La recensione de Gli Anelli del Potere: cosa è riuscito meravigliosamente, e cosa no, alla serie più costosa di tutti i tempi
TITOLO ORIGINALE: The Lord of the Rings: The Rings of Power. GENERE: Azione, Avventura, Drammatico, Fantastico. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: J.D. Payne, Patrick McKay. CAST: Morfydd Clark, Markella Kavenagh, Robert Aramayo, Ismael Cruz Córdova, Nazanin Boniadi, Owain Arthur, Daniel Weyman, Charlie Vickers, Joseph Mawle. DURATA: 8 episodi di circa 70 minuti. DISTRIBUZIONE: Prime Video. USCITA: 2 settembre 2022.
Si è appena concluso un periodo d’oro per i fan del fantasy. Tra settembre e ottobre infatti, due delle serie più attese dell’anno si sono date battaglia: House of the Dragon (qui la nostra recensione) e Gli Anelli del Potere. È proprio a quest’ultima che vogliamo dedicare questo articolo, analizzando pregi e difetti di uno dei prodotti seriali più costosi della storia (ben 715 milioni di dollari).
Trama | Recensione Gli Anelli del Potere
Dopo l’epica trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, la serie Gli Anelli del Potere riporta il pubblico nella Terra di mezzo, questa volta migliaia di anni prima delle prodezze della Compagnia dell’Anello, più precisamente nella Seconda Era. Si tratta di una storia corale, che coinvolge i diversi popoli che abitano questa territorio fantastico. Dalle profondità delle miniere dei nani, ai maestosi boschi degli elfi, personaggi storici si affiancheranno ad altri totalmente nuovi, per narrarci le vicende che hanno portato al ritorno di Sauron, alla nascita di Mordor e alla forgiatura degli Anelli.
La questione della canonicità | Recensione Gli Anelli del Potere
La serie era riuscita a far parlare di sé ben prima della sua messa in onda, a causa delle polemiche nate per la scelta degli attori che, secondo i fan più accaniti, poco avevano a che fare con la “canonicità” degli scritti di Tolkien. Canonicità che già in partenza risultava molto difficile da rispettare, vista l’impossibilità per la casa di produzione di poter creare episodi al 100% fedeli ai libri, per la mancanza di diritti su di essi. Avendo a disposizione solo materiale relativo alle appendici del Signore degli Anelli e dello Hobbit, era chiaro che qualcosa doveva necessariamente essere cambiato o inventato di sana pianta. Già da queste premesse, una cosa era chiara: i “puristi” di Tolkien non avrebbero mai accettato la serie, e così è stato.
La questione ha acceso veri e propri dibattiti, spesso anche molto accesi e violenti, sin dall’uscita del trailer. Certamente vedere elfi con i capelli rasati può sembrare un po’ strano, ma vista la bellezza delle prime immagini, a questa serie doveva essere data comunque una possibilità.
Un’estetica che fa centro | Recensione Gli Anelli del Potere
Dai boschi elfici, alle miniere dei nani, alle possenti città degli uomini lo sguardo dello spettatore si perde a guardare scenari mozzafiato, realizzati con una cura mai vista prima. L’alto budget a disposizione si vede, soprattutto nelle prime due puntate, dove ogni frame è una piccola opera d’arte. Paesaggi incredibili invogliano lo spettatore a mettere in pausa per potersi godere al meglio tutti i minuziosi particolari presenti.
Anche i costumi, nella maggior parte dei casi sono ben realizzati. Ricchi di particolari che la macchina da presa riesce ad esaltare, rendono tutto più realistico ed immersivo. Anche il trucco è ben gestito, lontano da quel massiccio uso di CGI che aveva attirato molte critiche a Lo Hobbit. Peccato solo per quel piccolo particolare mancante, che tutti aspettavano: la barba delle nane!
Unica nota dolente in questo caso, risultano essere i rallenty, utilizzati forse per dare epicità al momento, finiscono invece per staccare l’immersione del pubblico, procurando l’effetto contrario.
Gli orchi hanno un cuore? | Recensione Gli Anelli del Potere
Uno degli aspetti più apprezzabili di questa serie è sicuramente l’apertura di una nuova prospettiva con cui vedere gli orchi. Ne Gli Anelli del Potere non sono più solo un semplice strumento del male, come era accaduto ne Il Signore degli Anelli; bensì esseri che, a loro modo, sono in grado anche di provare affetto, soffrire della loro condizione e di quella dei loro compagni. Questo aspetto potrebbe ampliare la visione di questo mondo, scardinando la semplice dicotomia bene/male che ha caratterizzato invece le passate opere tolkeniane ma che ad oggi, risultano un po’ superate.
