella speranza di risvegliarsi da sopramorto e di poter in questo modo amare per sempre la persona per cui si era preso una cotta.
È importante sdoganare alcune tematiche, ma lo è altrettanto che vengano trattate nella maniera più trasparente, limpida e responsabile possibile. E volente o nolente, Non mi uccidere non l’ha fatto, facendosi portavoce di un messaggio poco chiaro e decisamente pericoloso.
Una storia poco lineare | Recensione Non mi uccidere
Se dal punto di vista delle tematiche Non mi uccidere si rivela un fallimento, non va meglio dal punto di vista della struttura stessa della pellicola.
Il montaggio che alterna continuamente e convulsamente presente e flashback non fa altro che confondere lo spettatore, che non riesce a stare dietro alle vicende narrate e fa fatica a seguire la storia di Mirta e Robin.
Fin dai primissimi minuti, è chiaro che il film di De Sica sia un susseguirsi di scene sconnesse tra loro, una storia poco lineare in cui sembra impossibile non rimanere spaesati, in cui viene dato un peso maggiore alle sequenze più sensuali e piccanti che a quelle che dovrebbero essere cruciali per l’avanzare della trama.
Conclusioni
Difficile essere clementi con Non mi uccidere, che non riesce a convincere né dal punto di vista delle tematiche trattate, né da quello della sceneggiatura, che si presenta come estremamente contorta e difficile da seguire.
E se a ciò aggiungiamo una recitazione poco convincente e una trama che sembra aver scopiazzato da romanzi e film piuttosto noti senza aggiungere alcun elemento di novità , allora è chiaro che il nostro giudizio non può che essere negativo.
Punti a favore
- Richiami a Twilight per i più nostalgici
Punti a sfavore
- Romanticizzazione del suicidio
- Struttura poco lineare
- Recitazione approssimativa
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