Samsung e Apple hanno ricevuto una class action riguardo i livelli di radiazione oltre la norma di alcuni smartphone. La FCC ha smentito tutto effettuando dei rigorosi studi
Qualche settimana fa fu reso noto lo scandalo sollevato dal Chicago Tribune sui livelli di radiazioni emesse da alcuni modelli di smartphone soprattutto di marche quali Apple e Samsung. Al riguardo fu lanciata una vera e propria class action dallo studio legale FeganScott che fece il giro di tutti i giornali americani e non solo. A distanza di qualche giorno, nonostante la storia non sia affatto conclusa, sono emersi dei dettagli che rappresentano un vero colpo di scena nella storia.
Samsung e Apple: gli studi condotti dalla FCC
La FCC, Commissione federale per le comunicazioni, ha voluto condurre delle analisi comparative effettuando delle accurate misurazioni dei dati attraverso l’utilizzo di strumentazioni interne. Lo scopo della FCC era quello di verificare l’esattezza della metodologia usata da RF Exposure Lab, società incaricata ad effettuare le rilevazioni per conto del Chicago Tribune. I risultati emersi sono differenti da quelli della RF Exposure Lab, ma è anche vero che non sono stati analizzati tutti gli smartphone protagonisti della class action: dalle analisi sono stati esclusi momentaneamente l’iPhone 7+, l’iPhone 8, l’iPhone XR, il Samsung Galaxy S8 e il Samsung Galaxy S10.
Per compiere una ricerca più precisa la FCC ha richiesto una serie di specifici smartphone direttamente ai produttori e, per rendere l’analisi più obiettiva possibile, li ha confrontati con altri acquistati direttamente sul mercato. Esattamente stiamo parlando di Apple iPhone XS e Samsung Galaxy S9 confrontati con Moto G6 Play e BLU Vivo 5 Mini. La misurazione dei valori SAR è stata effettuata in un periodo compreso tra il 30 agosto e il 23 settembre del 2019, ma solo recentemente sono stati resi noti i dati.
I dati limite e i dati emersi
La verifica della conformità SAR è stata verificata a diverse distanze (fino a 15mm dal corpo) simulando anche le caratteristiche di assorbimento RF da parte di differenti tessuti umani durante l’uso del dispositivo al massimo livello di energia mentre viene tenuto in mano in modi e posizioni differenti. Al termine delle misurazioni sono stati riportati unicamente i valori SAR più elevati per ciascuna banda di frequenza. I risultati sono i seguenti:
La conclusione da parte della Commissione federale
Ricordiamo che i valori SAR da non superare negli Stati Uniti sono di 1,6 watt per kg mediato su 1 grammo di tessuto contiguo. In Europa, invece, il limite massimo è di 2 watt per kg mediato su 10 grammi di tessuto contiguo per 6 minuti. Il messaggio della FCC è stato il seguente:
“Tutti i telefoni cellulari testati dal laboratorio della FCC, sia i campioni forniti che quelli acquistati direttamente dalla FCC, hanno generato valori SAR medi massimi inferiori al limite di 1,6W/kg per grammo di tessuto contiguo. Pertanto, tutti i dispositivi campione testati sono conformi ai limiti […] e questi test non hanno evidenziato violazioni delle norme FCC relative alla massima esposizione ai livelli RF.”
Pertanto si è scoperto che tutte le misurazioni effettuate da RF Exposure Lab non coincidono in nessun modo ai dati emersi dalla FCC e quindi l’affidabilità metodologica adottata dal laboratorio californiano è stata messa in forte discussione. Bisognerà vedere come reagiranno il Chicago Tribune e lo studio legale che ha condotto la class action.
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