Ecco a voi la recensione di Bloodshot, cinecomic con Vin Diesel nei panni di un antieroe geneticamente modificato per diventare una macchina da guerra
TITOLO ORIGINALE: Bloodshot. GENERE: Azione, Fantascienza. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Dave Wilson. CAST: Vin Diesel, Guy Pearce, Eiza González, Sam Heughan, Toby Kebbell, Talulah Riley, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Siddharth Dhananjay, Lamorne Morris, Alex Hernandez. DURATA: 109 min. DISTRIBUTORE: Sony Pictures / Warner Bros. Pictures Italia. USCITA IN STREAMING: 27/03/2020.
Raymond Garrison (Vin Diesel) è un ex militare statunitense, ucciso durante una missione ma riportato in vita grazie a una nanotecnologia intelligente nel suo sangue, che gli permette di avere una forza sovraumana e di rigenerarsi da ogni ferita. Garrison, però, quando si risveglia dall’operazione ha la memoria cancellata, non ricorda bene la sua vita precedente finché una canzone gli ricorda di aver amato una donna di nome Gina che è stata uccisa: il suo obiettivo diventa quindi la vendetta contro gli ha portato via l’amore.
Bloodshot è uno dei più popolari fumetti creati dalla Valiant Comics. Di questo cinecomic, che si colloca al di fuori della Marvel e DC, era attesa l’uscita il 26 marzo nei cinema italiani. In realtà a causa dell’emergenza coronavirus e della conseguente chiusura dei cinema l’uscita è stata rimandata. Nel frattempo, tuttavia, la Sony ha deciso di rilasciare il titolo in streaming, con tanto di materiale promozionale, seguendo le orme di tante case di produzione. Vi possiamo così presentare la recensione di Bloodshot, che se vorrete potrete trovare sul sito della Sony.
Le origini del personaggio | Recensione Bloodshot
Il personaggio è un vero e proprio super(anti)eroe, qualcuno con cui è facile empatizzare nonostante uccida un numero considerevole di persone. Seguendo i crismi del genere, la regia rende bene l’ambiguità tra il bene e il male in una sottile linea che tutti i protaognisti, in primis il supersoldato, superano da una parte all’altra. Abbondano anche zone di grigio per quanto riguarda la sua moralità, non sempre per forza specchiata. In questo caso, anche a causa della fisicità di Vin Diesel, rappresenta una versione molto anni ’90 dell’antieroe, incredibilmente steroidea ed estremamente violenta del personaggio.
In effetti il fumetto nasce nel 1992, ed è figlio della sua era. Era che a dir la verità sembra non passare mai di moda, tra idealismi di supersoldati e missioni più o meno patriottiche. L’identità e le origini di Bloodshot vengono ripensate una prima volta nel 1994 ma è solo nel 2012, con il reboot definitivo della serie di fumetti a lui dedicata, che si arriva alla versione che Vin Diesel porta sul grande schermo. Il tutto viene trasposto in maniera sufficientemente fedele nel film, in cui l’anima da cinecomic convive con quella prettamente action.
Intreccio classico, tempistica da rivedere | Recensione Bloodshot
Le prime scene sono ciò che ci si apetta da un film in cui i protagonisti sono militari. Ben al di là del cliché, il soldato ancora umano esce alla grande da una situazione complicata in battaglia. Subito dopo però qualcosa va storto e finisce su una tavola operatoria. Fa in poche parole la fine di Deadpool: la sua vita è salva, anzi migliorata per molti versi, con un fattore rigenerante particolarmente utile nelle situazioni in cui si troverà (e sappiamo che sono tante) a dover picchiare i nemici. Premessa decisamente standard, decisamente già vista.
Ma ben presto ci si rende conto che non sarà anche la conclusione. In realtà, forse, troppo presto. La svolta nella storia avrebbe potuto infatti essere coltivata, costruita in una rivelazione tutt’altro che scontata. Invece la carta è stata giocata troppo presto, facendo scadere questo film nella più classica delle ricerche della vendetta. Questo va avanti per tutto il film, dando vita a una buona live action alla quale, tuttavia, manca un po’ di mordente. Inutile cercare anche un sottotesto satirico e critico, come accaduto in Atto di Forza, Dredd o RoboCop.
Grafiche avveniristiche | Recensione Bloodshot
Il budget del film è relativamente bsso, 40 milioni di dollari. La circostanza tuttavia non si ripercuote sulla riuscita grafica della pellicola. Questo aspetto è quello che, a mani basse, si fa notare nella pellicola. La Sony in effetti ci ha abituato bene, con Venom a fare la voce da leone, nel settore degli effetti visuali. La computergrafica è avveniristica, al punto da integrarsi con la realtà e da essere difficile da individuare persino per un occhio attento. Questo aspetto da solo sovrasta i problemi, innegabili, di sceneggiatura.
Ciò non stupisce considerando che Dave Wilson vanta un background da regista di fantastici trailer pieni di CGI di alcuni celebri videogiochi (Mass Effect 2, BioShock Infinite). Il suo debutto alla regia di un lungometraggio non delude, gli effetti speciali visivi sono eccellenti e il montaggio, nonostante sia frenetico, fa seguire bene le coreografie dei combattimenti o degli stunt acrobatici. Trova poi un buon protagonista in Vin Diesel, che certo non riesce a raggiungere lo status di action hero carismatico e intrigante, ma comunque fa il suo con una fisicità naturalmente convincente.
Cinecomic che rischia di perdersi nella mischia
A conclusione di questa recensione, possiamo dire che non sappiamo se Bloodshot avrà un seguito oppure no. Complice il momento storico, con l’emergenza da coronavirus che ha ostacolato incassi al cinema per questo film (che comunque nella sua prima settimana in America stava registrando buoni incassi), questo stand-alone indipendente rispetto al MCU o al DCEU potrebbe rimanere solitario. Eppure, nonostante una indiscutibile banalità della trama e una recitazione da cliché, la produzione, gli effetti speciali e le scene d’azione da sole possono valere la visione. In definitiva, la Sony ha ancora una volta prodotto qualcosa di visivamente futuristico, forse alzando l’asticella per il genere.
Punti a favore
- L'impianto grafico, eccellente come sempre
- Regia standard, ma di qualità
Punti a sfavore
- La storia, un po' abusata
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