Predator, classe 1987, è un film cult che fa della fisicità di Arnold Schwarzenegger e dell’alieno, poi diventato mito, i suoi principali punti di forza
TITOLO ORIGINALE: Predator. GENERE: Azione/Fantascienza. NAZIONE: USA. REGIA: John McTiernan. CAST: Arnold Schwarzenegger, Carl Weathers, Elpidia Carrillo, Bill Duke, Jesse Ventura. DURATA: 107 minuti. DISTRIBUTORE: 20th Centurt Fox. USCITA CINEMA: 1987.
Ci sono film che segnano il cinema. Questo può avvenire per la qualità indiscutibile dell’opera in se, per il suo valore artistico, perché risulta tecnicamente innovativa, oppure perché crea dei personaggi che diventano immediatamente, ed anche alla prova del tempo, dei miti. Predator ricade proprio in quest’ultima categoria: il mostro/alieno del film è subito diventato un’icona della fantascienza anni ’80 ed ha resistito al passare degli anni, tanto che tra non molto lo vedremo nuovamente al cinema in The Predator. Analizziamo insieme i motivi di un successo così duraturo.
Un commando di militari statunitensi viene spedito in Centro America con il compito di recuperare un ministro finito fuori rotta e sequestrato da dei ribelli non meglio precisati. Arrivata sul posto la squadra, capitanata da Dutch, un Arnold Schwarzenegger al culmine della sua forma fisica, trova una situazione molto più complessa del previsto. Un’altra squadra di militari sembra infatti essere sparita nel nulla e nella giungla si nasconde in agguato un predatore molto più letale dei semplici ribelli.
Predator – Il Trailer del film diventato cult | Retro-recensione
Predator – Schwarzenegger, l’alieno e le battute anni ’80 | Retro-recensione
Predator è un film mitico, questo è innegabile, ha generato uno dei mostri/alieni più iconici di tutta la storia del cinema, insieme a suo cugino Alien con cui spesso si è incrociato sia in campo cinematografico che videoludico. Le ragioni di tanto e duraturo successo vanno ricercate nel suo protagonista Dutch/Arnold Schwarzenegger e nell’alieno stesso.
Schwarzenegger si trovava nuovamente ad interpretare un militare, ruolo perfetto per la suo fisicità, 2 anni dopo aver impersonato il colonnello John Matrix in Commando (1985). Predator parte proprio dallo stereotipo del personaggio militare per evolverlo verso qualcosa di più. Contro Predator le normali tecniche di combattimento non funzionano, la sua visione infrarossa, iconica anche questa, gli permette infatti di individuare all’istante i nemici e le trappole. Per affrontare questo nemico, che “riduce gli uomini a trofei” di caccia, bisogna tornare alle origini: lasciare da parte mitra e razzi, mimetizzarsi col fango e combattere con arco e frecce.
La lotta col mostro, infatti, prende il significato di una vera e propria caccia e lotta per la sopravvivenza. I ruoli sono ovviamente invertiti, il militare abituato a cacciare si ritrova preda di un nemico tecnologicamente e fisicamente superiore.
Laggiù c’è qualcosa in agguato e non è un uomo… moriremo tutti
Il Predator stesso, come detto, è stato motivo di successo del film. Diversamente da Alien, siamo di fronte ad un essere maggiormente antropomorfo, sia nella colossale fisicità sia nello spirito. Se Alien è infatti più assimilabile ad un animale spietato, intelligenti si, ma fondamentalmente guidato dagli istinti primordiali; Predator è un vero cacciatore: preda perché è in cerca di un nemico alla sua altezza, da sfoggiare come trofeo una volta sconfitto. Cult è poi tutta la sua tecnologia, dalla mimetizzazione, alla maschera, al cannone laser, alla visione infrarossi.
Retto quindi da queste due colonne, e sostenuto da una regia americana che più americana non si può (John McTiernan – Trappola di Cristallo, Caccia ad Ottobre Rosso), il film è diventato quasi subito un caposaldo del cinema di fantascienza anni ’80. Paradossalmente le sue debolezze vanno ricercate proprio in questo essere strettamente legato al cinema d’azione di quel decennio, coi suoi stereotipi, le freddure che ascoltate adesso imbarazzano e l’eccesso di testosterone e machismo. Questi sono i limiti più grandi di Predator, che impediscono di arrivare a considerarlo un vero e proprio capolavoro del cinema di fantascienza.
In definitiva Predator è diventato, a ragion veduta, un cult grazie alla figura di Arnold Schwarzenegger e del mostro, contemporaneamente non può assurgere all’olimpo dei capolavori a causa dello stile troppo legato al decennio d’appartenenza, che oggi giorno appare in parte grottesco. Purtroppo poi, le successive pellicole non hanno saputo innovare, proponendo solo lievi variazioni sul tema, portando ad una sensibile diminuzione della qualità. In tal senso vedremo come se la caverà The Predator, in uscita l’11 ottobre 2018, sperando che si torni a proporre qualcosa all’altezza del capostipite.
E voi cosa ne pensate di questo film? Lo avete mai visto? Lo recupererete? Vi fa schifo? Fatecelo sapere nei commenti.
Punti a favore
- Arnold Schwarzenegger
- Il Predator
Punti a sfavore
- Troppo legato agli anni '80
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