La notte degli Oscar 2019 si è appena conclusa e ci lascia un quadro variopinto, in cui in molti tornano a casa da vincitori e nessuna pellicola ha monopolizzato la scena
Compie novant’anni la cerimonia cinematografica più blasonata del mondo: al Dolby Theatre di Los Angeles sono stati consegnati gli Academy Awards. Già da qualche giorno era salita l’attesa per la cerimonia, che sarà ricordata, oltre che per le singolari Gift Bag alla canapa ricevute dalle star negli scorsi giorni, per l’assenza di un conduttore. La direzione della serata, infatti, è stata corale, con molte stelle ad avvicendarsi nel corso della programmazione.
L’assenza di un monopolizzatore della scena si è ironicamente riflessa sul palinsenso dei premi: la consegna delle statuette lascia un quadro multiforme, in cui manca un vero e proprio dominatore. Ciò nonostante, si può individuare un fil rouge, che è quello dell’inclusività sociale e razziale.
La sorpresa Green Book e la conferma Bohemian Rhapsody
La cerimonia degli Oscar 2019 si è aperta con l’esibizione dei Queen: un omaggio a Freddie Mercury a chiosa del successo globale che ha ottenuto Bohemian Rapsody e che è valso a fare ricevere al film il maggior numero di statuette, 4: miglior attore protagonista a Rami Malek, miglior montaggio a John Ottman, Sound Mixing a Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali, e miglior sonoro a John Warhurst e Nina Hartstone.
La statuetta più ambìta, tuttavia, è andata a Green Book di Peter Farrely, che ha vinto l’Oscar per il miglior film raccontando la storia (vera) di un’amicizia fra un musicista afroamericano e un buttafuori italoamericano nell’America degli anni Sessanta. Il film ha vinto anche l’Oscar per il miglior attore non protagonista, con Mahershala Ali che ha ringraziato la nonna (“la mia eroina, per tutta la mia vita”) e per la miglior sceneggiatura originale a Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly.
La vittoria di Green Book ha spiazzato molti addetti ai lavori, tra i quali lo stesso Spike Lee: l’Associated Press riporta che il regista afroamericano, dopo la proclamazione del vincitore, è apparso “visibilmente arrabbiato”, cercando anche di uscire dalla sala. Il suo BlackKkKlansman era nominato nella stessa categoria, ma si è dovuto accontentare dell’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Spike Lee aveva precedentemente infiammato la platea degli Oscar con tutto il pubblico ad applaudirlo in piedi, quando, ricevendo il premio per la sceneggiatura, ha detto: “le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio”. Spike Lee ha ringraziato la nonna “che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi”.
Oscar 2019: spazio a Netflix e al MCU
Tra i grandi favoriti alla vigilia c’era anche Roma, film di Alfonso Cuarón dalla forte connotazione sociale, che racconta la storia della domestica di famiglia nell’infanzia del regista messicano nella Città del Messico: la pellicola porta a casa il premio Oscar per miglior film straniero (Messico, per la prima volta), la migliore regia e la migliore fotografia. Il film targato Netflix, dopo l’exploit al Festival di Venezia, rimane sulla cresta dell’onda. Confermado il tema sociale che ha attraversato la serata, il regista ha affermato: “Sono cresciuto vedendo film stranieri. Siamo tutti parte della stessa emozione, tutti parte dello stesso oceano”.
Anche il popolare, ma tradizionalmente snobbato dalla critica, genere fumettistico porta a casa un buon risultato. Il Marvel Cinematic Universe porta agli Oscar il suo gioiello, Black Panther, candidato addirittura tra i migliori film. La storia dell’ipotetico e potente stato di Wakanda ha vinto i premi per la migliore colonna sonora, per i costumi e la scenografia.
I maggiori delusi di questa edizione sono A Star Is Born e Vice – L’uomo nell’ombra, che, in barba alle otto nomination con le quali entrambi partivano, hanno ottenuto solo, rispettivamente, il premio come miglior canzone (peraltro duettata sul palcoscenico da Bradley Cooper e Lady Gaga) e per il miglior trucco.
