Cosa accadrebbe se una volta morti venissimo semplicemente “trasferiti” in un altro mondo? E se questo mondo fosse un programma scientifico sperimentale? Ecco la recensione di Immortal presentato in anteprima al Trieste Science+Fiction Festival 2020
TITOLO ORIGINALE: Inmortal. GENERE: fantascienza. NAZIONE: Argentina. REGIA: Fernando Spiner. CAST: Belén Blanco, Daniel Fanego, Diego Velázquez, AnalÃa Couceyro. DURATA: 96 min. DISTRIBUTORE: FilmSharks. DATA DI PRESENTAZIONE: 30/10/2020.
Il regista ha rilasciato una interessante intervista al Trieste Science+Fiction Festival 2020 che vi proponiamo di seguito, in cui ha raccontato il rapporto particolare con l’Italia dove si è diplomato al Centro Sperimentale di Roma, conosciuto al grande pubblico soprattutto latino americano per il cult La Sonà mbula.
La trama | Recensione Immortal
Ana torna a Buenos Aires dall’Italia per risolvere alcune questioni inerenti la sua eredità , dato che il padre è morto mentre era via. Guardando fra le cose del padre, scopre dove si trova il suo più caro amico, il dottor Benedetti. L’uomo cerca di convincerla di aver scoperto la porta verso una nuova dimensione nella quale potrà rivedere il padre morto. Ana è convinta che sia tutto un imbroglio, finché non si trova sulle soglie di una rivelazione che cambierà completamente la sua vita.
Il Dio Denaro non guarda in faccia nessuno | Recensione Immortal
Spiner stesso, nell’intervista, pone l’accento su quanto avaro e meschino sia il mondo e soprattutto l’uomo che pur di far soldi utilizza la morte per battere cassa. Un mondo in cui sia possibile riabbracciare i nostri cari, pagando un ticket a tempo però. La scelta di toccare temi tanto inflazionati ma con la componente fantascientifica è sicuramente il punto vincente di Immortal. L’idea alla base del film è dunque molto interessante e giustamente articolata. Fernando Spiner ha provato a mettere in scena un mondo distopico estreamente avanzato ma pur sempre fallace.
La messa in scena nella propria totalità riusulta buona e interessante, capace di intrattenere lo spettatore dall’inizio alla fine, soprattutto grazie ad un’ottima regia caapace di far trasparire sia il clima in cui si svolge l’azione che di alternare riprese intense a riprese di ampio respiro in location esterne.
Non mancano i difetti | Recensione Immortal
Nonostante il film sia piacevole non è esente da difetti, di cui alcuni creano anche una certa difficoltà allo scorrimento del film. Primo punto fra tutti è la sceneggiatura altalenante. Le battute hanno un andamento poco lineare alternando momenti di ottima scrittura ad altri un po’ banali in stile telenovela. Anche il montaggio non è dei migliori, dato che in alcuni punti le scene sembrano non combaciare o mancare di alcuni pezzi esplicativi per permettere allo spettatore una comprensione a 360° di ciò che avviene in scena. Gli effetti speciali sono chiaramente a basso budget, il che per chi è abituato alla fantascienza da blockbuster di Hollywood potrebbe risultare sgradevole, ma il tentativo di creae qualcosa di visivamente bello non è certo mancato.
Ultimo punto a sfavore, ma forse il più importante, è il livello dell’attrice protagonista. Belen Blanco infatti non regala un’ottima performance, risultando forzata in molti punti e poco credibile per la quasi totalità del film.
Storia e messa in scena salvano il film
Pur con molti difetti, Immortal risultà però piacevole e d’impatto soprattutto per la capacità del regista e sceneggiatore di aver messo in piedi una storia e una messa in scena originali e credibili. Sicuramente non un film destinato ad entrare negli annali del genere, ma una pellicola a cui dare una possibilità se siete amanti della fantascienza.
Punti a favore
- Messa in scena complessiva
- Idea di base
- Regia
Punti a sfavore
- Sceneggiatura altalenante
- Protagonista poco credibile
- Montaggio non buono
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