Un caso irrisolto, una pagina di cronaca dimenticata. Ecco la recensione di Cracolice, presentato in anteprima al Trieste Science+Fiction Festival 2020
TITOLO ORIGINALE: Cracolice. GENERE: documentario. NAZIONE: Italia. REGIA: Fabio Serpa. DURATA: 11 min. DISTRIBUTORE: Gargantua Film Distribution. DATA DI PRESENTAZIONE: 02/11/2020.
In questo articolo vi proponiamo la recensione di Cracolice, mokunentary presentato al Trieste Science+Fiction Festival 2020 che, attraverso le testimonianze delle persone che lo avrebbero vissuto, ci racconta la storia – non realmente accaduta – di Cracolice, un paese della Calabria in cui è avvenuto qualcosa di molto simile a Chernobyl.
La trama | Recensione Cracolice
Calabria, fine anni ’80 e prima metà degli anni ’90. Delle navi cariche di rifiuti radioattivi vengono affondate a largo del mar Mediterraneo. Un disastro ambientale senza precedenti, che vede protagoniste le cosiddette “navi dei veleni”.
Il tragico evento ha visto coinvolte diverse imbarcazioni colme di rifiuti tossici e nucleari, fatte affondare da cosche mafiose per noti interessi economici. Nel corso degli anni però ci furono gravi ripercussioni sul territorio e sulla salute degli abitanti della zona. I cittadini, ignari, vennero colpiti da malori di ogni tipo: linfoma al pancreas, dermatiti, tumori e quant’altro.
“Il caso Cracolice”, però, fece ancora più scalpore in quanto si verificò un evento a dir poco surreale: nell’estate del 1997 i cittadini più giovani smisero fisicamente di crescere, rimanendo “intrappolati” in corpi da 20enne.
Colpa forse dell’approdo delle famose navi? Nessuno ha mai dato una risposta chiara e concreta su tutto ciò.
Un nuovo caso Chernobyl | Recensione The Purple Iris
Questo film presentato al Trieste Science+Fiction Festival 2020 affronta, con la formula del falso storico, un argomento in realtà ben noto, anche se da molto tempo passato in secondo piano. Quello delle navi a perdere, mezzi fatiscenti utilizzati (evidentemente da associazioni criminali al fine di lucro) per “smaltire” rifiuti di ogni genere.
Naturalmente disfarsi di rifiuti pericolosi abbandonandoli in mare è più economico di conferirli ad una discarica specializzata, ma ciò non considera le conseguenze nefaste dell’azione. Ed invero tutto l’ecosistema delle regioni limitrofe ne risente, con ripercussioni tutt’altro che positive. Tutto, ovviamente, alimentando un business corrotto.
Pro e contro
Queste sono le premesse reali, dalle quali si sviluppa il mokunentary Cracolice. Premesse molto interessanti, spesso ingiustamente dimenticate. Prosieguo, però, tutt’altro che impeccabile. La formula del documentario, invero, non regge di fronte al poco realismo della narrazione. Questa è eccessivamente pregna di luoghi comuni, nonché elementi inverosimili che troppo facilmente estraneano dalla proiezione.
I filmati d’epoca non riescono a salvare il risultato, che in definitiva resta in un limbo tra il documentario di denuncia e il romanzo. Cracolice diventa così una storia a metà, che non riesce veramente a coinvolgere, nonostante le ottime premesse.
Punti a favore
- La premessa
- Alcuni filmati restaurati
Punti a sfavore
- Narrazione estraniante
- Mancanza di una tesi
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