In una recente intervista, il famoso direttore della fotografia Roger Deakins, ha parlato del mondo di Hollywood. Ecco cosa ha detto a riguardo
Sembrerà incredibile che la frase presente nel titolo del nostro articolo sia stata detta da un direttore della fotografia, ma è proprio così. Il popolare D.O.P. Roger Deakins si è espresso, in una recente intervista, sul modo di lavorare ad Hollywood, in particolare riguardo ai blockbuster. Ebbene secondo l’artista e tecnico britannico si tende, al giorno d’oggi, a dare troppa importanza all’estetica a discapito del contenuto, soprattutto considerando i film ad alto budget. Ecco la sua dichiarazione:
I film sono diventati più attenti all’estetica che non alla storia, al contenuto e a ciò che il film sta cercando di dire. Lo trovo piuttosto deludente e deprimente.
Il motivo di questa deriva starebbe nella presenza di troppe articolazioni all’interno delle varie case di produzione hollywoodiane. In poche parole, diverse sequenze vengono svolte da troupe di seconda unità il che fa venir meno una voce coesa ed unica. Sicuramente questa notizia non è una novità; si sa che generalmente i blockbuster hanno dietro una produzione più industriale che autoriale dove prevale la necessità di un alto incasso piuttoto che quella di far valere certe tematiche o stili, esigenza più tipica di film piccoli ed autoriali. Oltretutto bisogna considerare che, spesso, film appartenenti a grossi franchise devono rispettare scadenze abbastanza strette, il che spiega il forte ricorso a troupe di seconda unità. In ogni caso, sentire queste parole da un’istituzione come Roger Deakins, fa sicuramente nascere diverse riflessioni.
Roger Deakins e Blade Runner 2049 | una piccola critica ai blockbuster di Hollywood
Nella lunga intervista rilasciata a Collider, il direttore della fotografia di grandi film come Prisoners o Blade Runner 2049 (entrambi diretti da Denis Villeneuve), ha parlato proprio di quest’ultimo e di come la produzione pensasse di utilizzare ben nove troupe di seconda unità. Qui sotto la parte in cui menziona ciò:
Sempre così. Dicono di aver bisogno di un elenco di quattro o cinque troupe che voglia stare sul set per girare tutte quelle scene. Ho detto, cosa quattro o cinque? No! Ho pensato fosse strano chiederlo per Blade Runner 2049 visto che avevamo lavorato con Denis prima e pure con successo, credo. Ma è sempre così con la produzione.
Insomma, sembra che a Roger Deakins, vincitore dell‘Oscar alla miglior fotografia nel 2018 (Blade Runner 2049) e nel 2020 (1917), questo modo di lavorare non piaccia e, in effetti, non possiamo dargli completamente torto. Spesso, tra i film più attesi dell’anno, alcuni ci deludono proprio per questa sensazione di prodotto “ordinato a tavolino”, come se il settore cinematografico fosse composto soltanto da una parte industriale, senza considerare il lato artistico. Ovviamente, questa, non costituisce una critica feroce nei confronti di un settore particolare che necessita, senza dubbio, anche di una grande mole di guadagni. Tuttavia, capiamo il monito di Deadkins, e speriamo che le produzioni hollywoodiane continuino a mantenere il giusto equilibrio tra efficienza economica e artisticità.
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