Chiami il mio agente! la serie TV francese disponibile su Netflix è arrivata alla sua quarta stagione, che si conclude in modo malinconico e perfettamente in linea con tutti i precedenti episodi. Ecco la recensione di Chiami il mio agente! 4
TITOLO ORIGINALE: Dix por cent. GENERE: drama. NAZIONE: Francia. CREATORE: Fanny Herrero. CAST: Camille Cottin, Thibault de Montalembert, Grégory Montel, Liliane Rovère, Fanny Sidney, Laure Calamy. DURATA: 45 minuti a episodio. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 21 gennaio 2021.
Chiami il mio agente! titolo riadattato in italiano della serie TV francese Dix pour cent, è un vero gioiello del mondo seriale francese. Nato nel 2015 da Fanny Herrero, giunge alla sua quarta stagione che secondo quanto annunciato dalla produzione e gli attori doveva essere l’ultima e la conclusiva di tutta la narrazione. Le più recenti notizie da parte del network lasciano però intendere al pubblico che ci sia l’intenzione di produrre anche una quinta stagione e un film di 90 minuti di durata. Al momento, su Netflix, è disponibile anche questa ultima stagione composta di 6 episodi come le precedenti.
La trama | Recensione Chiami il mio agente! 4
La serie TV racconta le gesta di quattro agenti del mondo del cinema, Andréa, Gabriel, Mathias e Arlette soci dell’agenzia Ask, la seconda agenzia di spettacolo più importante di Parigi e dei loro fidati assistenti, Hervè, Camille, Noémi. I quattro agenti hanno a che fare ogni giorno con gli attori e gli attrici più importanti del cinema internazionale, che compaiono in ogni puntata interpretando se stessi. La particolarità di questa serie TV è appunto che in ogni episodio, i protagonisti sono affiancati da un cast di fama internazionale.
Nella quarta e più recente stagione, Ask si trova in una situazione molto delicata, dopo il licenziamento di Mathias e la conseguente perdita dei suoi clienti storici. Di conseguenza, Andréa, nuovo direttore generale, si trova costretta a fare delle scelte estreme, come cedere alla concorrenza, per cercare di acquisire nuovi clienti. Una scelta molto rischiosa, che aggiunge stress alla sua vita privata con il rapporto sentimentale con la sua compagna Colette in bilico e sua figlia Flora da crescere.
Andréa protagonista assoluta | Recensione Chiami il mio agente! 4
Chi trascina questa nuova stagione è proprio il personaggio di Andréa, protagonista assoluta, in crescita esponenziale rispetto all’inizio della serie. La passione per il suo lavoro, il suo fuoco, il suo essere impetuosa e talvolta irrazionale, bucano lo schermo, arrivano allo spettatore per fargli cogliere davvero l’essenza di un lavoro di questo tipo. E in questi episodi, vediamo Andréa stanca, distrutta dal peso di un lavoro che prosciuga le energie e che fa perdere il contatto con la realtà.
Lei, insieme agli altri colleghi, sono cavalieri senza paura, che svolgono il ruolo di baby sitter, confidenti, terapeuti, affabulatori, nei confronti di attori internazionali che non hanno però alcun timore a scaricarli quando necessario. Perché in fin dei conti, si tratta solo di un lavoro e quando si mischia alla passione, allora è lì che iniziano i problemi.
In mezzo a questi problemi, Andréa non molla il colpo: cerca di tenersi stretta i suoi clienti e tenere alto l’umore dei soci e colleghi, lottando con le unghie e con i denti fino a quando però, rallenta e si rende conto che forse nella sua vita, per il cinema, ha sacrificato troppo. E proprio accanto alla crescita del suo personaggio, c’è anche quella di tutti gli altri, come lo stesso Mathias, che decide di tornare un essere umano e mettere da parte il cinico contrattatore che con gli anni è diventato. La scrittura perfetta dei personaggi è quello che si conferma ancora una volta il punto di forza della serie: ogni personaggio si muta, in modo coerente con la propria personalità e il suo vissuto nel corso degli episodi. I personaggi di Chiami il mio agente! sono realistici, così come anche le interazioni tra loro, dialoghi brevi, diretti, che si modulano tra intensità e ironia arguta.
Sigourney Weaver e Jean Reno per una chiusura in grande stile | Recensione Chiami il mio agente! 4
Nel caso in cui questa sia davvero l’ultima stagione, la produzione ha cercato di chiuderla al meglio e si capisce non solo per le scelte di sceneggiatura, ma anche per la scelta delle celebrità come clienti di Ask. In questa stagione vediamo tra i tanti, Sigourney Weaver, Mimie Mathy, Sandrine Kiberlain, Charlotte Gainsbourg, Josè Garcia, Muriel Robin, Jean Reno, che si mettono completamente a servizio della serie e del suo linguaggio narrativo.
Come sempre successo, queste grandi star del cinema, intervengono negli episodi donando grandi interpretazioni, mettendosi in gioco e prendendosi in giro, senza freni: Sandrine Kiberlain è un’attrice annoiata che cerca nuovi stimoli nello stand up comedy e si fa deridere da Muriel Robin per non avere senso dell’umorismo, Mimie Mathy si comporta da super diva, Sigourney Weaver arriva direttamente dagli Stati Uniti per un episodio bellissimo che ribalta lo stereotipo di genere nel mondo del cinema. Interpretazioni lodevoli che ci fanno capire anche quanto sia difficile il lavoro dei protagonisti, chirurgico nei confronti dei desideri e capricci delle grandi star.
Qualche sbavatura di sceneggiatura | Recensione Chiami il mio agente! 4
Nonostante questi aspetti lodevoli, Chiami il mio agente! 4 qualche piccola sbavatura la lascia, soprattutto nella sceneggiatura. L’ultima stagione parte piuttosto faticosamente, con una lentezza narrativa che nelle precedenti stagioni non si era vista. Nel corso degli episodi, avvicinandosi al terzo, inizia però a intravedersi una trama orrizzontale, dovuta all’arrivo del personaggio di Elise Formain, agente di Star Media, rivale numero uno di Ask. E con lei, ritornano gli intrighi, le bugie, in giochi di potere, anche se vengono subito stroncati dal finale di stagione e poco approfonditi.
Una sbavatura che si giustifica con il volersi concentrare sui personaggi, sulle loro personalità e il contesto in cui sono. E il contesto è rappresentato da una fotografia che conferisce molta intensità emotiva alla narrazione. Parigi è sempre sullo sfondo ad accompagnare i protagonisti nelle loro difficoltà e i primi piani ci ricordano che siamo di fronte ad una serie TV che vuole parlare del cinema come arte.
Conclusione
E proprio la scelta di fotografia ci ricorda un’altra grande protagonista della serie: la malinconia. La malinconia dei personaggi, delle loro vite incastrate in un lavoro alienante e stressante, è quello che in modo molto coerente accompagna la storia verso l’ultimo episodio. Un finale di stagione amaro, malinconico come un pugno nello stomaco e così ben confezionato che non fa altro che confermare Chiami il mio agente! come una grande, imperdibile serie TV. Una serie consigliata per chi ama il mondo del cinema e quello che c’è dietro e che vuole farsi travolgere da una storia dolceamara, che come la vita stessa non ha sempre il lieto fine perfetto.
Punti a favore
- Personaggi realistici
- Fotografia
- I dialoghi
- La recitazione
- Un finale perfettamente malinconico
Punti a sfavore
- Sceneggiatura poco a fuoco nei primi episodi
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