Nella nostra recensione de L’angelo del male – Brightburn vi spieghiamo che si tratta di un film che fa del mistero e dell’attesa il suo punto forte. Un horror che ribalta una storia archetipica, ma spreca un’idea geniale inciampando nei cliché del genere
TITOLO ORIGINALE: Brightburn. GENERE: horror. NAZIONE: USA. REGIA: Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, Matt Jones, Meredith Hagner, Gregory Alan Williams. DURATA: 90 minuti. DISTRIBUTORE: Sony Pictures. USCITA: 23/05/2019.
Brightburn, Kansas. Tori (Elizabeth Banks) e Kyle Breyer (David Denman) sono una coppia che cerca invano di avere un figlio. Una notte qualcosa precipita nei pressi della loro fattoria. Dal cielo è caduto un neonato, che gli sposi chiamano Brandon. Anni dopo, Brandon ha dodici anni ed è un bambino introverso e particolare. A scuola è bravo, ma viene spesso bullizzato. Crescendo comincia a comportarsi in modo sempre più strano, fino a svegliarsi nel pieno di una notte attratto da qualcosa che si trova nel sotterraneo della stalla. Presto scopre anche di avere una forza inusuale, di saper volare, di riuscire a lanciare raggi incandescenti dagli occhi. Una escalation di super poteri che spesso non riesce a controllare, e che cominciano a preoccupare i suoi stessi genitori.
La premisi di L’angelo del male – Brightburn è semplice, anzi semplicissima. Eppure l’idea di prendere le classiche origini del più classico dei super eroi e utilizzarle per una revisione radicale della prospettiva in chiave horror cela il seme della genialità. Se questa brillante idea di partenza sia stata adeguatamente sviluppata, però, è un altro discorso. E secondo noi il risultato finale lascia a desiderare.
La trama: un déjà-vu | Recensione L’angelo del male – Brightburn
L’andazzo del film è molto chiaro fin dall’inizio: il kriptoniano sceso sulla Terra è uno psicopatico. Un po’ come se al posto di Superman fosse arrivato Zod. In sostanza, il film sviluppa l’idea che ossessionava Batman nel recente Dawn of Justice. L’ineluttabilità di questa premessa, in realtà, è un punto di forza del film, che non cede nella seducente tentazione di cercare una causa al male. Brandon è stato accudito con amore dalla famiglia e l’atteggiamento non sempre amichevole dei compagni di scuola, che peraltro resta su toni molto lievi, è più una reazione al suo comportamento che un motivo per il suo cambiamento di attitudine. L’angelo del male – Brightburn si rileva così riflessione, per certi versi acuta, sul superomismo e sui pericoli che può generare.
Tuttavia resta una riflessione superficiale, che avrebbe meritato di essere maggiormente approfondita. In questo modo un’idea valida, anche brillante, rimane offuscata. In particolare, dietro il chiasso dei jump scares. È stato sagacemente notato che questo film cambia totalmente rotta rispetto a uno degli horror migliori della passata stagione cinematografica, A Quiet Place. Quest’ultimo, infatti, era tutto incentrato sul silenzio e sulla suspance. L’angelo del male – Brightburn, invece, punta sul caos. Però lo fa in modo eccessivo e pacchiano.
Not a quiet place | Recensione L’angelo del male – Brightburn
È un boato, un tonfo tremendo a determinare l’inizio della trama de L’angelo del male – Brightburn. E così prosegue la proiezione, tra un omicidio efferato e l’altro. Risulta alla lunga disturbante resistere in sala, ove almeno una volta al minuto irrompe un frastuono che non spaventa quanto irrita. Il frastuono di fatto copre la parte più spaventosa del film: da un lato la presa di coscienza di Brandon delle proprie super capacità e dall’altro lo sconcerto e le preoccupazioni dei genitori che devono confrontarsi con qualcosa di insospettato e terribile. Ciò che potrebbe spaventare anche di più, è la sostanziale inarrestabilità di Brandon, specie dopo il finale.
Insomma, non c’è molto da salvare in questo film, che sembra davvero un’occasione persa. Va detto, comunque, che durante la proiezione c’è un po’ di pathos, in particolare nella prima parte e fino allo svelamento (che in realtà è una conferma di ciò che ci si aspetta) della verità. Potrebbe coinvolgere, ma non lo fa in pieno a causa della sua indole irritante. La voglia di scoprire come va a finire c’è, ma non si può difenire una sorpresa. Un film nel complesso noioso, in cui praticamente tutto è scontato.
Una storia solida | Recensione L’angelo del male – Brightburn
Cosa resta, dunque, di questo film? L’angelo del male – Brightburn, in realtà potrebbe avere un seguito, dati anche i discreti incassi al box office. Il film, diretto da David Yarovesky, è prodotto da James Gunn, il regista di Guardiani della Galassia, e si vede. È forte di un’ottima scrittura, che segue perfettamente le regole del genere, fumettistico ma a suo modo attaccato alla realtà. Il sonoro è esagerato, ma nelle sale migliori è apprezzabile. Si può affermare che sia utilizzato con successo per creare un senso continuo e alienante di pericolo e inquietudine. Un pericolo che può arrivare all’improvviso, e ovunque voi siate.
Gli attori ci mettono del loro, compreso il giovanissimo Brandon. Si ha veramente l’impressione di trovarsi di fronte a un bambino psicopatico. La trama stravolge i codici dei classici cinecomic, mostrando una tensione all’originalità in chiave dichiaratamente pessimista. In pratica si afferma che non è detto che da grandi poteri derivino grandi responsabilità. Tuttto questo è apprezzabilissimo, ma all’ottima storia manca quel passo in più che lo avrebbe reso un ottimo prodotto.
Occasione sprecata
In conclusione, L’angelo del male – Brightburn parte da un’idea geniale ma arriva a una conclusione noiosa. Si rifugia troppo spesso dietro jump scares dei quali non avrebbe bisogno, nascondendo quanto di buono i registi e il cast riescono a dare. In due prole, un’occasione sprecata.
Punti a favore
- Riesce a mantenere una certa tensione lungo tutta la proiezione
- Il cast è convincente, così come la regia
Punti a sfavore
- L'uso sfrenato dei jump scares è irritante
- L'ottima premessa risulta sprecata
Cerchi nuovi film e nuove serie tv da vedere?
Scopri il nuovo abbonamento a Disney+, la casa dello streaming di Disney, Marvel, Pixar, Star Wars, National Geographic e ora anche di Star. Abbonati ora a soli 8,99 euro al mese su questa pagina.
Bonus: come avere un abbonamento alle piattaforme streaming e risparmiare
Esistono alcuni servizi che consentono di condividere l’account delle migliori piattaforme streaming (Netflix, Prime Video, Disney Plus, HBO Max, Paramount Plus, ecc.) con altre persone, come GamsGo o GoSplit. Grazie a GamsGo e GoSplit è possibile acquistare, ad un prezzo irrisorio, un abbonamento condiviso con altri utenti della piattaforma in maniera facile, veloce e sicura.
Lascia un commento