Una scarsa tridimensionalità | Recensione Gli Anelli del Potere
Gli Anelli del Potere si presenta come una serie corale, dove a molti personaggi già conosciuti, se ne affiancano altri, totalmente nuovi. Salvo alcuni casi però, essi risultano poco caratterizzati, privi di conflitti profondi o ben definiti. Essi si muovono trascinati dagli eventi, senza riuscire a trovare quella profondità giusta per permettere allo spettatore di affezionarsi davvero a qualcuno. Per una storia di così ampio respiro, il rischio che ciò accadesse era dietro l’angolo.
I dialoghi spesso non aiutano, anzi contribuiscono a lasciare sui personaggi quell’alone di distacco, senza mai renderli emotivamente interessanti. Ecco dunque che si arriva a far pronunciare loro frasi estremamente banali, tanto da essere ricordate per la stranezza che si percepisce nel sentirle; una su tutte l’ormai iconica “Sono buono”.
Girl Power mal riuscito | Recensione Gli Anelli del Potere
L’eccessiva superficialità dei personaggi porta con sé un altro tema che forse non è stato trattato nella maniera migliore: il ruolo delle donne. Questa serie, al contrario de Il Signore degli Anelli, è caratterizzata da una forte presenza di personaggi femminili che avrebbero potuto dare un significato diverso di potere femminile, rispetto a quello che effettivamente è stato messo in scena.
Gli Anelli del Potere ha voluto mostrare donne che, seppur in circostanze diverse, si trovano in ruoli di potere. Esse comandano interi villaggi, preparano gli uomini alla guerra e sono loro stesse le prime a scendere sul campo di battaglia. Sarebbe tutto molto interessante se non fosse che non viene mai fornita al pubblico una vera motivazione del perché esse si trovino in una posizione così elevata. Alcune di esse non hanno il carisma adatto e compiono scelte fuori luogo, altre invece si ritrovano a comandare battaglioni dal nulla, quando poco prima avevano tutt’altro ruolo. Tutto ciò trasmette una sensazione di superficialità nella scrittura dei personaggi. Questo problema si riflette anche in altri punti della trama, dove alcune questioni vengono risolte in maniera sbrigativa e spesso illogica.
Galadriel del Signore degli Anelli VS Galadriel de Gli Anelli del Potere
Ultima, ma di certo non per importanza è il ruolo di una delle protagoniste de Gli Anelli del Potere: Galadriel. Si tratta probabilmente della vera nota dolente della serie, che spesso fatica a reggersi in piedi in alcune scene proprio per la rappresentazione di questo personaggio.
La Galatriel della serie, interpretata da Morfydd Clark ha davvero ben poco a che fare con l’immagine consolidata negli anni del personaggio presente negli scritti di Tolkien e nella trilogia di Peter Jackson. La Galadriel del film infatti, interpretata magistralmente da Cate Blanchett è imponente, aurea, con un portamento regale, una figura calma ma allo stesso tempo potente. La Galadriel rappresentata nella serie è totalmente un altro personaggio: irruenta, testarda, irrispettosa ed arrogante, lontana da quelle caratteristiche che hanno da sempre caratterizzato un elfo.
Questo tipo di scrittura del personaggio porta con sé problematiche di una certa rilevanza: prima fra tutte l’empatia. Le caratteristiche che costruiscono il nuovo personaggio portano lo spettatore a staccarsi da lei perché troppo convinta di sé; fino ad arrivare addirittura ad abbracciare ideali opposti, anche se sbagliati. Non siamo certi che questo sia stato un intento voluto dai creatori.
Il futuro de Gli Anelli del Potere
A conclusione di questa prima stagione, si può dire che queste prime 8 puntate brillano per certi aspetti, ma fanno storcere il naso per altri. Certamente questa è stata solo una lunga introduzione, che entrerà nel vivo solo con le prossime stagioni (se ne vorrebbero realizzare almeno 5) ma che non arriveranno prima del 2024. Riuscirà questa serie a risolvere le sue problematiche e a portare avanti quell’estetica così ricercata, che l’ha caratterizzata sin dai primi episodi? Alle prossime puntate per l’ardua sentenza.
Punti a favore
- Ambientazioni ben realizzate
- Trucco e costumi ricchi di particolari
- Nuova prospettiva del mondo degli orchi
Punti a sfavore
- Distacco dalle opere di Tolkien
- Personaggi poco tridimensionali
- Protagonista non empatico
- Soluzioni di trama illogiche
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