La vulnerabilità di WhatsApp ha portato svariati utenti a volgere il proprio sguardo altrove, alla ricerca di altre applicazioni. Una di queste è Signal
La sicurezza, come noto, è un tema di fondamentale importanza per ciascun individuo, che la ricerca costantemente per difendere sé stesso e le persone care. Ma se un tempo questo elemento era ricercato, essenzialmente, solo a scopo personale, oggi risulta impellente in ogni ambito riconducibile ad ognuno di noi. E la sicurezza informatica, in tal senso, è uno degli ambiti più delicati e complessi, considerate le elevate informazioni personali che si possono facilmente reperire tramite i mezzi tecnologici utilizzati quotidianamente.
WhatsApp: 2019 annus horribilis per la sicurezza degli utenti
Talvolta, neppure assumere comportamenti particolarmente virtuosi può evitare di esporsi ad attacchi informatici, che possono manifestarsi nei casi più svariati e nelle molteplici modalità con le quali si accede alla tecnologia. Anche il mondo delle app, in tal senso, è esposto ad un rischio significativo, che può ledere alla privacy di qualsiasi utente. La più nota applicazione da diversi anni, quella maggiormente scaricata nell’anno andato in archivio solo qualche mese fa, è sicuramente WhatsApp, utilizzata da oltre 1,5 miliardi di persone nel mondo. Una diffusione talmente capillare che, al giorno d’oggi, viene utilizzata anche da imprese, società e persone giuridiche per raggiungere i propri clienti, tramite la versione mobile o desktop. Nel recente passato, quest’ultima versione è stata oggetto di attacchi informatici: cliccando su un link malevolo, veniva offerta, inconsapevolmente, la possibilità ad un pirata informatico di entrare in possesso del PC di un terzo soggetto.
Questa, però, è stata solo l’ultima di una serie di falle avvenute all’interno di WhatsApp che, purtroppo, hanno riguardato anche la versione mobile, di gran lunga la più fruita dagli utenti. L’azienda di cybersecurity Check Point, ad esempio, aveva svelato la presenza di un baco che faceva crashare l’applicazione, rendendola inaccessibile. Prim’ancora, è stato risolto un bug che permetteva l’attacco da parte di un hacker mediante l’invio di un file video. Buona parte dei possessori di Android, però, ricorderanno come, lo scorso ottobre, hanno visto violato il loro account dai cybercriminali, che hanno sfruttato le GIF presenti all’interno dell’applicazione per incunearsi all’interno dei profili WhatsApp degli utenti. Ma il caso più rilevante, che fece grande scalpore lo scorso maggio, riguardava la presenza di uno spyware in grado di incunearsi su qualsiasi dispositivo (Windows, Android e Ios), che riusciva a monitorare chiamate e messaggi criptati, oltre ad accedere a foto, video e contatti della rubrica.
Un ulteriore aumento dei download può rendere più vulnerabile Signal?
Difendersi da attacchi informatici su WhatsApp, quindi, non è affatto semplice. Anche se esistono dei pratici suggerimenti che, in linea teorica, dovrebbero consentire all’utente di utilizzare l’applicazione entro ragionevoli standard di sicurezza. Il primo consiglio è quello di scaricare, tempestivamente, tutti gli aggiornamenti relativi ai sistemi operativi e all’applicazione stessa, che costituiscono il primo tratto fondante per utilizzare WhatsApp, e più in generale qualsiasi altra applicazioni, nella miglior sicurezza possibile. Laddove sia prevista, è molto importante attivare la funzionalità che consente di ricevere automaticamente gli aggiornamenti, al fine di vedersi recapitato, tempestivamente, ogni aggiornamento che consenta un’adeguata sicurezza nell’utilizzo dell’applicazione.
La vulnerabilità di WhatsApp ha portato svariati utenti a volgere il proprio sguardo altrove, alla ricerca di altre applicazioni che siano in grado di fornire degli standard di sicurezza maggiormente appropriati alle loro necessità . Una di queste è sicuramente Signal, un’applicazione già esistente da svariato tempo che, però, ha visto crescere significativamente il numero di utenti negli ultimi dodici mesi. Essa, infatti, dispone di standard particolarmente elevati, difficili da violare, che consentono di chattare in modo sicuro: non è causale, ad esempio, che sia l’applicazione preferita dai giornalisti di inchiesta, che necessitano del massimo riserbo mentre stanno effettuando servizi di tipo investigativo-giornalistico. In questo momento, però, Signal è chiamata ad un grande sforzo per migliorare la qualità della propria app: alcuni esperti, infatti, non escludono che un ulteriore e significativo aumento dei download possa portare ad alcune criticità .
Fonte: Kontrokultura.it
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