Oscar 2019: tutti i vincitori
- MIGLIOR FILM
Green Book – Jim Burke, Charles B. Wessler, Brian Currie, Peter Farrelly e Nick Vallelonga
A Star Is Born – Bill Gerber, Bradley Cooper e Lynette Howell Taylor
Black Panther – Kevin Feige
BlacKkKlansman – Sean McKittrick, Jason Blum, Raymond Mansfield, Jordan Peele e Spike Lee
Bohemian Rhapsody – Graham King
La favorita (The Favourite) – Ceci Dempsey, Ed Guiney, Lee Magiday e Yorgos Lanthimos
Roma – Gabriela Rodríguez e Alfonso Cuarón
Vice – L’uomo nell’ombra (Vice) – Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Adam McKay e Kevin J. Messick
- MIGLIORE REGIA
Alfonso Cuarón – Roma
Yorgos Lanthimos – La favorita (The Favourite)
Spike Lee – BlacKkKlansman
Adam McKay – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
Paweł Pawlikowski – Cold War (Zimna wojna)
- MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Rami Malek – Bohemian Rhapsody
Christian Bale – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
Bradley Cooper – A Star Is Born
Willem Dafoe – Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità (At Eternity’s Gate)
Viggo Mortensen – Green Book
- MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Olivia Colman – La favorita (The Favourite)
Yalitza Aparicio – Roma
Glenn Close – The Wife – Vivere nell’ombra (The Wife)
Lady Gaga – A Star Is Born
Melissa McCarthy – Copia originale (Can You Ever Forgive Me?)
- MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Mahershala Ali – Green Book
Adam Driver – BlacKkKlansman
Sam Elliott – A Star Is Born
Richard E. Grant – Copia originale (Can You Ever Forgive Me?)
Sam Rockwell – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
- MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Regina King – Se la strada potesse parlare (If Beale Street Could Talk)
Amy Adams – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
Marina de Tavira – Roma
Emma Stone – La favorita (The Favourite)
Rachel Weisz – La favorita (The Favourite)
- MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly – Green Book
Deborah Davis e Tony McNamara – La favorita (The Favourite)
Paul Schrader – First Reformed – La creazione a rischio (First Reformed)
Alfonso Cuarón – Roma
Adam McKay – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
- MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott e Spike Lee – BlacKkKlansman
Joel ed Ethan Coen – La ballata di Buster Scruggs (The Ballad of Buster Scruggs)
Nicole Holofcener e Jeff Whitty – Copia originale (Can You Ever Forgive Me?)
Barry Jenkins – Se la strada potesse parlare (If Beale Street Could Talk)
Eric Roth, Bradley Cooper e Will Fetters – A Star Is Born
- MIGLIOR FILM STRANIERO
Roma, regia di Alfonso Cuarón (Messico)
Un affare di famiglia, regia di Hirokazu Kore’eda (Giappone)
Cafarnao, regia di Nadine Labaki (Libano)
Cold War (Zimna wojna), regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
Opera senza autore (Werk ohne Autor), regia di Florian Henckel von Donnersmarck (Germania)
- MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Spider-Man – Un nuovo universo (Spider-Man – Into the Spider Verse), regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
Gli Incredibili 2 (Incredibles 2), regia di Brad Bird
Ralph spacca Internet (Ralph Breaks the Internet), regia di Phil Johnston e Rich Moore
Mirai, regia di Mamoru Hosoda
L’isola dei cani (Isle of Dogs), regia di Wes Anderson
- MIGLIORE FOTOGRAFIA
Alfonso Cuarón – Roma
Łukasz Żal – Cold War (Zimna wojna)
Robbie Ryan – La favorita (The Favourite)
Caleb Deschanel – Opera senza autore (Werk ohne Autor)
Matthew Libatique – A Star Is Born
- MIGLIORE SCENOGRAFIA
Hannah Beachler e Jay Hart – Black Panther
Fiona Crombie e Alice Felton – La favorita (The Favourite)
