Direttamente dal panorama del cinema indipendente italiano arriva Everybloody’s End, l’originale horror di Claudio Lattanzi: ecco la nostra recensione dell’edizione home video
Se negli ultimi anni il cinema horror italiano non ci ha regalato molti prodotti degni di nota, il film di Claudio Lattanzi Everybloody’s End si posiziona sicuramente tra le proposte più interessanti della new wave dell’horror indipendente. La pellicola, che si rifà ai grandi classici del cinema horror, annovera nel cast alcuni attori che hanno segnato il cinema di genere italiano; tra loro l’indimenticabile Cinzia Monreale, e poi ancora Giovanni Lombardo Radice, Marina Loi, Veronica Urban, Nina Orlandi e Lorenzo Lepori.
Grazie a Digitmovies abbiamo avuto modo di avere tra le mani l’edizione home video del film e quindi vi proponiamo la nostra recensione!
Trama e trailer | Recensione Everybloody’s End
In un sotterraneo, quattro persone lottano per la loro sopravvivenza: un teologo, tre donne, Nera, Rossa e l’enigmatica Bionda; a loro si unirà poi un giovane dottore. Fuori da questo nascondiglio, in un tempo e in un luogo indefiniti, regna l’apocalisse e l’intera umanità è stata quasi spazzata via. Il male è stato generato da un paziente zero e un gruppo di ex soldati, chiamati “Sterminatori”, crocifigge ogni persona che incontra per cercare l’origine del male. I cinque sono davvero al sicuro in questo posto o c’è qualcosa che non sanno?
Un’atmosfera cupa avvolge l’intero film, anche grazie alla magistrale fotografia di Ivan Zuccon, che ha saputo rendere l’ambientazione scura e claustrofobica, proprio come la situazione vissuta dai protagonisti.
I grandi temi del cinema horror inseriti nella loro essenzialità | Recensione Everybloody’s End
La trama di Everybloody’s End non è un’ingarbugliata storia di mostri o presenze paranormali. Al contrario, il film di Lattanzi sembra puntare sull’essenzialità, in un mix di elementi tipici del cinema horror che funzionano bene tra loro. Il tempo e il luogo della storia sono indefiniti, così come lo sono gli stessi protagonisti di cui conosciamo solamente il nome, o come nel caso delle tre donne, semplicemente gli appellativi che si sono attribuiti. Essenziale è anche il cast: pochi personaggi fanno parte della vicenda narrata, rendendo la narrazione più leggera e scorrevole. Le scene post apocalittiche, poi, non hanno niente da invidiare ai più classici film del genere; guardando le ambientazioni, con i suoi palazzi abbandonati e fatiscenti e le atmosfere cupe, potremmo benissimo trovarci in The Walking Dead o Resident Evil.
Sebbene inizialmente la storia sembra prendere piede a causa di un misterioso virus diffusosi sulla Terra, ben presto appare un altro elemento, spesso abusato nei film horror: i vampiri. Di storie su Dracula e vampiri buoni o cattivi il panorama cinematografico e televisivo è strapieno. Ma in Everybloody’s End viene presa quella che è forse la più classica delle storie sui vampiri e viene inserita così com’è, nella sua essenzialità. Riconosciamo ben presto Van Helsing, Dracula e la sua sposa, tre personaggi che abbiamo ritrovato spesso in tantissimi film, ogni volta con diverse sfaccettature. E forse proprio per questo, per la loro peculiarità di essere già abbastanza caratterizzati, Lattanzi ha preferito, invece, non aggiungere altro, lasciando che si presentassero da soli. Dopotutto la loro fama li precede.
La scena finale, poi, è un omaggio al grande cinema dell’orrore. Una scena potente e fortemente evocativa, che racchiude un messaggio ben più profondo. L’abbraccio finale con la figura di Nosferatu è un’ottima rappresentazione del cinema moderno che abbraccia le sue radici più profonde.
L’edizione Home Video e i contenuti speciali | Recensione Everybloody’s End
Basta guardare la copertina del DVD di Everybloody’s End per capire che l’edizione home video promette bene. Le croci grondanti di sangue in uno sfondo post apocalittico danno subito un’idea di cosa abbiamo davanti. Ma mai giudicare un film dalla copertina, quindi inseriamo il DVD nel lettore. Ci accorgiamo presto che la qualità audio, in Dolby Digital, è pressoché ottima ed è possibile scegliere tra 5.1 e 2.0. Non è possibile seguire il film in un’altra lingua, ma è invece possibile scegliere tra sottotitoli in tre lingue diverse, inglese, spagnolo, francese e lo stesso italiano.
Dal punto di vista dei contenuti speciali, l’edizione home video si presenta molto ricca. Troviamo, infatti, uno speciale dedicato al backstage, in cui viene mostrato come sono state girate alcune scene cruciali, mentre un secondo speciale dedicato a Sergio Stivaletti, che ci mostra la realizzazione di alcuni interessanti elementi di scena. Troviamo poi alcune interviste ai protagonisti e agli autori, nonché uno speciale sulla genesi del film. Infine, uno speciale è dedicato al soundtrack, con un’intervista a Luigi Seviroli. Sebbene alcuni di questi contenuti siano davvero molto interessanti per capire la genesi del film e il lavoro dietro le quinte, alcuni di questi appaiano però troppo numerosi e in parte prolissi.
Conclusioni
Everybloody’s End è, tutto sommato, un film che si lascia guardare con curiosità. Sebbene gli elementi classici del cinema horror siano inseriti con intelligenza magistrale e le ambientazioni siano pressoché perfette, vanno rilevati alcuni punti di criticità. Da una parte c’è la recitazione, che a tratti non dissimula la finzione limitando l’immersione totale. Dall’altra parte c’è poi la brevità della pellicola (72 minuti), che forse con qualche minuto in più avrebbe diluito e svolto la storia in maniera più scorrevole.
Per quanto riguarda l’edizione home video, se non c’è nulla da ridire sulla qualità audio e video, forse sarebbe stato meglio non abbondare con le interviste e focalizzarsi un po’ di più su i dietro le quinte, per addentrarsi meglio sulle caratteristiche del cinema indipendente italiano, poco conosciuto dai tanti.
In conclusione, Everybloody’s End è un film interessante e un prodotto cinematografico sicuramente ben riuscito, che getta uno sguardo al cinema indipendente mostrandoci i suoi punti di forza. È un horror che omaggia il passato e guarda al futuro del genere con speranza, segnando così la rinascita del cinema di genere in Italia.
E voi siete d’accordo con la nostra recensione dell’edizione home video di Everybloody’s End? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguire la nostra pagina dedicata a film e serie tv per essere sempre aggiornati.
Punti a favore
- Ottimo uso dei temi classici del cinema horror
- Ambientazioni molto credibili ed evocative
Punti a sfavore
- Abuso di contenuti extra
- Recitazione non sempre perfetta
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