Presentato al Trieste Science+Fiction Festival, Coded Bias, protagonista di questa recensione, è un ottimo documentario che, per certi versi, spaventa
TITOLO ORIGINALE: Coded Bias. GENERE: Documentario. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Shalini Kantayya. CAST: Meredith Broussard, Joy Buolamwini, Silkie Carlo, Jenny Jones, Tranae Moran, Cathy O’Neil, Kc Solaris, Zaynep Tufekci. DISTRIBUZIONE: UK Field Producer. DURATA: 90 min. DATA DI USCITA: 30/01/2020 (USA) – 31/10/2020 (Italia).
Continua il nostro spazio dedicato al Trieste Science+Fiction Festival 2020, con la recensione di Coded Bias, documentario che riesce a colpire sotto diversi aspetti. Ormai siamo circondati dalla tecnologia; i nostri smartphone, le webcam, tutto è connesso e in continua espansione, con intelligenze artificiali che vengono migliorate per aiutarci nella nostra vita di tutti i giorni. Ma quanti di noi conoscono gli algoritmi che si celano dietro questi dispositivi? Siamo sicuri che non rischiamo di essere travolti dall’avanzata del progresso tecnologico? In questo senso, come intuirete da questa recensione di Coded Bias, quello che è sicuro è che dobbiamo tenere la nostra guardia alta.
Volto criminale | Recensione Coded Bias
La pellicola, diretta da Shalini Kantayya, parte da Joy Buolamwini, ricercatrice del MIT, che si accorge dei problemi che attanagliano le applicazioni di riconoscimento facciale. Infatti, sembra che queste fatichino a riconoscere le donne di colore, rispetto ad un’identificazione quasi perfetta degli uomini bianchi. Un problema, che puntualmente si verifica con i software di ogni azienda, e che non è spiegabile dalla semplice differenza del colore della pelle. Questo, apparentemente sembra facilmente risolvibile, ma, scavando a fondo, vengono a galla i problemi che si celano nell’algoritmo che è alla base di queste applicazioni.
In tal senso, ci viene mostrata una vicenda che ha riguardato Londra, dove vediamo degli agenti di polizia che, grazie al riconoscimento facciale, provano a scovare i criminali tra le persone che passano davanti alla loro videocamera. Come evidenziato dai problematici risultati, il software è lontano dalla perfezione, e spesso vengono fermate persone che in realtà non hanno commesso alcun reato a causa della sbagliata identificazione a livello software.
Joy, assieme ad altre studiose, continua la sua indagine, arrivando anche a parlare al congresso. Il suo discorso, riesce ad avere un’eco importante, che porta alcune cittadine americane a bandire il riconoscimento facciale. Ma il problema, come vi spiegherò più avanti in questa recensione di Coded Bias, è radicato anche in altri ambiti, e, attualmente, rischia di incidere sulla vita di ognuno di noi.
Nel caso siate interessati, questo è il trailer di Coded Bias:
La vita in un algoritmo | Recensione Coded Bias
Quello che Coded Bias rivela, è soltanto una parte del problema. Infatti, la radice del male, è soprattutto l’algoritmo che è alla base. Questo perché gli algoritmi stessi, sono influenzati sia da chi li usa che da chi li programma, finendo per replicare i pregiudizi che da sempre colpiscono la nostra società. La stessa Amazon, che aveva deciso di utilizzare come recruiter un’IA, si è trovata costretta a rimuoverla, dopo aver scoperto che i curriculum delle donne venivano scartati a priori.
Ma questo è solo uno dei tanti scandali. Sempre negli USA, in alcune scuole, è stato implementato un algoritmo che valuta le prestazioni dei docenti, finendo per pregiudicare e stroncare intere carriere su basi molto precarie. In questo senso, questo documentario ci porta come esempio un docente che, dopo aver ricevuto numerosi premi come insegnate dell’anno, improvvisamente, con l’algoritmo, ottiene punteggi bassissimi che dovrebbero portarlo al licenziamento, con il sindacato e la scuola che sono dovuti intervenire in prima persona per abolire l’utilizzo del software.
Se già state pensando a Black Mirror, sappiate che non state sbagliando. In Cina, ad esempio, per fare la maggior parte delle cose, viene utilizzato il riconoscimento facciale, associato ad un sistema a punti che può pregiudicare la vita di una persona. Ma se lì il governo lo dice chiaramente, negli USA e in altri stati questo avviene lo stesso, ma senza che ciò venga detto. Infatti, ormai, ognuno di noi è schedato, con previsioni e valutazioni sul futuro. Se pensiamo ai problemi relativi al riconoscimento facciale, e ai pregiudizi che si celano negli algoritmi stessi, pensate alle implicazioni che può avere il progresso sulle nostre vite.
Considerazioni finali
Nel corso di questa recensione di Coded Bias, mi sono voluto soffermare sui contenuti perché, in fin dei conti, sono il cuore pulsante di questo documentario. Il risultato finale è indubbiamente molto buono, e invita a riflettere, anche se, forse, qualche approfondimento tecnico in più sarebbe necessario. Infatti, vengono portati esempi concreti, ma, forse anche per riuscire a coinvolgere ogni tipo di spettatore, non entriamo mai nel dettaglio, lasciando alcune problematiche troppo in superficie. Per il resto, quello che viene mostrato è sicuramente interessante, presentato con esempi tangibili per una tematica attuale che non può lasciare indifferenti. Perché se è vero che la tecnologia può aiutarci, non possiamo lasciare che ci controlli.
Punti a favore
- Tematiche molto interessanti e attuali
- Coerente e chiaro nell'esposizione dei contenuti
Punti a sfavore
- Alcune problematiche poco approfondite
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