Grazie all’uscita su Netflix, la serie animata dello studio Orange “Beastars” è riuscita a conquistare un vasto pubblico. Scoprite dunque il perché nella nostra recensione di Beastars, la serie di Paku Itagaki
TITOLO ORIGINALE: Beastars. GENERE: Anime, Drammatico/Thriller. NAZIONE: Giappone. IDEATORE: Paru Itagaki. PRODUZIONE: Orange Animation. DURATA: 24 minuti per episodio. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA IN ITALIA: 13/03/2020.
L’ultimo decennio ha visto la nascita, nel mondo dello spettacolo, di un particolare tipo di serie. Tali prodotti, raffigurano animali umanizzati (anche detti furry, in alcuni ambiti) che seguono delle particolari linee di condotta. In Zootropolis, agli animali sono state date caratteristiche vicine a quelle degli umani. In Aggretsuko, gli animali sono rimasti pressoché invariati, tranne che per la società. Bojack Horseman è un po’ la divergenza, perché a degli umani sono stati affidati dei lineamenti animali.
Beastars non si limita a scegliere una di queste categorie, ma raccoglie dentro di sé un po’ di tutto. Come in Bojack, i personaggi sono più umani che animali. Tuttavia, il loro lato selvagggio si avvicina di più a quello di Zootropolis. Ma anche così, la società tiene in grande considerazione la bestialità, integrandola alla vita di tutti i giorni. Un mix letale, che favorisce l’amalgamazione di diversi generi in worldbuilding credibile e dalle solide basi.
È in questo mondo che seguiamo la vita di Legoshi, un giovane lupo grigio che combatte contro i suoi istinti cercando di vivere pacificamente la propria esistenza. Ci addentreremo dunque nel particolare club di teatro dell’accademia Cherryton, un luogo dove gli animali di ogni razza possono vivere in armonia. Tuttavia, quella pace verrà scossa a seguito di un evento terribile: l’erbivoro Tem, uno degli attori, viene infatti mangiato a scuola da un carnivoro. Chi sarà stato il colpevole?
I kept walking on the Wild Side
Beastars è una serie diversa. Nata dal pennino di Paru Itagaki, l’opera mostra uno spaccato di un universo narrativo fatto di diversità, razzismo e un complesso sistema di inferiorità intrinseco nella razza più debole. Nella prima stagione, che adatta pochi volumi del manga, i due pilastri sono l’addetto alla scenografia, Legoshi, e l’attore cardine del club: Louis. Questi due personaggi dal ruolo diverso sono la doppia faccia della storia di Beastars.
Legoshi, come già detto, è un timido e riservato lupo grigio. Come carnivoro, incute timore soltanto alla vista sia agli erbivori che non. Al contrario dei suoi simili, Legoshi è ben conscio dell’influenza che esercita su chi gli sta intorno. Se ne vergogna, la considera un onta che impedisce agli altri di connettersi realmente con lui. Incompreso, dunque, cerca di abbassarsi al loro livello. Si fa piccolo, ingobbendosi più che può, e mostra un carattere passivo e silenzioso in modo da non dover mai mostrare le zanne.
Louis, al contrario, è un cervo pieno di sé e orgoglioso del suo carisma. Essendo un portento come attore e un grande esempio di bellezza, Louis cammina a testa alta senza vergogna, sovrastando persino i fieri carnivori. Questo modo di fare però è soltanto una maschera che, da bravo attore, mostra per proteggere la sua vera identità. Infatti, Louis è estremamente invidioso degli altri carnivori, i quali non hanno bisogno di ostentare fierezza e sicurezza. Per questo motivo prova un velo di astio nei confronti di Legoshi, il quale non sfrutta la sua inquietante dote innata.
Onore & Amore – Recensione Beastars
Con la sua infanzia alquanto traumatica, Louis è uno dei due motori di Beastars. Dimostra come, con un certo livello di dedizione e sacrificio, persino i più deboli possono arrivare in alto. Anche così, il personaggio cade in contraddizione quando il peso di quei sacrifici ricade sulle sue spalle. Per quanto si impegni, resta comunque un passo indietro a quelli che – geneticamente – gli sono superiori. E quindi si lascia andare alle sue debolezze, finendo in più riprese per compiere scelte contrarie alla sua forte moralità.
Legoshi, rigido sulla sua politica pro-erbivori, viene colpito al cuore dal più inaspettato quanto banale animale. La coniglietta Haru è il secondo motore di Beastars. Haru è promiscua, come del resto lo sono in generale i conigli, e davanti al pericolo si impunta nel non battere ciglio. Questo perché, almeno secondo i suoi pensieri, l’esistenza che vive non vale la pena di essere perpetuata. La sua natura lasciva, che contrasta il suo carattere dolce e premuroso, la pone spesso in mezzo ai battibecchi con le proprie compagne.
Sola, isolata e maltrattata, Haru capisce di non potersi più godere la propria vita. Tuttavia, al suo primo incontro con Legoshi, la reazione chimica fra gli istinti dei due animali ribalta ogni suo pensiero. Haru è spaventata, teme per la propria sopravvivenza, e cede ai propri istinti nonostante cercasse di frenarli in tutti i modi. Per questo motivo, ha inizialmente il terrore che Legoshi possa tradirla.
Il lupo, dal canto suo, manda all’aria tutti i suoi preconcetti. Quando vede Haru, l’impeto ormonale e istintivo prende il sopravvento, costringendolo a inseguire la coniglietta con le zanne ben in vista. Sarà solo poi, alla luce del giorno, che Legoshi vedrà ciò che il suo istinto non gli voleva mostrare. E questo, drammaticamente, porterà il lupo a innamorarsi.