Nathan Crowley e Kathy Lucas – First Man – Il primo uomo (First Man)
John Myhre e Gordon Sim – Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns)
Eugenio Caballero e Barbara Enriquez – Roma
- MIGLIOR MONTAGGIO
John Ottman – Bohemian Rhapsody
Barry Alexander Brown – BlacKkKlansman
Yorgos Mavropsaridis – La favorita (The Favourite)
Patrick J. Don Vito – Green Book
Hank Corwin – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
- MIGLIORE COLONNA SONORA
Ludwig Göransson – Black Panther
Terence Blanchard – BlacKkKlansman
Alexandre Desplat – L’isola dei cani (Isle of Dogs)
Marc Shaiman – Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns)
Nicholas Britell – Se la strada potesse parlare (If Beale Street Could Talk)
- MIGLIORE CANZONE
Shallow (musica e testi di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt) – A Star Is Born
All the Stars (musica e testi di Kendrick Lamar, SZA, Sounwave e Al Shux) – Black Panther
I’ll Fight (musica e testi di Diane Warren) – RBG
The Place Where Lost Things Go (musica di Marc Shaiman, testi di Marc Shaiman e Scott Wittman) – Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns)
When a Cowboy Trades His Spurs for Wings (musica e testi di David Rawlings e Gillian Welch) – La ballata di Buster Scruggs (The ballad of Buster Scruggs)
- MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles e J. D. Schwalm – First Man – Il primo uomo (First Man)
Dan DeLeeuw, Kelly Port, Russell Earl e Dan Sudick – Avengers: Infinity War
Christopher Lawrence, Michael Eames, Theo Jones e Chris Corbould – Ritorno al Bosco dei 100 Acri (Christopher Robin)
Roger Guyett, Grady Cofer, Matthew E. Butler e David Shirk – Ready Player One
Rob Bredow, Patrick Tubach, Neal Scanlan e Dominic Tuohy – Solo: A Star Wars Story
- MIGLIOR SONORO
Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali – Bohemian Rhapsody
Steve Boeddeker, Brandon Proctor e Peter Devlin – Black Panther
Jon Taylor, Frank A. Montaño, Ai-Ling Lee e Mary H. Ellis – First Man – Il primo uomo (First Man)
Skip Lievsay, Craig Henighan e José Antonio García – Roma
Tom Ozanich, Dean Zupancic, Jason Ruder e Steve Morrow – A Star Is Born
- MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
John Warhurst e Nina Hartstone – Bohemian Rhapsody
Benjamin A. Burtt e Steve Boeddeker – Black Panther
Ai-Ling Lee e Mildred Iatrou Morgan – First Man – Il primo uomo (First Man)
Ethan Van der Ryn e Erik Aadahl – A Quiet Place – Un posto tranquillo (A Quiet Place)
Sergio Díaz e Skip Lievsay – Roma
- MIGLIORI COSTUMI
Ruth Carter – Black Panther
Mary Zophres – La ballata di Buster Scruggs (The Ballad of Buster Scruggs)
Sandy Powell – La favorita (The Favourite)
Sandy Powell – Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns)
Alexandra Byrne – Maria regina di Scozia (Mary Queen of Scots)
- MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA
Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia DeHaney – Vice – L’uomo nell’ombra (Vice)
Göran Lundström e Pamela Goldammer – Border – Creature di confine (Border)
Jenny Shircore, Marc Pilcher e Jessica Brooks – Maria regina di Scozia (Mary Queen of Scots)
- MIGLIOR DOCUMENTARIO
Free Solo, regia di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi
Hale County This Morning, This Evening, regia di RaMell Ross
Minding the Gap, regia di Bing Liu
Of Fathers and Sons, regia di Talal Derki
RBG, regia di Betsy West e Julie Cohen
- MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Period. End of Sentence., regia di Rayka Zehtabchi
- MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Skin, regia di Guy Nattiv
- MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE
Bao, regia di Domee Shi
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