Il castello errante di Howl è uno dei film più amati del maestro Hayao Miyazaki e dal 1° aprile è disponibile sul Netflix: questa è la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: Il Castello errante di Howl. GENERE: Azimazione, Fantasy. NAZIONE: Giappone. REGIA: Hayao Miyazaki. DURATA: 119 min. DISTRIBUTORE: Lucky Red PRODUZIONE: Studio Ghibli. USCITA IN STREAMING: 01/04/2020
Un altro importante titolo di Studio Ghibli, firmato dal maestro Miyazaki è disponibile sulla piattaforma Netflix e si tratta anche di uno dei più amati, Il castello errante di Howl. Una lavoro che risale al 2004 e si colloca tre anni dopo La città incantata e venticinque anni dopo il primo lungometraggio Lupin III, in linea temporale complessiva è stato il terzultimo lungometraggio realizzato prima che Miyazaki si ritirasse dalla carriera nel mondo dell’animazione.
Una collocazione che ci aiuta a comprendere meglio quest’opera e la maturità artistica raggiunta dal suo ideatore, che dopo molti anni di carriera riesce a raccontare temi nuovi in un anime che comunque non si discosta mai dal suo stile principale di narrazione.
L’ispirazione di questo film è l’omonimo romanzo fantasy della scrittrice britannica Diana Wynne Jones, di cui è ripreso il titolo e alcuni fondamenti di trama, per essere poi stravolto dall’immaginazione di Miyazaki.
Sophie e Howl | Recensione Il castello errante di Howl
Il cuore del racconto è Sophie, una ragazza di diciotto anni che non conosce davvero il mondo che la circonda, lavora con dedizione nel negozio di cappelli del padre defunto, per poi ritornare a casa ogni giorno con la stessa routine. Un giorno incontra un misterioso ragazzo il mago Howl che la salva da due militari che la stavano importunando ed è proprio in quell’incontro che la sua vita viene stravolta. A causa di questo incontro, Sohpie verrà trasformata in una anziana signora dalla Strega delle Lande Desolate, che la porterà ad allontanarsi dal negozio, per cercare aiuto per caso proprio nel Castello di Howl.
La convivenza di Sophie con Howl è il terreno neutrale all’interno del quale Miyazaki costruisce questa storia e racconta due personaggi agli antipodi. Sophie, con la maledizione della Strega, diventa ciò che era nel suo animo, una donna con tanto vissuto alle spalle, anziana, con i capelli bianchi, i movimenti stanchi, placida e saggia. Howl è implacabile, irrequieto nell’animo e nel suo aspetto che infatti continua a cambiare, ma è anche superbo e molto sicuro di sè. Due persone così diverse, costrette a convivere e a conoscersi, facendo in modo che ognuno lasci all’altro qualcosa di nuovo.
Ciò che sembra in apparenza è una dinamica classica delle favole, come si è visto anche nella più celebre La bella e la bestia, ma Miyazaki che è comunque lontano dalla tipica narrazione occidentale, ne stravolge la struttura di base, mettendo sotto diverse sembianze, entrambi i personaggi.
Sophie infatti è un’anziana signora e Howl ha un aspetto in continuo mutamento e questo fa in modo che entrambi siano sullo stesso piano, dovendo quindi imparare l’uno dall’altro qualcosa di importante.
Come l’aspetto di Sophie è metafora della sua attitudine fino a quel momento, lo è anche quello di Howl che rispecchia il suo non riuscire a trovare pace e soprattutto dimensione nel mondo.
Sophie e Howl, si trovano nonostante i loro mondi distanti, il loro aspetto e il loro diverso carattere, prima per salvarsi a vicenda, poi perché la dimensione che riescono a creare è quella che basta ad entrambi. Sophie, diventa il punto fermo di una vita di continui mutamenti per Howl.
Ambientazione senza luogo e senza tempo | Recensione Il castello errante di Howl
L’ambientazione è sempre parte integrante di ogni film di Miyazaki, come se fosse uno dei protagonisti della storia. Che si tratti di un paesaggio naturalistico o un luogo, come questo caso, in cui il Castello viaggia tra paesaggi incontaminati, l’ambientazione respira con i personaggi, parla, racconta e si muta. Un altro elemento che ritorna in molti film di Miyazaki è la guerra, che prende sempre forme diverse e qui si inserisce in uno scenario senza luogo. Ci sono elementi europei, che ricordano a tratti le città della Gran Bretagna, la Francia e l’Austria e gli invasori entrano nelle vite dei cittadini con prepotenza e violenza.
Non c’è luogo, ma non c’è neanche tempo, grazie alla contrapposizione tra la bellezza eterea e la vecchiaia, i continui mutamenti di aspetto e il ringiovanimento di Sophie dopo le sue esperienze di viaggio con Howl.
Nei racconti di Miyazaki il luogo e il tempo non sembrano avere importanza, sebbene ci sia sempre una cura dettagliata dell’ambientazione e della linea temporale narrativa. Qui, sta la vera magia, il vero mondo in cui ci si perde è in realtà un mondo assolutamente reale e realistico, inserito in un contesto etereo.
La forza e il successo di una storia d’amore
Il Castello errante di Howl è di fatto una storia d’amore, ma non solo tra due personaggi, ma nel senso più ampio di amore verso una vita ritrovata e un nuovo scopo nella vita. Ma la forza sta proprio nel volerla raccontare fuori da ogni classico stereotipo, arricchendola di temi importanti, come il concetto di invasione straniera, di bellezza e di vecchiaia.
Miyazaki non si discosta dalle sue intenzioni narrative, ma le inserisce in un contesto nuovo e speciale, che mette in costrasto diversi elementi, quello del realismo di una città e la magia di un castello.
Con questi elementi di grande forza, Il Castello errante di Howl mette insieme i gusti del grande pubblico, anche quello che si approccia per la prima volta ai film di Miyazaki e di Studio Ghibli.
Punti a favore
- Un'ambientazione magica senza luogo o senza tempo
- Un mago che ribalta il concetto classico di principe azzurro
- Una protagonista femminile fuori da ogni stereotipo
- Una favola magica e positiva
Punti a sfavore
- Nulla di rilevante
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