Vittima & Carnefice – Recensione Beastars
Da vittima, Haru passa a carnefice, assalendo Legoshi ai propri sentimenti. Legoshi diventa invece la vittima inerme, cominciando a valorizzare sempre di più quei lati di Haru che non avrebbe mai creduto di poter apprezzare. L’amore, in questo caso, prende il sopravvento sul mero istinto. Un amore contorto, quasi malato, che potrebbe portare entrambi all’autodistruzione. Ed è sulle note agrodolci di questa sinfonia che la storia si Beastars si muove, cambiando talvolta con un ritmo più inquietante, degno di Profondo Rosso.
Infatti, se l’amore è la vittima, il thriller è il carnefice. La serie inizia con un ritmo tagliente, cupo e sicuramente inaspettato. Oltre l’incontro fra Legoshi e Haru (letteralmente la prima scena), la camera riprende anche il freddo e cruento omicidio del giovane Tem. Qui la regia compie delle destrezze terrificanti, da quanto sono buone. L’appiattimento di colori per gettare oscurità sull’aula, le riprese di quinta per far vedere l’imponenza del carnivoro e l’impotenza di Tem.
Ogni dettaglio serve a incutere timore, e certamente la frenesia dei violini in sottofondo aiuta ad aumentare l’inquietudine. Beastars è un prodotto che non delude, soprattutto gli amanti del manga. Traduce bene le pagine del fumetto affidandosi a una CGI non perfetta, ma comunque apprezzabile, sostenuta da dei grandissimi disegni a mano.
Arte bestiale – Recensione Beastars
Benché l’uso della CGI nelle serie giapponesi sia giustamente denigrata dagli appassionati per opere come Berserk, lo studio Orange rappresenta l’eccezione. Portando nel piccolo schermo serie di qualità come Houseki no Kuni, ci dimostra come tale metodo non rappresenta un limite, ma bensì un vantaggio. Infatti, è davvero notevole l’effetto dell’acqua nella minestra di Haru, così come il pelo di Legoshi accarezzato dalla coniglietta.
I modelli talvolta peccano per questioni di contrasto, e le animazioni non sono sempre fluide e convincenti. Il regista ne è ben consapevole, e dunque usa movimenti di camera per nascondere le azioni più grezze. Oltre a questo, si serve anche dei deliziosi fondali 2D per esporre scene altrimenti tediose, come il muro che mostra Haru venir rifiutata alla mensa.
L’uso dello split-screen non è affatto invadente, come invece lo è nella serie Gate. È anzi molto utile per evidenziare spesso e volentieri le differenze comportamentali fra i personaggi. Inoltre, è anche apprezzabile la sovrapposizione delle immagini, che nascoste dalla sagoma dei personaggi ci lasciano intendere quanto si siano esiliati mentalmente dagli eventi. La recitazione, sia in italiano che in giapponese, non delude e riporta fedelmente le emozioni dei personaggi.
Noncurante di tutto, la sigla è un pezzo unico da esporre nei musei. Una intro completamente in stop-motion che fa brillare questa tecnica, nascondendone le limitazioni con i soliti giochi di camera e dei background sfavillanti. Il sottotesto geniale e la coreografia portano a un climax interno macabro, che si allinea magistralmente alla canzone della band Ali. La soundtrack segue la stessa linea jazz, sfociando talvolta in alcuni toni più macabri o semplicemente tranquilli. Una composizione sorprendente e iconica.
La società della disparità – Recensione Beastars
L’ultimo tassello della storia, riguarda il mondo stesso di Beastars. Una società animale basata sul falso concetto di parità sociale. Un equilibrio contestualmente malsano che trova la sua incoerenza in innumerevoli campi. Gli animali più piccoli devono camminare lungo le pareti, così da non farsi schiacciare dai più grossi. I carnivori devono mangiare vegetariano e non possono mostrare atteggiamenti aggressivi nei confronti degli erbivori. Gli erbivori, i più deboli, devono temere per la propria vita a causa della natura stessa dei loro nuovi concubini.
Una società pericolosa, ricca di terrore e per certi versi anche troppo ingenua. Un mondo dove la criminalità sfrutta le varie scappatorie e la debolezza stessa delle altre specie per violare ogni diritto. La crudezza delle scene di Beastars, pur trovando contrasto con l’agrodolce della vita da studente del protagonista, non è altro che uno specchio della nostra realtà.
In una situazione dove essere maschi è effettivamente diverso dall’essere femmine, almeno come stile di vita. La più piccola differenza, benché possa essere giudicata effimera, può stravolgere completamente il modo di pensare e di agire dell’indiviudo. Gli esseri umani sono diversi, impari, ci sarà sempre qualcuno di più privilegiato. E in Beastars, questa dura affermazione trova basi ancor più solide a causa della natura stessa degli abitandi di quel mondo animale.
And that’s called Jazz!
In definitiva, la prima stagione di Beastars è solo un assaggio di ciò che può veramente dare. Molti temi vengono affrontati a dovere, e il ritmo narrativo non trova mai incertezze, proseguendo fiero come un leone. La qualità tecnica è encomiabile, anche se talvolta inciampa su delle piccolezze. È sicuramente una delle serie migliori degli ultimi anni. Questo è tutto, per la nostra recensione di Beastars, ma continuate pure a seguirci su tuttoteK per ricevere sempre nuovi aggiornamenti.
Punti a favore
- Ottimo ritmo
- Personaggi complessi e ben scritti
- Sottotesto interessante
- Regia intelligente
- Ottimo comparto visivo
Punti a sfavore
- Animzioni non sempre brillanti
- Modelli non sempre perfetti
- La storia è solo un assaggio
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