Gli smartphone ci stanno rendendo più soggetti agli infortuni? Tutti ci preoccupiamo di altre possibili ripercussioni sulla salute e invece…
Quanto pensi sia pericoloso il tuo smartphone? Tutti ci preoccupiamo della possibile esposizione alle radiazioni dovuta a un uso prolungato del dispositivo, ma ad oggi non disponiamo di prove sufficienti a sostegno di queste preoccupazioni.
Qui voglio parlare di qualcosa di più immediato: i rischi effettivi, presenti, del tenere uno smartphone in mano. Per esempio: ti è mai capitato di inciampare su qualcosa guardando lo schermo? O di cadere a terra, magari procurandoti persino un occhio nero?
Che esagerazione, starai pensando. Eppure, studi recenti (vedi qui e qui) dimostrano che gli infortuni correlati all’uso dello smartphone sono aumentati considerevolmente negli ultimi dieci anni e non accennano a diminuire, data la nostra sempre più accentuata dipendenza da questi dispositivi.
Si tratta di una minaccia permanente? Se sì, quali precauzioni dovremmo prendere per proteggerci? Continua a leggere per scoprirlo.
Incidenti molto poco “smart”
Un muro, dell’acqua bollente e un serpente. Cos’hanno in comune? Beh, sono tre cose che diventano molto più pericolose se hai il telefono in mano.
Immagina di fare una passeggiata vista mare, con una pittoresca baia davanti a te e lo scrosciare delle onde in sottofondo. Non sembra una situazione particolarmente rischiosa, vero? Vai a dirlo a quel lettore del Guardian che ha fatto un bel volo proprio durante una passeggiata del genere, perché non si era accorto di camminare su un muro mentre era al telefono ed è caduto sui piedi su una spiaggia rocciosa. Fortunatamente non si è rotto le gambe, ma l’incidente poteva rivelarsi molto più serio.
E che mi dite di quella studentessa che si è rovesciata dell’acqua bollente addosso mentre cucinava delle uova? Stava reggendo lo smartphone tra la spalla e la guancia. L’acqua le è finite sul braccio e sulla pancia e, oltre a farle trascorrere tre ore in ospedale e a provocarle tanto dolore, le ha lasciato delle cicatrici permanenti.
Entrambe le storie (citate qui) destano qualche preoccupazione, ma nulla a che vedere con quella del tipo che ha inciampato su un serpente ed è stato morso mentre camminava e mandava messaggi contemporaneamente. Per fortuna si trattava di una specie non velenosa, ma è preoccupante che il ragazzo non abbia avvistato in tempo un rettile di quelle dimensioni.
Che fare?
Ammetto che la storia del serpente fa un po’ ridere, ma dobbiamo tenere a mente le cause di questi incidenti per tenerci al sicuro in futuro. Sembra che il comun denominatore dei tre eventi di cui sopra (e di molti altri) sia appunto la nostra cieca dipendenza da questi oggetti nelle nostre mani.
Basti pensare a quante cose possiamo a fare con lo smartphone, tutte cose che danno assuefazione: fare swipe su Tinder, ordinare la cena in pochi tocchi, intrattenersi con giochini vari, persino giocare alle slot online mentre si è in giro. Ci immergiamo così tanto da non notare le cose che ci circondano, fosse anche un lampione. Ma il problema più lampante è che avvertiamo un bisogno costante di questi dispositivi, fino a finire a camminare inavvertitamente sui muri e a inciampare sui serpenti.
In alcuni Paesi si sta provando a fare qualcosa per contrastare il fenomeno. In Cina, ad esempio, hanno istituito delle corsie apposite per i pedoni che camminano usando lo smartphone, mentre in Austria sono spuntati i lampioni con gli air bag per ammortizzare gli impatti.
Ma a risolvere questo problema causato dall’uso (scorretto) della tecnologia, può anche aiutarci… la tecnologia. Il sistema operativo iOS11 di Apple, per esempio, è provvisto di una modalità di sicurezza per quando si è alla guida, che però deve essere attivata dall’utente, quindi non serve a niente per le persone che non hanno alcuna intenzione di modificare le proprie cattive abitudini.
Sta tutto a noi
Forse dovremmo cominciare ad analizzare meglio la situazione. Gli smartphone sono parte essenziale della nostra quotidianità, ma è possibile (e necessario) limitarne l’uso in modo da non mettere a rischio noi stessi e gli altri: abbiamo questa responsabilità e dobbiamo comportarci di conseguenza.
Ecco alcuni suggerimenti.
Tieni traccia del tuo tempo di utilizzo del dispositivo
In teoria è semplice, in pratica ci vuole un po’ di impegno. Annota il tempo che trascorri a usare lo smartphone: già dopo una settimana dovresti fartene un’idea e potrebbe non piacerti. Sprechiamo troppo tempo in attività superflue, tempo che potrebbe essere sfruttato decisamente meglio.
Ovviamente esistono anche delle app apposite; servirsi di tali mezzi potrebbe sembrare un controsenso, ma in realtà possono rivelarsi molto utili. Tanto per citarne un paio, QualityTime per Android e Moment per iOS.
Disintossicazione
Una volta riconosciuto il problema di eccessivo utilizzo del dispositivo e deciso di prendere delle contromisure, è meglio non strafare: come con qualsiasi dipendenza, il rischio è quello di dover fronteggiare delle crisi di astinenza troppo violente, con il risultato di desiderare ancora di più l’oggetto “proibito”.
Non sto dicendo che l’uso dello smartphone sia uguale al consumo di una droga, ma il principio è lo stesso. Impegnati a ridurre il tempo che trascorri al telefono del 10% per la prima settimana, aumenta la percentuale la settimana successiva e così via, fino a raggiungere l’obiettivo desiderato.
Non crolla il mondo
A tutti piace pensare di essere al centro dell’universo, ma la verità è che non è indispensabile rispondere a un’email entro cinque minuti dalla ricezione. Ricorda: se è urgente, chiameranno.
Almeno, spegni per un po’
Ecco: spegni il tuo dispositivo per un paio d’ore. Se non altro, eviterai di inciampare su un serpente…
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